Il nostro «tour della nostalgia» alla scoperta delle bellezze che abbiamo perduto, ci porta oggi alle Isole Pelagose, per geografia appartenenti alla Capitanata e al Mezzogiorno, ma letteralmente «sottratte» all’una e all’altro da un’incredibile serie di vicissitudini storiche. Il legame tra il piccolo arcipelago e quello delle Tremiti è attestato fin dall’antichità. Secondo alcuni studi, piuttosto recenti, le isole Diomedee sarebbero San Domino (Tremiti) e Pelagosa Grande, dove è stato rinvenuto un frammento di un vaso riportante il nome di Diomede, e dove secondo alcuni autori sarebbe stato sepolto il corpo dell’eroe greco. Sta di fatto che per molti secoli le ridenti isole situate proprio in mezzo all’Adriatico sono state terra di nessuno, finché l’Impero Austro-Ungarico, nel 1873 non vi costruì il faro, esercitando un controllo de facto sull’arcipelago, strategico a causa della sua nevralgica posizione. Le Isole Pelagose furono teatro di violente battaglie durante la Prima Guerra Mondiale. La Capitanata e le sue vicine isole diventarono, così, per necessità strategica, fronte della Grande Guerra. Nel 1920, il Trattato di Rapallo le riconobbe all’Italia, ma il governo fascista nel 1923 ne attribuì la giurisdizione alla lontanissima provincia di Zara. Dopo la seconda guerra mondiale, l’arcipelago passò alla ex Iugoslavia. Attualmente è croato, ma un antico trattato riconosce ai pescatori di Manfredonia il diritto di pesca nelle acque antistanti le isolette. In conclusione, questo stupendo lembo di terra dauna che si protende nel mare non è mai stato, di fatto, dauno. Una ragione di più per apprezzare le belle immagini che abbiamo estratto – restaurandole e colorandole con l’intelligenza artificiale – dal numero del 1876 del Bollettino della Società Adriatica di Scienze Naturali in Trieste. Illustravano articoli di Marchesetti e Haenisch: oggi sono un pezzo di passato possibile, che non si è mai purtroppo avverato. Come di consueto, offriamo ad amici e lettori le immagini in tre distinti versioni: le originali in bianco e nero, semplicemente restaurate, a colori e in versione artistica. Gli abbonati al canale WhatsApp di Lettere Meridiane ricevono gratuitamente in omaggio le tre versioni anche in alta risoluzione.
Sulla scadente classe arbitrale italiana un pioggia di critiche. Allenatori, calciatori, dirigenti e presidenti a pretendere rispetto, a lamentare vittimisticamente e senza decenza soprusi e penalizzazioni, a sbraitare e ad offendere, ad alimentare sospetti e retropensieri. In un clima infuocato che mi piace sempre meno.
C’è stato, però, in un tempo non troppo lontano, un ragazzo coi capelli ricci e con le caviglie sempre gonfie che, nonostante i mille calci, non cadeva mai. Sempre in piedi, ad abbracciare anche gli avversari più aggressivi. A chiedere all’arbitro di non ammonire il rivale in campo perché forse non l’aveva colpito di proposito. A chiedere di giocare solo a calcio. Nulla più.
Per molti un “cattivo esempio”, per me – oggi più di ieri – il riferimento assoluto.
“Lui non protestava con gli arbitri. Lui chiedeva spiegazioni. Voleva capire perché una determinata azione di gioco era stata valutata in un modo piuttosto che in un altro. E lo faceva, anche nella foga agonistica del momento, in modo composto. Rispettava i ruoli. Braccia sempre dietro la schiena, giusta distanza. Sapeva stare al suo posto anche in quei momenti in campo. E se non era d’accordo scuoteva la testa e finiva lì. Sì, era un campione assoluto anche in questo.”
“Una narrazione nella quale si fondono e confondono realtà storica, trasposizione storiografica e narrazione mitica di episodi mantenuti vivi e leggendari dalla memoria, dai racconti popolari e della musica popolare.”
Venerdi 21 novembre 2026 alle ore 17:30 verrà presentata l’opera “Voci, suoni e canti di briganti in terra di lavoro” di Claudio Saltarelli a Santa Maria C.V. presso la prestigiosa Libreria Mondadori. La presentazione è organizzata dalla suddetta Libreria Mondadori, dall’ArcheoClub di Santa Maria C.V. e dall’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro che già in passato hanno organizzato insieme, sempre a Santa Maria C.V., un importante convegno sul 1799. Bisogna dire un grazie particolare aLucio Castrese Schiano e Salvatore Romano membri di entrambi le associazioni, che si sono impegnati affinchè si potesse organizzare l’incontro. Santa Maria C.V., l’antica Capua, ha ospitato la più importante scuola di Gladiatori dell’Impero Romano e da dove partì la rivolta di Spartaco ma è, altresì, luogo ricco di tradizione e storia, perla della Terra di Lavoro e del Regno di Napoli. Ospite della serata sarà Lello Traisci importante artista napoletano e napolitano che ha partecipato alla realizzazione dell’Opera con due brani musicali che ci farà ascoltare durante la presentazione. Claudio Saltarelli
I soldati borbonici subirono di tutto Non solo Fenestrelle CaroGranzotto, nelle sue ricorrenti intemerate filoborboniche ed antisabaude lei ha spesso citato il Forte di Fenesbrelle come un lager dove sa¬rebbero stati mandati a morire di freddo e di stenti migliaia (o decine di migliaia, non ricor¬do) di soldati borbonici. Ebbene, il Corriere del¬la Sera ha pubblicato un bell’articolo di recen¬sione ad un libro di Alessandro Barbero su la vera storia della Congiura di Fenestrelle.
§. 1. Carlo Alberto esce In campo. — 2. La Belgioioso in Napoli. — 3. Partenza di volontarii per Lombardia. — 4. Dimissione del ministero, e tumulti. — 5. Il ministero Troya. — 6. Partenza del 10. di Linea ed altri volontarii. — 7. In Sicilia dichiarano decaduti i Borboni. — 8. Ministri napoletani e siculi al congresso per la lega. — 9. il papa disdice la guerra. — 10. Cade il disegno della lega. — 11. Armestizio a Messina. — 2. Gli organizzatori de’ municipii. — 13. Elezioni di deputati. —14. Semi del 15 maggio. — 15. Abbandono di arti. —16. Strettezze, debiti, prestiti sforzati. — 17. Il Pepe manda soldati fuor del regno. — 18. Ministri di piazza. — 19. Comunismo e socialismo. — 20. Reazioni. — 21. Colpano i Gesuiti e l’Austria. — 22. Proclamazioni turchesche.— 23. Il popolo non si muove. — 24. Illegali conventicole di deputati. — 25. Le barricate. — 26. Inutili concessioni regie. — 27. Fremito dei soldati. — 28. Battaglia. — 29. I deputati delirano. — 30. I ministri esteri. — 31. I foggiti liberali. — 32. Che fu il 15 maggio.