Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Agrigento, ritorno al passato Il sindaco: si chiamerà Girgenti

Posted by on Giu 9, 2016

Agrigento, ritorno al passato Il sindaco: si chiamerà Girgenti

 

riprendo un importante articolo pubblicato da l’Istituto delle Due Sicilie, non aggiungo altro se non invitarvi a leggerlo con attenzione.

Agrigento, ritorno al passato.

Il sindaco: si chiamerà Girgenti 
(ma solo nel centro storico)

L’aveva suggerito Andrea Camilleri e il primo cittadino Lillo Firetto lo ha fatto: si torna al nome che la città dei Templi aveva fino al 1927 quando il Duce volle cambiare. Lo scrittore: «Agrigento mi fa pensare al fascismo, Girgenti a Pirandello»

Con l’approssimarsi della consultazione elettorale la notizia ci era quasi sfuggita. E sarebbe stato un vero peccato perché la notizia è ghiotta e importante.

Sapete tutti che dopo la perdita della nostra indipendenza, l’invasore cercò in tutti i modi di rescindere il legame con il passato con un’opera di disinformazione degna di miglior causa.

Così, parafrasando il sottotitolo della celebre opre di Pino Aprile “Terroni”, da Meridionali (meglio, da Napoletani o si direbbe oggi Duosiciliani) diventammo “italiani del Sud”, “della Bassa Italia”.

E divenimmo “curte e mire” (come dice la canzone) ma anche ricettacolo delle turpitudini più aberranti, la nostra Terra devastata (lo è ancora oggi), le nostre donne stuprate (anchequesto perdura tutt’oggi anche se ora ci pensano gli immigrati,   le nostre ricchezze rubate insieme con la nostra identità e l’orgoglio di appartenere ad uno Stato nazionale, il primo della penisola, il più esteso, ricco ed importante.

Le nostre tradizioni violentate, i nostri Sovrani divennero i peggiori tiranni (e non lo erano affatto) continuando un opera cominciata anni prima per preparare la conquista manu militari della nostra Patria.

Per rescindere meglio i legami con il passato anche gli odonimi vennero cambiati. Scomparvero i gigli, scomparvero le corone (quella ducale di Napoli, legata al ducato bizantino, venne sostituita da una anonima corona turrita), spuntarono a migliaia le vie intitolate a Mazzini, Cavour, Cialdini, Garibaldi, Vittorio Emanuele II.

Anche i nomi delle città, dei luoghi, furono cambiati. Mola di Gaeta, da dove i piemontesi sparavano su la fortezza di Gaeta, unita a Castellone prese il nome di Formia nel 1862. Nel 1863 San Germano divenne Cassino.

Un nuovo attentato alla nostra identità e Storia venne poi con la venuta del fascismo quando la provincia di Terra di Lavoro venne smembrata poi addirittura soppressa. L’Alta Terra di Lavoro divenne parte del Lazio. Anche parte degli Abruzzi fecero la stessa fine.

Tra i tanti nomi cambiati in questo periodo ne ricordiamo due: Monteleone (era già divenuta Monteleone di Calabria) nel 1927 divenne Vibo Valentia; Girgenti, sempre nel 1927, ebbe il nome cambiato in Agrigento.

Le cose stanno lentamente cambiando attraverso il lento processo di acquisizione di consapevolezza di quello che veramente fu il “risorgimento”.

Grazie all’opera di Alianello, Molfese, Manna, Marzocco, ed in tempi più recenti di Aprile, si sono ottenuti alcuni ottimi risultati, impensabili fino a poco tempo fa: Tanti comuni stanno “sfrattando” i vari Cialdini, Mazzini, Garibaldi sostituendoli con altri nomi. (aggiungo Silvio Vitale)

Addirittura  stanno “spuntando”, sempre più frequentemente, strade e piazze intitolate non solo a Sovrani della antica Casa Regnante di Borbone delle Due Sicilie (Francesco II, Ferdinando II, Carlo di Borbone (ultimo in ordine di tempo: Sant’Arpino in Terra di Lavoro), Maria Sofia), ma anche al capitano del Real Esercito di Sua Maestà il Re del Regno delle De Sicilie,  Cosimo Giordano (Cerreto) o a vittime dell’amore fraterno dei piemontesi nei nostri confronti come Concetta Biondi. Ed è recentissima, aprile scorso, la bella notizia cui rischiavamo di non dare il risalto che merita: Girgenti riprende il suo nome. Ne siamo particolarmente lieti sia per tutti i motivi ricordati sopra ma anche perché Girgenti ci ricorda S.A.R. il Principe Gaetano Maria Federico di Borbone delle Due Sicilie, Conte di Girgenti, settimogenito di S.M.  Ferdinando II, Re del Regno delle Due Sicilie.

Vi proponiamo quindi questo articolo del 26 aprile u.s..

Il nucleo storico dell’abitato di Agrigento, quello arabo-normanno-chiaramontano, tornerà a chiamarsi “Girgenti” così come veniva fino al 1927. Lo ha decretato una Delibera della Giunta Comunale di Lillo Firetto approvata nella tarda mattinata di oggi che sancisce definitivamente come il centro storico della città dei templi torni a chiamarsi Girgenti. Un’iniziativa pienamente condivisa dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e da storici e studiosi di storia locale che hanno ritenuto come il nome Girgenti,  così tante volte descritto e citato nelle opere del Premio Nobel, Luigi Pirandello, non possa essere destinato all’oblio della storia ma debba invece essere ricordato e ripreso se non altro come toponimo di una parte, quella storica e medievale di Agrigento.

Dunque il toponimo Girgenti d’ora in avanti caratterizza un percorso che, muovendo dalla Porta dei venti, a nord, abbraccia in senso orario la chiostra muraria fino alla chiesa della Madonna degli Angeli e da lì, in direzione nord-sud fino alla chiesa di San Pietro; da essa, l’intera chiostra che va per la Porta dei panettieri, quella dei Saccaioli o Santa Lucia e quella di Marte; quindi, risalendo di poco, l’intero quartiere del Rabato fino a raggiungere e percorrere verso nord-ovest la salita San Giacomo, l’istituto Gioeni, l’antico Steri o Seminario da dove seguendo le mura naturali e il balzo del colle (San Gerlando, Episcopio, Castello vecchio o dell’Itria) si congiunge col punto di avvio e cioè con la Porta dei venti.

L’intento dell’Amministrazione Comunale è di dare un forte impulso a questo percorso storico-culturale legato al toponimo Girgenti, percorso di rivitalizzazione della memoria identitaria cittadina tenuto conto che la storica denominazione di Girgenti, costituisce un lascito della letteratura e della tradizione locale qualificandosi come bene culturale immateriale inscindibilmente connesso alle sopravvivenze storiche del centro urbano.

 

L’assegnazione del toponimo Girgenti– ha detto il sindaco Lillo Firetto – caratterizza il cuore culturale della città!”.

Marzolla_Girgenti_1853-1

 

Ho sempre preferito chiamarla Girgenti e quindi quella di oggi è una restituzione all’antica storia di Agrigento, che il fascismo volle chiamare così, ma che per me è sempre stata e rimarrà “Girgenti!”. Così lo scrittore Andrea Camilleri cittadino onorario di Agrigento ha commentato nel pomeriggio con il sindaco Lillo Firetto, la decisione dell’Amministrazione Comunale di tornare a chiamare l’antico centro storico della città dei templi, quello del Rabàto arabo normanno chiaramontano, con il toponimo di Girgenti.

 

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.