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I venditori che rappresentano i mesi dell’anno (aprile maggio e giugno)

Posted by on Dic 27, 2017

I venditori che rappresentano i mesi dell’anno (aprile maggio e giugno)

Seconda puntata, nel calendario dell’avvento di identità insorgenti, dedicata ai venditori che rappresentano i cicli e le stagioni della natura, nel presepe napoletano, e dunque ciascuno di loro è legato a un mese differente. Dopo gennaio – il macellaio; febbraio – il ricottaro ; marzo – il pollivendolo, proseguiamo con altri tre mesi dell’anno, iniziando dalla figura che vedete sopra, legata al mese di aprile, il venditore di uova. Nella foto, come sempre di Francesco Paolo Busco, che ci ha affiancato in questo lavoro, il venditore di uova è rappresentato da Genny Di Virgilio, Via S. Gregorio Armeno, 18, Napoli.

Perché aprile è il venditore di uova, dunque? Secondo Giuseppe Serroni e Giuseppe Piccinno, nel loro saggio sul presepe, in aprile, piena primavera, si festeggia la Rinascita della natura e l’uovo simboleggia proprio la Vita che nasce. Per giunta è un simbolo strettamente legato, come è noto, alla città di Napoli.

L’uovo è normalmente considerato come un ricettacolo di vita, un involucro chiuso ermeticamente da un guscio coriaceo all’interno del quale una nuova vita si forma maturando nel tempo, per poi riemergerne al momento opportuno, dopo averne frantumato il guscio dall’interno. Dunque l’uovo, nella sua forma perfetta, senza principio né fine come una sfera, e nel quale, tuttavia, è ben distinguibile una direzione, o orientamento, lungo un asse verticale attorno al quale si sviluppa la sua simmetria cilindrica, è un simbolo universale di fecondità, di vita eterna e di resurrezione, presente in qualsiasi religione e in qualsiasi ritualità. Non a caso  è legato anche alla leggenda Virgiliana che lo vuole deposto all’interno di una gabbia di ferro che il poeta mago fece murare in una nicchia misteriosa delle sue fondamenta, nelle viscere del castello dell’Ovo (il nome verrebbe da qui), profetizzando che alla rottura dell’uovo, tutta la città sarebbe crollata.

Maggio è il venditore di ciliegie perché secondo Piccinni e Serroni maggio era il mese deputato ai matrimoni ed a maggio maturano le ciliegie. Nella foto di Francesco Paolo Busco lo vediamo interpretato da Fulvio Forte, via San Gregorio Armeno 26, Napoli. La fioritura dei ciliegi è da sempre vista come segno premonitore della ricchezza della raccolta del riso, come auspicio di prosperità. In oriente come tale deve essere interpretata l’usanza di offrire infusi di fiori di ciliegio ai matrimoni.
Per il suo colore e quello del suo succo, inoltre, il ciliegio ricorda la redenzione del genere umano, avvenuta attraverso il sangue di Cristo ed è quindi simbolo della Passione.  Per questa ragione compare spesso sulla tavola dell’Ultima Cena e della Cena in Emmaus.

Giugno è invece il panettiere. Nella foto di Francesco Paolo Busco qui come viene interpretato dagli artigiani Tirri-Capuano in Vico Santa Luciella, Napoli.

Giugno, in un discorso legato ai cicli della natura, è il mese in cui si mette mano alla mietitura e viene prodotta la farina. Per Claudio Canzanella, nel pluricitato Razzullo e La Sibilla, il venditore di pane è una figura tipicamente napoletana ed ha senso del tutto positivo, dato che il pane è il simbolo della vita e dell’Eucaristia (Canzanella cita anche il venditore di taralli, che con la sua sporta proverbiale indica il disperdersi, l’andare qua e là di un oggetto o, simbolicamente, di una persona, girovaga a causa delle circostanze). Secondo De Simone invece il panettiere è una di quelle figure che simboleggia la presenza di morti sul presepe: perché la farina e l’imbiancamento (ne abbiamo parlato quando vi abbiamo raccontato di Pulcinella) sono simboli dell’oltretomba. Imbiancato, pallido come un morto, per De Simone rappresenta appunto la morte.

Lucilla Parlato

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