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DUE SICILIE : IN BASILICATA LA STORIA NEGATA ENTRA A SCUOLA

Posted by on Feb 29, 2016

DUE SICILIE : IN BASILICATA LA STORIA NEGATA ENTRA A SCUOLA

si diffonde ormai a macchia d’olio la volontà da parte delle scuole di far conoscere ai propri alunni la parte della storia omessa dai libri di scuola e vi posso garantire che non accade soltanto nel sud della penisola italica ma anche al nord. di seguito pubblico un articolo tratto da EDITORIALE IL GIGLIO su come un testo che parla del massacro che fecero a Lauria i giacobini nel 1799 sia stato adottato da ben 6 scuole Lucane,………………..

Massacro a Lauria. La resistenza antigiacobina in Basilicata tra 1799 e 1819”, di Antonio Boccia (Editoriale Il Giglio, Napoli 2006),

 

è stato adottato come testo scolastico per gli studenti di sei Comuni della Basilicata. Il libro è stato presentato l’11 febbraio scorso nella sala del Consiglio comunale di Trivigno (Potenza) nell’ambito del Progetto “Incontro con l’autore” organizzato dall’Istituto Comprensivo di Albano di Lucania e diretto dal prof. Piero Florindo Gallicchio.

Alla presentazione hanno partecipato lo studioso ed avvocato Antonio Boccia, i docenti di lettere e gli studenti dei sei plessi dell’Istituto Comprensivo di Albano di Lucania, il vicesindaco di Trivigno, Rocco d’Emilio, amministratori comunali di Trivigno e Lauria, ed il direttore della Biblioteca nazionale di Potenza Franco Sabia.

In un messaggio rivolto ai partecipanti all’incontro, il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, ha scritto: “Si tratta di un libro non solo sostenuto come Regione Basilicata, ma che ho apprezzato notevolmente per lo stile e l’accurata ricostruzione dei fatti , ed anche perché esso fa luce su una particolare fase storica del mio paese, Lauria”.

Con il contributo della Regione Basilicata, che ne ha acquistato 200 copie, “Massacro a Lauria” sarà libro di testo per gli studenti della terza media dei Comuni di Albano di Lucania, Brindisi Montagna, Campomaggiore, Castelmezzano, Pietrapertosa e Trivigno.

L’interesse suscitato tra gli studenti lucani per la propria storia dal Progetto “Incontro con l’autore”, giunto alla sesta edizione, è emerso dalle domande rivolte al termine della presentazione. “Quali erano i primati del Regno delle Due Sicilie?”, “È vero che a Napoli si celebrano Messe in memoria dei Sovrani Borbonici ?”. “Data l’importanza dell’argomento – ha chiesto una studentessa – non è possibile realizzare un’edizione scolastica del testo?”

A Lauria, importante centro della Basilicata, l’8 e 9 agosto 1806 le truppe francesi di Napoleone Bonaparte, agli ordini del generale Andrea Massena, rasero al suolo la città, dopo aver travolto l’eroica resistenza dell’intera Comunità locale. Un abitante su sette, donne e bambini compresi, fu passato per le armi. I vincitori infierirono persino sui cadaveri. Chiese e case furono saccheggiate. “Tutto è stato distrutto dalle fiamme”, scrisse Massena nel suo rapporto a Giuseppe Bonaparte.

Fu questa la vendetta degli invasori francesi per punire l’insurrezione legittimista e cattolica scoppiata il 13 luglio 1806, quando i lucani, insorti indossando la coccarda borbonica, avevano assalito il distaccamento francese e messo in fuga i soldati invasori.

Il generale francese Charles de Montigny-Turpin descrisse così l’ingresso a Lauria delle truppe di Napoleone Bonaparte : “Venne così sciabolato, sfondato e schiacciato tutto ciò che per la lunga strada di Lauria va dal ponte in diritta linea alle Calabrie. Però, allo sbocco di tale strada, che conduce a Castrovillari, trovammo un’altra barricata: anche qui una grandine di palle vomita da tutte le finestre. (…..) A difesa, contro la baionetta francese, si ricorse ad ogni mezzo da parte degli insorti: ove mancò il fucile supplirono la scure, le pietre e i fiotti di acqua bollente. Ma la baionetta ovviamente fa il suo mestiere: né grazia né pietà”.

Il massacro di Lauria è una pagina atroce della storia meridionale, una delle tante misconosciute. Adesso, grazie al Progetto formativo di un appassionato docente ed al libro di un altrettanto appassionato ricercatore , i ragazzi lucani della generazione 2000 cominceranno a studiarla. Così si riapproprieranno di un pezzo della loro memoria, dell’altra storia finora negata, che finalmente entra a scuola. Un passaggio decisivo per ricostruire la propria identità culturale e forti di essa guardare il futuro. (LN97/16)

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