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Casamicciola e Benedetto Croce: ciò che giudichiamo disgrazie possono essere grazie e ciò che giudichiamo grazie possono essere disgrazie

Posted by on Lug 27, 2019

Casamicciola e Benedetto Croce: ciò che giudichiamo disgrazie possono essere grazie e ciò che giudichiamo grazie possono essere disgrazie

Nel lontano 28 luglio 1883 vi fu un disastroso terremoto in quel di Casamicciola sull’isola di Ischia. Un terremoto in cui persero la vita i genitori e la sorella del noto filosofo Benedetto Croce (1866-1952). Lui stesso fu investito dal crollo, ma ne uscì vivo dopo aver perso conoscenza.

Ecco il racconto che ne fece:

“Eravamo a tavola per la cena io la mamma, mia sorella ed il babbo che si accingeva a prendere posto. Ad un tratto come alleggerito, vidi mio padre ondeggiare e subito in un baleno sprofondare nel pavimento stranamente apertosi, mia sorella schizzare in alto verso il tetto. Terrorizzato cercai con lo sguardo mia madre che raggiunsi sul balcone dove insieme precipitammo e così io svenni..”

“Rinvenni a notte alta, e mi trovai sepolto fino al collo, e sul mio capo scintillavano le stelle, e vedevo intorno il terriccio giallo, e non riuscivo a raccapezzarmi su ciò ch’era accaduto, e mi pareva di sognare. Compresi dopo un poco, e restai calmo, come accade nelle grandi disgrazie. Chiamai al soccorso per me e per mio padre, di cui ascoltavo la voce poco lontano; malgrado ogni sforzo, non riuscii da me solo a districarmi.”

“Verso la mattina (ma più tardi), fui cavato fuori, se ben ricordo, da due soldati e steso su una barella all’aperto. Lo stordimento della sventura domestica che mi aveva colpito, lo stato morboso del mio organismo che non pativa di alcuna malattia determinata e sembrava patir di tutte, la mancanza di chiarezza su me stesso e sulla via da percorrere, gl’incerti concetti sui fini e sul significato del vivere, e le altre congiunte ansie giovanili, mi toglievano ogni lietezza di speranza e m’inchinavano a considerarmi avvizzito prima di fiorire, vecchio prima che giovane.”

Alla morte di Benedetto Croce, la nota mistica Natuzza Evolo (1924-2009) raccontò di aver ricevuto una visione del filosofo il quale le disse di essere stato condannato all’inferno per aver rifiutato in vita le tante occasioni di conversione e che avrebbe voluto accettare tante penitenze per quanti sono i granelli di sabbia pur di liberarsi da quel luogo di dannazione.

Non sappiamo se questa visione sia attendibile, per tutta una serie di motivi che non stiamo qui ad elencare. E’ però purtroppo verosimile perché il giudizio di Dio è sempre tarato in base ai talenti che si ricevono e che costituiscono una grande responsabilità. Croce, pur riconoscendo il valore culturale del Cattolicesimo, non volle mai essere un cattolico. Dicevamo: non possiamo sapere se effettivamente questa visione sia attendibile (speriamo non lo sia), resta il fatto che se Croce fosse morto nell’occasione del terremoto (aveva solo 17 anni), è altamente probabile che il suo destino eterno sarebbe stato diverso.

Lo ripetiamo: speriamo che ciò che abbia visto la Evolo non sia rispondente alla realtà, ma questo ci permette una riflessione molto importante: nella prospettiva dell’eternità ciò che giudichiamo disgrazie possono essere grazie e ciò che giudichiamo grazie possono essere disgrazie. 

fonte http://itresentieri.it/nella-pprospettiva-delleternita-cio-che-giudichiamo-disgrazie-possono-essere-delle-grazie-e-cio-che-giudichiamo-grazie-possono-essere-delle-disgrazie/

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