Alta Terra di Lavoro

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CARMINE SOMMA DIFENDE PINO APRILE PER DIFENDERE L’IDENTITA’

Posted by on Giu 4, 2019

CARMINE SOMMA DIFENDE PINO APRILE PER DIFENDERE L’IDENTITA’

Pubblichiamo di seguito una risposta di Carmine Somma ad un articolo denigratorio su Pino Aprile preceduto dal link. Da un po di tempo c’è un risveglio dei giacobin-risorgimentali molto energico che ci fa molto piacere, sono scesi dalla torre di avorio per venire nel nostro sottobosco, chissà se la teoria di Ghandi si applicherà alla nostra storia!!!

Carmine Di Somma Giugno 3, 2019 9:33 pm

L’Europa sta all’Italia , come l’Italia Sabauda sta al Regno delle Due Sicilie . Lo ha detto Giulio Tremonti che non mi pare sia borbonico . Un illustre studioso come Salvo Di Matteo , nemmeno lui di simpatie borboniche, ha affermato in un suo bellissimo lavoro letterario che l’unificazione italiana è stato un processo allogeno, egemonico, militare . Lo stesso prof. EUGENIO Di Rienzo, ha chiaramente affermato che se il Borbone si fosse staccato dal tradizionalismo cattolico, dal mercantismo e protezionismo statalista , e si fosse gettato tra le braccia di lord Palmerstone o del carbonaro Luigi Napoleone, probabilmente Napoli sarebbe ancora oggi capitale . Quanto alla storia is di Fenestrelle, il prof. Alessandro Barbero , ottimo storico, ha tirato fuori dall’archivio di stato di Torino 265 unità archivistiche su 2265 , unità sprovviste di documenti di corredo ( cioè a casaccio ) . Questa ricerca è venuta fuori solo come risposta alla crescente vigoria della narrazione filoborbonica , secondo cui i soldati del disciolto esercito napoletano , siamo stati sterminati nei campi di rieducazione militari e nell’universo concentrazionario che venne allestito al nord , per contenere quegli umili della bassa forza del Regno di Napoli . Una cosa è certa : se gli alti ufficiali borbonici avessero avuto lo stesso coraggio ed amore patrio di quei ragazzi finiti nei campi di concentramento del nord , i cosiddetti garibaldini , non sarebbero nemmeno partiti . Al di là delle fantasie storiche dell’una e dell’altra parte, basterebbe solo leggere integralmente i carteggi di Cavour, come ha tentato di fare il prof. Roberto Martucci , per capire come andarono le cose . Basterebbe leggere ciò che Massimo D’Azeglio scrisse al senatore Matteucci nel luglio del 1861, quando a sud del Tronto si versavano fiumi di sangue di contadini e popolani per mano dei liberatori scesi dal nord . Era un sangue da versare sull’altare della Rivoluzione liberale . Mi taccio . Vergognatevi .

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