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A CARDITELLO RITORNA UN RE DOPO 150 ANNI, CARLO FAIELLO

Posted by on Gen 26, 2018

A CARDITELLO RITORNA UN RE DOPO 150 ANNI, CARLO FAIELLO

Quando ci si occupa di identità e tradizione dal punto di vista storico-culturale è cosa normale, se si parla del Regno di Napoli, immergersi nell’immenso mondo della Musica Napoletana infatti fin dall’antichità Napoli è sempre stata un laboratorio e punto di riferimento per il resto del mondo, basta andare a visitare l’Antico teatro Romano e lo stabile che ospitava il teatro Medievale, che si trovano all’Anticaglia, e ti rendi conto che il Teatro San Carlo è solo il loro degno erede e non nasce per caso a Napoli.

Se oggi esiste la sinfonia, l’opera, il pop, il rock, il jazz, la melodia, il blues è perché nel Regno sono state gettate le fondamenta con villanelle, moresche, tarantelle e con la grande scuola Musicale Napoletana, “La Scuola Musicale”, nata con le accademie per volontà di Alfonso d’Aragona e successivamente, con la nascita dei Conservatori, raggiunge la sua massima espressione. I Conservatori sono anche un esempio di Civiltà perché vengono pensati con l’intento di dare alle persone meno fortunate, gli orfani per l’esattezza, una dignità attraverso l’insegnamento della Musica, oggi viene chiamato “welfare”.

Se un popolo lo conosci per come mangia e per come parla ci rendiamo conto che Napoli non può non essere un mondo a parte,  ancora oggi è un vivaio di talenti che consegna al mondo artistico, recitativo e culturale, che per numero e per qualità non ha eguali; tra questi possiamo inserirci anche Carlo Faiello che l’estate scorsa ho avuto il piacere di vedere per ben tre volte nello spettacolo da lui creato e da lui stesso guidato, “La Notte della Tammorra”, a Napoli nel giorno di ferragosto, al Ducato di Sessa, li ha mostrato anche la sua umanità, e alla Reggia di Carditello.

Non mi permetto di giudicare Carlo Faiello dal punto di vista musicale perché non ne sono all’altezza visto che sono un semplice uditore appassionato che s’è divertito ed emozionato nell’assistere ai suoi spettacoli, ma posso però tranquillamente esprimere il mio modesto parere su come organizza e dirige i suoi concerti.

Carlo ha dimostrato nelle sue tre uscite, in cui l’ho visto, di avere un modo di fare tipico dei Re Napoletani, anche quelli che non sono nati nel Regno, che rispetto agli altri Monarca agiscono servendo, l’arte suprema, i propri sudditi che ora si chiamano cittadini, ricevendo in cambio consenso dai suoi collaboratori e dal pubblico che ha riempito le piazze che hanno ospitato il suo spettacolo.

Gli artisti che si esibiscono nei suoi spettacoli sono di altissimo livello come la Calogero, la De Vivo, Colasurdo, la Salurso e tanti altri e riesce a tirar fuori in ognuno di loro il massimo mettendo tutti sul piedistallo facendoli sentire a loro volta dei Re. Prima di ogni concerto gli artisti hanno una tensione addosso altissima come se fossero alle prime armi, pur essendo di comprovata esperienza, anche “per colpa” del modo di fare di Carlo. Con la mitezza e con l’autorevolezza cambia il palinsesto dello spettacolo facendo esibire gli artisti anche senza avergli fatto provare i pezzi inseriti all’improvviso nella scaletta, borbottano si lamentano ma come di incanto danno il meglio “è proprio vero che ognuno di noi da il meglio di se quando si trova sull’orlo del precipizio!!”

Carlo forse lo fa di proposito a modificare le scalette perché sa che chi si esibisce senza seguire troppo il “manuale delle giovani marmotte” rende al meglio e non ha paura a far esibire gruppi giovani e semisconosciuti infatti in ogni concerto ne abbiamo visti di nuovi che certamente vedremo anche in seguito.

Lui sta sul palco al centro con la chitarra in mano e oltre a suonare e a cantare dirige i musicisti e i cantanti con naturalezza senza far capire nulla, la stessa cosa fa con le ballatrici, e ti accorgi che non esiste una sommatoria di artisti eccellenti ma è tutta l’orchestra, credo che si possa usare questo termine, che attraverso l’eccellenza nel suo insieme esalta i singoli.

Da vero Re, Carlo tratta il suo pubblico come il vero e assoluto protagonista a differenza di tanti artisti figli della cultura Futurista tanto cara al mondo progressista che pensa che la plebe va educata per farla diventare popolo anche nell’arte. Per un artista napoletano è cosa più semplice perché se nasci a Napoli sei abituato fin dall’inizio ad esibirti nell’ambiente più competente in assoluto che ti esalta se sei bravo e ti distrugge al contrario, Caruso ne sa qualcosa, ma lui comunque ha la capacità di far sentire, con naturalezza, il proprio pubblico il vero Re. Quando assisti allo spettacolo non hai la sensazione che gli artisti scendono dal palco e stanno con te ma al contrario sembra che sei tu a salire sul palco e sei dentro lo spettacolo che può durare anche 4 ore senza che te ne accorgi.

Per una pure e semplice casualità ho assistito ai suoi spettacoli nella Capitale, Napoli, in uno dei Ducati piu prestigiosi, quello di Sessa, e nella reggia di Carditello e forse il mio giudizio è condizionato da questi ambienti Regali ma sono certo che se al posto di Carlo Faiello ci fosse stato qualcun altro le cose sarebbero andate diversamente.

Di seguito tutti i video della notte di Carditello, anche se non potranno mai trasmettere le emozioni vissute.

Claudio Saltarelli

 

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