Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

1799 . . e non solo a Napoli . . .

Posted by on Dic 9, 2019

1799 . . e non solo a Napoli . . .

Il Regno di Napoli non fu l’unico ad essere tradito dai giacobini e consegnato da essi allo stupro delle truppe francesi

Dal 1796 al 1799 e negli anni successivi le popolazioni delle regioni italiane insorsero contro gli invasori francesi.
Gli eventi più rilevanti e famosi del vasto movimento di Insorgenze antifrancesi, che caratterizzò l’Italia dal 1796 al 1814, furono la riconquista del regno di Napoli ad opera dell’Armata della Santa Fede guidata dal cardinale Fabrizio Ruffo, le Pasque veronesi, l’epopea dei Viva Maria! in Toscana  e in Liguria e quella di Andreas Hofer nel Tirolo e nel Trentino.


Una stima assolutamente prudenziale fa ascendere ad almeno 280.000 gli insorgenti e a 70.000 i loro caduti.

Le insorgenze antifrancesi ebbero luogo durante l’arco di tempo del predominio francese sulla penisola italiana.
Iniziarono durante la prima campagna d’Italia del generale Napoleone Bonaparte ed ebbero termine nel 1814 con l’abdicazione di Napoleone.

FRA DIAVOLO

– Poemetto in ottava rima –

di Ettore De Mura
prima edizione Ediz. Bideri, Napoli, 1961


Mi pregio di ospitare nelle pagine di “Lazzaro Napoletano” questo poemetto di Ettore De Mura, poeta e autore di canzoni di successo.

Il testo è riportato così come pubblicato sull’edizione in mio possesso.

E’ venuto Fra’ Diavolo:
ha portato i cannoncini
pe’ ammazza’ li Giacobini,
Ferdinando è il nostro Re!

Canto popolare del 1806


Colonnello Michele Pezza, nato a Itri il 7 aprile 1771 e morto impiccato a Napoli l’11 novembre 1806.
La leggenda si è impadronita del personaggio e sulla scorta dei rapporti militari francesi del decennio napoleonico a Napoli, ha trasformato in brigante un pittoresco e spericolato guerrigliero che combatteva come si combatteva all’epoca, con molta audacia e pochi scrupoli.
Muore Fra’ Diavolo nel 1806 con anticipo di circa un decennio sulla nascita del Romanticismo al quale deve di essere stato sollevato a protagonista di vicende eroiche e cavalleresche che il popolo ancora oggi, dopo più di un secolo e mezzo rievoca ed esalta.
È indubbio che dalla figura dell’uomo di guerra e di guerriglia s’irradia, anche nel campo della storiografia, un fascino che continua ad impegnare persone di studio a rintracciare notizie e documenti per una più esatta biografia che conduca in maniera logica dagli inizi non chiari alla vita eroiche ed alla morte impavida.
Ma il popolo costruisce più volentieri poesia anziché storia, e il vinaio di Itri, che è il figlio del popolo, vede il suo conterraneo con tutte le aureole che storia e leggenda, in mirabile fusione, hanno acceso per tramandare un ricordo, una fierezza ed una fantasia.
………………….continua

fonte https://lazzaronapoletano.it/category/0003/0003-0003/page/2/

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