La processione del gruppo della Deposizione e della Pietà, che occupa la mattina di questo giorno, è forse quella emotivamente più intensa, certamente suggestiva è la partecipazione di tantissime donne alluttate.
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».
Come è noto la “Settimana Santa” in tutto il Regno è sentita e vissuta con grande partecipazione ed intensità ed ogni anno la rappresentiamo su questi canali e questa volta lo faremo costruendo un ponte tra due perle dell’amata Patria Napolitana che sono Sessa, già Ducato, e Troja in Capitanata che custodiscono e vivono due rituali diversi che hanno in comune comunità che vivono con forte spiritulità e fede la“Passione” di nostro “Signore Gesù Cristo”. Di seguito due brevi video sintesi delle due commemorazioni
La “La Settimana Santa di Sessa Aurunca” già Ducato, ormai è diventato un appuntamento atteso non soltanto dalla comunità sessana ma dal mondo intero. Non esagero a dare una dimensione universale ai riti della “Settimana Santa” sessana perchè è da 5 secoli, forse da ancora prima, che Sessa dimostra la sua enorme fede cattolica vivendo con intensità e totale partecipazione i riti e liturgie dei giorni più importanti per il mondo della cristianità. Evento Sacro che assume le forme che vediamo ora nel Regno di Napoli durante l’Impero delle Spagne e, anche se simili a tanti che si tengono in altri luoghi del Mediterraneo Latino, è un unicum assoluto a cominciare dal suggestivo e travolgente “Miserere”. Martedì 04 aprile alle 21 ci spiegherà perchè di questa unicità il Priore dell’Arciconfraternita del SS CrocifissoPasquale Ago e per ascoltarlo basta cliccare di seguito
La controstoria veneta di Bozzini: ripubblicato «L’arciprete e il cavaliere». Cislino, esponente del «dissenso» cristiano, accusa:; l’ammistrazione italiana colpì le fasce più deboli…. Parliamo di Federico Bozzini, una singolare figura di storico non accademico, scomparso nel 1985, di cui la casa editrice Santi Quaranta ha oggi ripubblicato L’arciprete e il cavaliere. Il Veneto nel Risorgimento (233 pp., 13 euro), volume dagli intessanti spunti storico-letterari.
Bozzini nasce a Verona nel 1943, frequenta scuole cattoliche e, muovendosi tra le fila della Cisl, alla fine degli anni Sessanta si avvicina all’area del cosiddetto «dissenso cattolico». Nel 1979 lo troviamo tra i fondatori di «Ombre bianche », rivista dell’operaismo cattolico regionale, autofinanziata da autori e lettori, nel cui primo numero firma l’articolo «Veneto è bello ». Qui si legge: «Se io sono veneto, di origine cattolica e della Cisl risulterei ridicolo se tentassi di entrare in crisi recitando il copione del piemontese laico e della Cgil. Per quel tanto che le definizioni hanno contato nella mia esperienza individuale, è su di loro che devo far opera di riflessione e revisione. E per questo trovo utile prendere in considerazione quella qualifica fastidiosa, che è il mio essere veneto».
L’avvicinamento tra Chiesa e massoneria può avvenire solo a spese della Verità: la luce di Cristo non è una delle tante “luci” del tempio massonico, dove si è liberi di professare qualsiasi religione… purché non la si consideri “troppo vera”.