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ACCADDE OGGI NELLE DUE SICILIE… (1815 – 1861 e oltre…)

Posted by on Ott 1, 2019

ACCADDE OGGI NELLE DUE SICILIE… (1815 – 1861 e oltre…)

(a cura di don Luciano Rotolo, della Fondazione Francesco II delle Due Sicilie)

01 OTTOBRE

1820
• A Napoli si aprono solennemente le sessioni del nuovo Parlamento; la cerimonia si svolge nella chiesa dello Spirito Santo con la presenza di Re Ferdinando I che emette il giuramento; il Presidente del Parlamento pronunzia allora un discorso al quale risponde, in nome del Re, il figlio Duca di Calabria e Vicario Generale del Regno Francesco. Tutta la cerimonia si svolge nella massima sontuosità possibile, compreso anche il corteo reale che passa per le vie della Capitale tra due ali di truppa.

• Il Real Governo costituzionale abolisce la commissione incaricata di revisionare e approvare i libri importati dall’estero.

1821
• Viene eseguita la condanna a morte dei sei carbonari sovversivi, colpevoli dell’assassinio del Cav. Francesco Giampietro, già Direttore di Polizia (nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1821, la vendita carbonara detta “Seguaci di Cristo” aveva decretato l’omicidio del Cav. Giampietro. Un gruppo di carbonari si recò nella sua abitazione e lo strappò dai suoi cari; in strada venne pugnalato con 42 colpi. Sulla sua fronte venne anche inchiodato un sinistro e minaccioso cartello che recitava: numero 1 dei 26).

1822
• In previsione dell’imminente viaggio all’estero di Re Ferdinando I, che sarà accompagnato dal Principe Ruffo, si affida temporaneamente il Ministero degli Esteri al Principe della Scaletta mentre la Presidenza del Governo è assunta dal Cav. Luigi dè Medici.

1829
• S. M. il Re Francesco I, la Regina Maria Isabella, la Real Principessa Maria Cristina (promessa sposa del Re di Spagna Ferdinando VII), il piccolo Real Principe Conte di Trapani con al seguito il Cav. Luigi dè Medici e altre personalità, partono per la Spagna affinchè siano celebrate le nozze reali; il corteo reale in questa giornata passa il confine, raggiungendo Terracina negli Stati Pontifici.

1831
• Un gruppo costituito da 30 persone, radunatasi nel fosso di S. Erasmo appena fuori Palermo, entra nella città tentando di sollevare il popolo contro il Real Governo. La popolazione però non si unisce ma, al contrario, cerca di respingerli; i rivoltosi, visibilmente risentiti, dopo aver ucciso due cittadini e ferito diversi altri, fuggono e si disperdono nelle campagne.

• A Napoli si apre la nuova Società Commerciale Anonima, detta Banca Fruttuaria (che differenza con il triste presente: le ex Due Sicilie oggi non possiedono neanche un istituto bancario…).

1832
• Un Real Decreto di Re Ferdinando II vuole accelerare il corso della giustizia, facilitando le condizioni per la presentazione spontanea in giudizio degli imputati.

1834
• Un Real Decreto stabilisce il prezzo del sale che fino ad allora veniva venduto in forma di monopolio o privativa a Napoli e nel suo territorio; con questa decisione il Sovrano viene incontro ancora una volta ai bisogni della popolazione più bisognosa.

1838
• Continua il viaggio del Re in Sicilia, iniziato il 22 settembre, accompagnato dalla Regina e da diversi Ministri del Real Governo; in questa giornata Ferdinando II lascia Messina per raggiungere Catania.

1841
• La speciale Commissione Militare, istituita dal Real Governo per giudicare gli arrestati e gli imputati della tentata rivolta dello scorso 8 settembre nella città dell’Aquila, mette in stato di accusa 140 individui.

1849
• Papa Pio IX, esule nelle Due Sicilie a motivo della rivoluzione nei suoi Stati e ospite di Re Ferdinando II nella Reggia di Portici, in questa giornata torna nuovamente a Napoli; qui visita il Monastero e la comunità delle monache Benedettine di San Gregorio Armeno, il Monastero e la comunità delle Adoratrici Perpetue a San Giuseppe dè Ruffi e, infine, il Monastero e la comunità religiosa delle Francescane di Donnaregina.

• Il Real Governo ordina la convocazione annuale dei Consigli Distrettuali e Provinciali dei Domini al di qua del Faro.

• Negli Abruzzi, ad Atessa, fa scalpore la notizia della morte, sopraggiunta all’età di cento e uno anni, di una donna chiamata Domenica Alberico.

1859
• Un Real Decreto di Re Francesco II nomina i suoi cugini Luigi M. Ferdinando e Filippo Luigi Maria, figli del Conte di Aquila, “Tenenti di Vascello”.

• Un Real Decreto di Re Francesco II concede la privativa di anni dieci alla Ditta Brioellet e Compagni, che ha inventato un nuovo processo chimico con artificio meccanico di combustione.

• Un Real Decreto di Re Francesco II concede la privativa per anni cinque al sig. Eduardo Pisani, inventore di una nuova macchina atta a macinare le carrube e altre sostanze zuccherose.

1860
• A Isernia, finalmente liberata dai terroristi garibaldini e dai collaborazionisti, si espongono da tutti i balconi le nostre Bandiere Nazionali e si rialzano gli Stemmi Nazionali; vengono quindi arrestati tutti i corrieri e le corrispondenze postali dei terroristi garibaldini; infine si organizza con i contadini un servizio di guardia urbana alla città e si aprono i collegamenti con Capua, dove è presente il nostro Esercito Reale.

• Sempre in Molise, a Guardia, grazie ai cittadini Antonio Lilli e Nicola Onorato, la popolazione insorge al grido di Francesco II contro i terroristi invasori e contro i collaborazionisti; in breve tempo prendono il controllo della città, arrestando il collaborazionista giudice Calapai e altri liberali che vengono tradotti a Isernia per essere giudicati di tradimento.

• All’alba le truppe comandate dal nostro Generale Von Mechel, dopo una faticosa marcia di aggiramento iniziata dalle ore 12:00 del giorno precedente, sbaraglia le avanguardie dei terroristi garibaldini a Valle e a Molino (in questi combattimenti perde anche il figlio Emilio, colpito a morte) e si insinua nel mezzo dello schieramento nemico, costringendo i terroristi a fuggire verso Maddaloni. Alla sua destra il Generale Ruiz, sconfitti i terroristi a La Nunziata e a Castelmorrone, si attesta sulle alture di Caserta Vecchia con circa 3.000 uomini; purtroppo, ed è un grave errore, non comunica la sua presenza al Generale Von Mechel.

• Contemporaneamente D’Orgemont attacca da Capua, conquistando S. Tammaro e investendo S. Maria; Polizzy invece attacca S. Angelo.

• Il terrorista Garibaldi, che si ritiene abbia avuto conoscenza del piano di attacco duosiciliano grazie a una spia traditrice, con sicurezza lascia sguarnite le retrovie di Caserta e concentra le truppe, comprese le riserve, proprio lì dove sa che più forte sarà l’attacco nel tentativo di sfondare le linee; il risultato è quello di impiegare per ore fino al pomeriggio le nostre truppe in combattimento, sfiancandole e bloccando la loro offensiva.

• Nelle periferie di Napoli, alla notizia che Re Francesco II sta guidando un offensiva militare, si registrano diverse rivolte contro i terroristi garibaldini e i loro collaborazionisti.

• Il nostro Generale Von Mechel, completamente isolato e senza notizie dal resto delle altre forze in campo, con gli uomini stanchissimi per le marce e per i combattimenti, si attesta sulle sue posizioni con 5.000 uomini. L’ordine del Comandante in Capo Gen. Ritucci prevedeva che avesse dovuto avanzare dalla destra dei garibaldini, accerchiandoli alle spalle, ma la suddetta mancanza di comunicazioni gli ispira prudenza; non sa che davanti a lui le posizioni dei terroristi sono praticamente vuote e che diversi garibaldini si sono sbandati, fuggendo verso Napoli, credendo di essere stati sconfitti.

• Alle ore 03:00 il terrorista Garibaldi, prevedendo l’offensiva del nostro Reale Esercito (purtroppo si sospetta che qualche spia gli abbia trasmesso il piano), si reca in ferrovia da Napoli a S. Maria di Capua e da lì, in carrozza giunge a S. Angelo quando la battaglia è già iniziata.
Una fucilata uccide il suo cocchiere mentre alcuni nostri militari, nel tentativo di ucciderlo, colpiscono a morte un suo ufficiale che lo scorta; ma il terrorista, protetto sicuramente dalle forze del male, si salva purtroppo anche in questa occasione…
L’offensiva del nostro Real Esercito è forte e accesa, coinvolgendo tutta la linea del fronte: da Piedimonte al fiume Volturno, da Maddaloni a Caserta e a S. Maria.
Tra i soldati sono presenti anche Re Francesco II, suo fratello Alfonso Conte di Caserta e suo zio il Conte di Trapani.
Con i nostri soldati ci sono anche diverse bande di contadini e di cittadini che vogliono difendere la Patria dall’invasore.
Si combatte per ben tredici ore accanitamente.

• Purtroppo nel pomeriggio le nostre forze ricevono l’ordine di ripiegare. Alle ore 17:00 il Comandante in Capo Gen. Ritucci, non avendo notizie delle truppe di Von Mechel e con gran parte delle truppe ancora fresche e non impegnate, ritiene di sospendere i combattimenti, facendo rientrare i soldati a Capua.
Ritucci crede di dover riprendere i combattimenti l’indomani, con le truppe fresche e riposate: sarà invece un errore fatale!
Re Francesco II, presente coraggiosamente nella mischia sin dalla mattina, è fortemente contrario a questa scelta ma non può e non vuole creare una crisi nello Stato Maggiore nel mezzo di una offensiva militare…

• Il nostro Real Esercito in questa giornata perde circa 1500 uomini sul campo su 33.000 impiegati nella battaglia; i garibaldini, su 20.000 uomini impiegati, registrano 506 morti, 1328 feriti, 1389 dispersi e sei pezzi di artiglieria abbandonati. Purtroppo la vittoria è per i terroristi di Garibaldi.

• Il terrorista Garibaldi fa arrivare nella notte, tramite ferrovia, sulla linea del fronte due battaglioni di soldati piemontesi, sbarcati a Napoli il giorno precedente. Questi soldati stranieri vengono immediatamente inviati di fronte alle posizioni di Von Mechel, che erano praticamente sguarnite. Approfittando delle truppe duosiciliane fatte rientrare a Capua dal Generale Ritucci, Garibaldi fa trasportare i suoi terroristi, sempre tramite ferrovia, da S. Maria a Caserta dove sta affluendo un altro reggimento piemontese, al comando del Colonnello Corte. Il grave errore di Ritucci permette ai terroristi, coadiuvati dai piemontesi presenti senza alcuna dichiarazione di guerra, di riorganizzarsi per il giorno seguente!

1861
• A Malta si ritrovano numerosi legittimisti europei, reclutati dal Comitato Borbonico di Marsiglia, per programmare uno sbarco di uomini chiamati a ricongiungersi e a dare aiuto a Borjes; sono previsti sbarchi di combattenti non solo da Malta ma anche da Tunisi e dalle isole Jonie. Un banchiere di Marsiglia ha finanziato tutta l’operazione, donando 5.000 franchi.

1862
• A Palermo si verificano dei fatti incresciosi che, ancora una volta, dimostrano quanto sia ignobile e senza alcun principio morale il governo dei savoja e della loro nuova italia. In questa giornata, infatti, nell’antica Capitale dell’isola vengono accoltellate in luoghi diversi ben 13 persone.
Uno degli accoltellatori viene arrestato e confessa di aver compiuto il suo crimine su ordine di un “guardapiazza” (cioè un mafioso): bisognava colpire a caso e alla cieca; in cambio aveva avuto del denaro proveniente dal Principe Raimondo Trigona di S. Elia, Senatore e molto vicino al re piemontese Vittorio Emanuele II.
In conclusione le indagini dimostrano che questi omicidi e accoltellamenti avevano lo scopo di sconvolgere l’ordine pubblico, per giustificare una forte repressione militare che avrebbe cercato di eliminare tutti gli elementi ancora fedeli all’antica Patria duosiciliana.
Naturalmente i risultati di questa indagine non vengono resi pubblici e il reggente della Questura di Palermo, il bergamasco Giovanni Bolis (amico del terrorista La Farina), provvede a chiuderla immediatamente.

1863
• A Ginosa una colonna mobile di cavalleggeri piemontesi e di collaborazioniste guardie nazionali circondano un gruppo di patrioti combattenti, comandati da Coppolone e Pizzichicchio; i nostri combattenti però, pur perdendo 25 cavalli, riescono a sfuggire alla cattura, nascondendosi nelle paludi del bosco della Rita.

1869
• Re Francesco II rientra a Roma; il governo piemontese (autoproclamatosi italiano nel 1861) tramite l’Imperatore francese Napoleone III, gli fa pervenire la proposta di una restituzione dei suoi beni personali in cambio della sua rinuncia al Trono delle Due Sicilie; Re Francesco II scrive la sua formidabile risposta: “l’onore non è in vendita”!

1870
• A Napoli scoppiano dei tumulti e delle violente manifestazioni in seguito alla decisione presa dal Sindaco della città, Paolo Emilio Imbriani, di mutare via Toledo in via Roma, dopo la conquista della capitale papale avvenuta il 20 settembre del 1870.

segnalato da

Carmela Napoletano

1 Comment

  1. questa è la storia da insegnare nelle scuole…questo è il Popolo Napolitano…questo è un Re!

    il misfatto dell’unità operata attraverso una miriade di crimini non ha giustificazioni! caterina

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