Alta Terra di Lavoro

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Baby gang (… di Napoli, Milano o altra città!?)

Posted by on Gen 23, 2018

Baby gang (… di Napoli, Milano o altra città!?)

Un giornale radio, poco fa,  ha trasmesso la notizia relativa a due aggressioni, fatte da bande giovanili, una a Napoli e una nel suo hinterland.

Solo questo.

Pare, a giudicare da quanto trasmesso da certe emittenti radiotelevisive, che certi fenomeni esistano, dunque, solo a Napoli e nelle sue zone limitrofe. Neppure nel casertano (dove io sono nato e vivo) se ne sente notizia: il che, vista la fama che abbiamo, è quanto dire…

È come se uno mi chiedesse di parlare dei vulcani d’Italia e io gli dicessi del Vesuvio; un altro, o sempre lo stesso, mi chiedesse delle eruzioni che hanno distrutto città e paesi ed io, in risposta, gli parlassi del Vesuvio e dell’eruzione che distrusse Pompei ed Ercolano; un altro, ancora, mi chiedesse delle eruzioni pliniane o sub pliniane ed io, di nuovo lì, a parlargli del Vesuvio.

Alla fine, questo gruppo di miei interlocutori, che conoscono me ma non la vulcanologia dell’Italia, si farebbero l’idea (se mi dessero credito a sufficienza) che in Italia c’è un solo vulcano: il Vesuvio.

Lo stesso per le aggressioni giovanili.

Così non è, ovviamente, tant’è che, se uno va su GOOGLE e digita Baby gang, prima di finire la  digitazione gli compaiono diverse opportunità di scelta tra cui, le prime due,  sono Baby gang Napoli e Baby gang Milano … ohibò! Milano!?! Sì, stanno pure lì: sono perfetti, hanno tutto, sono i migliori ma c’hanno pure le Baby gang … il che, però, a pensarci bene, rafforza l’idea che loro sono superiori e perfetti. Tranquilli, dunque: si tratta della classica eccezione che rafforza la regola!!! Va bene così.

A ben vedere, e fuor di metafora, la cosa non è tanto indice di “forza”, ma di debolezza. Sì, perché costoro, del Nord- Est, del Nord in genere (lo scrivo con la maiuscola come scriverei  Regione, con la maiuscola, comunicando con chi sa che mi sto riferendo alla Campania, che sottintendo in quella frase) hanno bisogno di pensarsi immuni da certe cose, di sentirsi comunque migliori, “i”  migliori in assoluto anche se così non è (la cronaca spicciola, quella dei loro media locali, con tutto il suo contenuto di fatti e fattarelli negativi locali, arriverà pure a loro, no!?).

A ben vedere,  la cosa danneggia noi (ma MENO di prima), ma danneggia anche loro.

Danneggia noi: chi crede ancora a certe narrazioni, chi ancora dà fiducia ad esse (sempre meno persone lo fanno a giudicare dalla quantità di turisti che affollano Napoli in tutte le stagioni) non viene a Napoli. Ricordo il post di una giovane conterranea emigrata in un altro continente. Raccontava di certi suoi concittadini di quella lontana terra che, venuti in visita in Italia, avevano fatto quasi come Cavour dopo la cosiddetta unità: non erano scesi più giù di Firenze ( o, forse, questi si erano spinti – rischiando! –  fino a Roma!) temendo, dicevano espressamente, di venire a Napoli per le cronache negative che su di essa avevano  visto e letto.

Questo è ancora un danno, ma ha un risvolto positivo: abbiamo preso coscienza, stiamo reagendo, e la cosa non funziona più tanto, né su di noi né, grazie alle nostre reazioni, su altri che non sono noi, noi … sia “meridionali” che “ex meridionali”.

Ma è un danno anche per loro: incapaci di accettare che le cose stanno cambiando, non solo come presa di coscienza, ma anche come azioni pratiche che da questa nostra nuova consapevolezza nasceranno, non accettano il confronto sui temi veri, no: continuano con le narrazioni a finalità delegittimanti, neganti…

Così, il problema, per loro, crescerà, si ingrosserà mentre loro fanno finta di ignorarlo… (grazie, sia detto sommessamente e senza ironia, grazie per questo).

Foglie di fico, dunque? Pannicelli caldi? Polvere sotto il tappeto?

Brassicaceae  loro!

A noi interessa poco.

Noi andiamo avanti con la presa di coscienza e con quello che da questo nascerà.

 

Fiorentino Bevilacqua

23.01.18

 

 

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