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Il governo dei Nobili a Napoli: Autonomismo, decentramento, partecipazione governativa dei Seggi cittadini. (decimo terzo)

Posted by on Ott 11, 2017

Il governo dei Nobili a Napoli: Autonomismo, decentramento, partecipazione governativa dei Seggi cittadini. (decimo terzo)

IL SEGGIO DI FORCELLA

Il nome del sedile deriva, probabilmente, dalla presenza nel quartiere, ove era ubicato, delle forche di giustizia. Difatti, tali strumenti di punizione erano distribuiti nei pressi della piazza di Forcella, luogo, tra l’altro, noto con il nome “e cape a Vicaria”, in quanto si esponevano le teste recise dei giustiziati. Inoltre, nei pressi della piazza Mura Greche, per la presenza di ruderi di mura elleniche, sorgeva il “cippo a Forcella”, cioè il tronco ligneo delle esecuzioni e supplizi. Altra tesi storica fa, invece, derivare il nome dalla presenza della scuola di Pitagora, che usava come emblema la lettera biforcata (Y).

Questo quartiere era, spesso, menzionato dagli storici come “regione erculense” per la presenza del tempio di Ercole, nonché “regione termense” per le antiche terme. Tale sedile presentava:

1 – Arma del seggio: era rappresentata da una pergola/forca a ipsilon (Y), in campo oro e rosso. Il motto,  Ad bene agendum nati sumus , era “Siamo nati per fare il bene”.

2 – I seggi minori erano:

Seggio dei Cimbri, collocato lungo la strada ove risiedeva l’omonima famiglia. Aveva per arme tre frutti di noce, di cui due in capo ed uno in punta in campo d’argento, attraversato da fascia di verde. Nei pressi vi era la chiesa delle Crocelle;
Seggio dei Pistesi/Pistaso, era situato nei pressi della chiesa di S. Nicola.
Il sedile fu soppresso definitivamente nel 1684 ed inglobato in quello di Montagna.

 

IL SEGGIO DI MONTAGNA

 Era ricordato anche come seggio di “Somma Piazza”, per la sua collocazione nella parte più alta della città, o  dei “Francini” perché la sede iniziale era presso la casa della nobile famiglia Francini. Vi è memoria della presenza in questo quartiere di un teatro, del foro, del palazzo palatino (sede dei pubblici affari) in epoca ellenico-romana. Nel 1419 la sede, poi, fu trasferita di fronte al palazzo Cursi, in via dei Tribunali, tra la via S. Paolo e la chiesa di S. Arcangelo a Segno, confinando con il palazzo della famiglia Cicinello. Il sedile si estendeva su tutto il quartiere, ubicato nella parte alta della città.

Presentava:

1- Arma del seggio: era formata da tre monti di verde in campo d’argento (5 monti in oro in campo azzurro). Una corona a trifogli d’oro con due saraceni a sostegno era riposta a ricordo della vittoria dei napoletani nel 1504.
2 – I seggi minori erano otto, corrispondenti ai vecchi tocchi:
Seggio di San Paolo e Talamo, nei pressi della chiesa di S. Paolo;
Seggio Capo Piazza o Somma Piazza, così chiamato per essere collocato nella piazza più alta della città. Era detto anche dei “Rocchi” per la presenza della famiglia Rocco. Vi si trovava nei pressi il Pozzo Bianco;
Seggio di Mamoli o di Mercato, dal nome della famiglia Mamoli, ubicato nei pressi del vecchio mercato, vicino la chiesa di S.Lorenzo. Vi era un portico nel vicolo de’ Maiorani. Presentava arma una testa di leone con un ramoscello d’ulivo tra le fauci;
Seggio dei Ferrari, ove risiedeva la famiglia Ferrara fondatrice della chiesa di San Pietro dei Ferrari. Aveva come arma due leoni rampanti che mirano ad una cometa con tre stelle ad otto punte. Al tempo di re Ruggiero veniva chiamato Tocco de Galien .
Seggio dei Saliti, così chiamato per la presenza della famiglia Saliti, residenti nei pressi della cappella di S. Francesco dei Saliti. Aveva come arma un leone che scala tre monti;

Seggio dei Cannuti, legato alla famiglia Cannuti. Aveva come arma un leone rampante in lotta con un serpente attorcigliato ad albero. Era collocato presso la chiesa degli Incurabili;

Seggio dei Calanti, collegato alla famiglia Calanti, presso la chiesa di S. Giovanni in porta. Aveva come arma tre monti sormontati da tre uccellini, di cui uno in volo;

Seggio di Porta S. Gennaro, collocato nei pressi della porta omonima, oggi sede della chiesa di Nostro Signore Gesù delle Monache. Era detto anche seggio di Carmignano per la sede nel palazzo di detta famiglia.

 

Le “Costituzioni” o Capitoli del seggio risalgono al 1420, mediante “Istrumento pubblico” che vide la partecipazione di sei nobili patrizi napoletani, provenienti dai seggi di Forcella, Montagna e seggi minori. Il 26 dicembre 1500 seguì altra Costituzione.

Il citato Mazzella elenca le seguenti famiglie iscritte: CicinelloCarmignano, Bonifatio, CoppolaCostanzoDe Maio, Di Rivera, Maiorano, MiraballoMuscettola, Origlia, PignonePoderico, Quarracino, RoccoRosso del Barbazzale,SanfeliceSances, Soriente, Stendardo, Toledo, Villano.
Le estine erano: Aleo, Albissa, Alneto, Arcamone, Arichiuto, Anco, Aneccio, Balestriero, Baiano, Buteo, Barbaro, Boccatorto, Brisaca, Bruto, Cicina, Cocchiola, Caputo Caruiserta, Cotogno, Cupidino, Colombo, Griffo, Cecalese, Cimbro, Caperuso, Calanda, Conza, Cannuto, de Toro, Faiella, Francone, Falce, Ferrara, Giontola, Guibeligna, Ganga, Genutio, Hercules, Iapanto, Iagante, Impero, Iulo, Ianara, Lanzalonga, Mammolo, Monda, Moccia, Mugillano, Mumia, Mardones, Muschetta, Mazza, Orimine, Origlia, Pappa Insogna, Pozella, Pizzofalcone, Pizzo, Paladino, Pigna, Pizzuno, Retrosa, Raimo, Ronchello, Roccha, Rosso del Leone, Sicola, Sarciatis, Soto, Spicciola Cascio, Scanna Cardillo, Scrignara, Simia, Sarno, Sicula, Sforza, Trofeo, Toso, Tora, Verticillo.

Secondo il Torelli, nella menzionata opera, l’elenco era invece così composto: Cicinello, Carmignano,  Coppola, Francone, Majo,  Miroballo, Muscettola, Pignone, Poderico, Ribera, Rosso del Barbazzale, Sanfelice, Sances, Sorgente, Toledo.

Nell’opera del Capecelatro del 1769 l’elenco risulta così formato:

Carmignani, Cicinelli, Coppola, Majo, Miraballi, Franconi, Muscettola, Pignoni, Pulderichi, Rochi, Rossi, Sanfelice, Sances, Sorgenti, Toledo, Villani. Secondo lo stesso, le famiglie estinte erano:
Majorini, Arcamoni, Bajano, Balestrieri, Barbati, Boccatorti, Bonifacii, Calandi, Cannuto, Costanzi, Cicalesi, Caperuso, Chianula, Cicini, Cimbro, Cochiola, Cotogno, Ferraro, Fagilla, Giontola, Grassi, Ribera, Rossi del Leone, Scorciato, Boffa detti Stendardi, Scrignari. Alla data del 1800, nel Libro d’Oro le famiglie ancora presenti erano: Althan,  Carmignani, Coppola, Daun, Francone, De Majo Durazzo, Muscettola, Pacecco, Pignone, Ravaschiero, Sanchez de Luna d’Aragona, Sanfelice di Acquavella-di Bagnoli, Laureana, Transo.

fonte

nobili-napoletani.it

 

 

 

 

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