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Chi ha voluto la fine del Regno Due Sicilie e la breccia di Porta Pia. L’ombra del Principe Otto von Bismark

Posted by on Set 30, 2019

Chi ha voluto la fine del Regno Due Sicilie e la breccia di Porta Pia. L’ombra del Principe Otto von Bismark

Questa rubrica – curata da Giovanni Maduli – ci racconta, attraverso scritti e testimonianze, la storia del popolo del Sud che si ribellava all’occupazione da parte dei piemontesi dopo la ‘presunta’ unificazione italiana. Da oggi proveremo a illustrare chi ha voluto la fine del Regno delle Due Sicilie e l’indebolimento della Chiesa di Roma. Il ruolo della massoneria e del Principe Otto von Bismark, “uomo della setta”…   

di Giovanni Maduli
componente della Confederazione Siculo-Napolitana e vice presidente del Parlamento delle Due Sicilie-Parlamento del Sud®, Associazione culturale


Nelle prime dieci puntate di questa rubrica abbiamo appurato, seppure in maniera estremamente concisa e certamente insufficiente, alcune innegabili verità relative alle violenze, alle torture, agli stupri, alle illegalità attraverso le quali furono aggredite e annesse la Sicilia ed il Sud. Verità che, come abbiamo scritto, non possono andare soggette ad “interpretazioni” di sorta. Verità che testimoniano inequivocabilmente cosa veramente fu quello che ancora, con un falso e subdolo eufemismo, viene indicato come “risorgimento”.

Da oggi e nelle puntate che seguiranno cercheremo invece di capire “chi” volle, e perché, mettere fine ad un Regno che, contrariamente a quanto ci si è voluto far credere, con le sue equilibrate politiche sociali ed economiche caratterizzate da uno spiccato senso di solidarietà, rappresentava certamente un ostacolo all’affermarsi di quella borghesia di stampo capitalistico che, attraverso quelle atroci violenze, si impadronì del potere politico ed economico mortificando mortalmente le naturali e legittime aspirazioni del suo popolo. E non solamente nei nostri territori…


“La borghesia italiana, specie quella agrario-mercantile, era uscita dall’esperienza napoleonica notevolmente rafforzata, sia sul piano politico che su quello economico. Per la prima volta era divenuta classe di governo e forza sociale egemone, pur nell’ambito dell’asservimento ai disegni imperialistici della borghesia francese e di Napoleone…

La conseguente redistribuzione delle terre e la successiva privatizzazione dei demani appartenenti alla comunità favorirono il rapido affermarsi nel campo economico della borghesia terriera. Il tradizionale equilibrio della vita sociale nelle campagne viene sconvolto all’improvviso. Si assiste ad un peggiorarsi del tenore del ceto contadino e ad uno sviluppo del bracciantato agricolo.

Il mutarsi dei rapporti di produzione crea infatti una minore stabilità nei legami con la terra da parte degli stessi contadini, dovuto in parte alla pressione esercitata dalla nuova borghesia terriera sui coltivatori, in parte allo stesso aumento della popolazione ed alla specializzazione delle colture.

Mentre nei secoli precedenti l’applicazione della piccola coltura permetteva al contadino di provvedere al consumo della propria famiglia, ora la maggiore soggezione al proprietario e la tendenza alla specializzazione lo legano più ancora che nel passato al mercato, che comincia lentamente a svilupparsi nelle campagne, in dipendenza all’introduzione di sistemi capitalistici nell’agricoltura.



La massoneria, protetta e incoraggiata da Napoleone, aveva conosciuto una larghissima diffusione. Aveva fornito i quadri del regime napoleonico e influenzato la vita politica del paese…

Ma la borghesia della (successiva, n.d.a.) Restaurazione – della quale ora faceva parte a pieno titolo anche la nobiltà imborghesita – non era più quella timida e impacciata dell’età delle riforme. L’esperienza napoleonica non l’aveva solo fatta diventare forza sociale egemone, ma l’aveva soprattutto resa consapevole della propria forza rivoluzionaria politica ed economica.

Dopo aver assaporato per circa un ventennio i vantaggi della “libertà”, cioè della libertà di profitto, i nuovi ostacoli posti ora alla piena espansione del capitale dovevano apparire quanto mai intollerabili e opprimenti.

L’accresciuto peso sociale della borghesia non poteva quindi che far pendere decisamente dalla sua parte i vantaggi del nuovo compromesso con i governi assoluti. Ma ben altri erano ora il vigore e la volontà di lotta del capitale contro i vincoli della società tradizionale. E con ben altra energia il capitale seppe mobilitare i suoi intellettuali e la sua manovalanza rivoluzionaria contro i sovrani assoluti”.

Gian Pio Mattogno La Rivoluzione Borghese in Italia – Dalla Restaurazione ai moti del 1831, Edizioni All’insegna del Veltro, pag. 5, 6, 7, 8.

“E’ tuttavia incontrovertibile che la marcia davvero trionfale delle legioni garibaldine, dalla Conca di Palermo al Vesuvio, venne immensamente agevolata dalla conversione subitanea di potenti dignitari napoletani dal Sanfedismo alla democrazia liberale. Non è assurdo pensare che questa vera illuminazione pentecostale sia stata almeno in parte catalizzata dall’oro.

(…) Probabilmente le linee di strategia politica erano due.

La prima, colpire il Papato nel suo centro temporale, cioè l’Italia, agevolando la formazione di uno Stato laico.

(…) La spedizione dei Mille rimane un evento focale nella evoluzione della moderna Europa. Cronologicamente parallela alla Guerra di Secessione americana, alla rivoluzione industriale, al Canale di Suez, contribuì ad iniziare quel processo di destabilizzazione e di ristrutturazione (il solve et coagula – Ordo ab Chao massonici, N.d.A.) dell area mediterranea che dura ancor’ oggi”.
Epiphanius-Massoneria e sette segrete Controcorrente Edizioni, pag. 189.

Stralcio della lettera d’istruzione che il Principe Otto von Bismark, cancelliere di Guglielmo II e “uomo della setta”, inviò all’ambasciatore tedesco a Parigi, Conte Harry von Arnim, nel corso della terza repubblica.

“… infine dobbiamo auspicare il mantenimento della repubblica in Francia per un’ultima ragione, che è la maggiore: la Francia Monarchica è e sarà sempre cattolica, avendo la sua politica grande influenza in Europa, in Oriente e fino all’Estremo Oriente. Un mezzo per contrastare la sua influenza a favore della nostra, è di deprimere il cattolicesimo e il Papato che ne è la testa. Se potremo conseguire tale scopo la Francia sarà già annichilita. La monarchia verrà intralciata in questo tentativo mentre si aiuterà la repubblica. Mi accingo a muovere alla Chiesa cattolica una guerra che sarà lunga e, può essere terribile… Mi si accuserà di persecuzione potrò esserci obbligato; ma ciò si impone per finire di piegare la Francia e stabilire la nostra supremazia religiosa e diplomatica, come la nostra supremazia militare…
Epiphanius-Massoneria e sette segrete Controcorrente edizioni, pag. 177,178.

Appena un decennio dopo, il 20 settembre 1870, si avrà la “Breccia di Porta Pia”…

Foto tratta da militaer-wisson.de


 fonte


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