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DA LOMBROSO AD OGGI, 160 ANNI DI MORTIFICAZIONI

Posted by on Mag 21, 2020

DA LOMBROSO AD OGGI, 160 ANNI DI MORTIFICAZIONI

In questa foto possiamo “ammirare” a sinistra Cesare Ezechiele Lombroso, (medico e antropologo, da taluni studiosi definito addiritura il padre della moderna criminologia ma nella realtà dei fatti un ciarlatano), a destra, invece, Vittorio Feltri (giornalista e “comparsista” in tv).
Cosa hanno in comune? Una errata e “razzista” concezione dei meridionali

Andiamo per gradi.
Le strampalate convinzioni di Lombroso, che operò nel periodo in cui il Regno di Sardegna aveva occupato il Regno delle Due Sicilie (Unità d’Italia), si basavano in particolare sulla tesi ^”dell’uomo delinquente nato o atavico”, individuo che recherebbe nella struttura fisica i caratteri degenerativi che lo differenziano dall’uomo normale e socialmente inserito. Alla ricerca della notorietà in favore delle sue tesi equivoche e antiscientifiche, il medico Lombroso non esitò a scorticare cadaveri, mozzare e sezionare teste, effettuare i più, incredibili e crudeli interventi su uomini ritenuti criminali per le misure di parti del cranio e del corpo, imbastendo incredibili teorie sulle caratteristiche somatiche dei cosiddetti delinquenti per natura.
Il suo lavoro fu fortemente influenzato dalla fisiognomica, sviluppando una pseudo-scienza che si occupava di frenologia forense e psicosomatica e inducendolo a congetture quasi da allievo stregone più che da scienziato, in un contesto fondato sull’eugenetica e su certe forme di “razzismo scientifico” le cui conseguenze saranno ben visibili nei decenni successivi (infatti tali congetture furono adottate quale teoria fondante dai medici tedeschi che ne fecero derivare il principio della purezza ariana estendendo la falsa teoria di Lombroso ai caratteri somatici degli ebrei – dei rom e così via per giustificarne il successivo sterminio)^. [https://www.nolombroso.org/it/]

Ebbene, se queste tesi sono state inculcate nelle teste degli italiani per oltre 160 anni, facendo sentire i settentrionali “razza” superiore, mentre quella meridionale inferiore (arrivando al punto di ritenerle giuste!), come ci si può meravigliare nel momento in cui Feltri dichiara in diretta TV “credo che i meridionali, in molti casi, siano inferiori”? Ha esternato quello che pensa buona parte della gente del nord Italia praticamente da sempre. Basta aver sentito qualche volta Giuseppe Cruciani, Gianni Brera, Enrico Mentana, Massimo Giletti etc. per capire quanto sia diffusa questa visione di noi meridionali.
Feltri ha avuto però il merito di provocare un sussulto di orgoglio, sopito da troppo tempo, in tantissimi di noi. Facendoci riscoprire attaccati alle nostre radici storiche e culturali, che sono state seppellire da un secolo e mezzo di bugie, capaci di impoverci non solo economicamente ma sotto ogni punto di vista.
L’italia potrà dichiararsi davvero una e indivisibile solo nel momento in cui non esisteranno più un’Italia di serie A (conquistatrice) e un’Italia di serie B (colonia interna).

Ps: vi invito a navigare sul sito del Comitato No Lombroso, al quale purtroppo il consiglio comunale di Cerisano non ha voluto aderire, per farsi un’idea di come sia forte questo retaggio mentale e per visionare i resti dei tanti meridionali esposti nel museo Lombroso di Torino.

Rosario Belmonte

2 Comments

  1. La storia dei vincitori ha interesse a che nessuno scadini il mito della superiorità piemontese rispetto a noi meridionali. Purtroppo gli archivi anglo-francesi non potevano rimanere chiusi in eterno e la Massoneria non poteva più tacere sui suoi “meriti” nell’inventare tanti Padri della Patria per nascondere le proprie responsabilità. Ma spetta a noi porre in essre uno scatto di orgoglio e di operatività!

  2. .state tranquilli! L’ignoranza e la pseudoscienza è usata solo per denigrare chi sa competere! Consolatevi pensando a noi Veneti che siamo i polentoni! L’Italia è un’espressione geografica assunta a mito…la chiamarono cosi’ da (v)italoi che gli achei sbarcati sulle coste calabre trovarono ed era gente attiva che allevava (v)vitelli per averne poi latte e formaggi… Che Lombroso, famoso all’epoca, ma superato poi da tutti, trovi addirittura un museo che lo celebra, non può che capitare a Torino sennò come facevano gli ibridi piemontesi, con in testa un’altrettanto sconosciuta dinastia a giustificare quello che si son “prestati” a fare, succubi di interessate teorie del sette-ottocento! Lasciamoli perdere e andiamo avanti per la nostra strada, fieri di quello che siamo, nonostante le “dicerie”… e i tradimenti purtroppo anche dai nostri che vi si annidano per prosperare a nostro danno! Cerchiamo di essere quello che sappiamo di dover essere… è solo la cultura che sostiene la dignità e la nostra fierezza! caterina ossi

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