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Il grecanico, una misteriosa lingua di Calabria

Posted by on Gen 3, 2017

Il grecanico, una misteriosa lingua di Calabria

C’è qualcuno tra di voi che parla il grecanico? E’ noto a pochi, ma nella parte più meridionale della nostra penisola, in sedici paesi montani che sorgono nell’area del Reggino, si parla ancora un antichissima lingua le cui origini si fanno derivare dal greco.

Questi comuni, a circa 15 km dalla costa, costituiscono l’Area Grecanica, una zona il cui comune denominatore è appunto la lingua.

Parlato da almeno 2000 abitanti, il greco-calabro vive oggi una nuovo fermento intellettuale che ha come obiettivo la sua custodia e la sua valorizzazione, ma numerose sono le problematiche che accompagnano questo percorso soprattutto perchè troppo forte è il disinteresse del Legislatore e delle istituzioni scolastiche che relegano il greco-calabro al rango di dialetto.

Una indagine di fine anni Novanta rivela che i ragazzi dell’Area Grecanica ritengono che si tratti della “lingua dei vecchi”, quella ormai parlata solo dagli anziani e destinata a scomparire. Del resto, il greco calabro viene menzionato nel Red Book dell’UNESCO sulle lingue a rischio di estinzione ed anche Euromosaic lo annovera tra le lingue minoritarie a rischio dell’Unione Europea. Sarebbe un peccato che questo incredibile patrimonio culturale si perdesse davvero.

Si è scritto che deriverebbe dagli idiomi della Magna Grecia, altri studiosi invece hanno sostenuto che derivi dal greco dell’età bizantina, ma nessuno ha fugato davvero i dubbi. Gerhard Rohlfs ha ricordato che i Bizantini non hanno lasciato tracce linguistiche altrove ed in effetti nè Ravenna, capitale dell’Esarcato, nè Bari, centro del Catepanato, serbano così forti reminiscenze linguistiche greche. Si può anche aggiungere l’opinione di Vera Von Falkenausen per la quale la grecità meridionale si basa su un sostrato greco anteriore, che non si è mai completamente spento e che anzi fu rianimato dalla “riconquista bizantina”, ma il mistero resta perchè la stessa studiosa ha escluso che il greco-calabro sia la pianificazione da parte di Costantinopoli di insediamenti etnici in Calabria.

Senza ombra di dubbio la presenza di ellenofoni in Calabria risale a tempi antichissimi ed è confermata da sessantadue epigrafi greche conservate nel Museo di Reggio Calabria, straordinaria testimonianza di storia linguistica spesso dimenticata dagli storici. Diffusasi sino a quando la popolazione è rimasta isolata sulle montagne dell’Aspromonte, il vero declino della lingua greca in Calabria si ha con la caduta di Reggio nel 1059 e soprattutto con la soppressione del rito greco-bizantino nel 1572. Il greco-calabro riaffiorò nell’interesse degli studiosi del Settecento e dell’Ottocento ma tramontò subito dopo l’Unità con l’immigrazione e la diffusione della lingua “nazionale”.

Negli ultimi anni sono stati pubblicati interessanti testi di narrativa e grammatica che rompono i pregiudizi di chi pone il greco-calabro alla stregua di un dialetto, espressione delle plebi pastorali, ma il cammino da seguire è ancora lungo ed in salita.

 

Angelo D’Ambra

Fonte historiaregni.it

Fonte foto: dalla rete

 

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