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IL PONTE BORBONICO SULLE TREMITI E IL SOGNO DI RICOSTRUIRLO

Posted by on Feb 10, 2019

IL PONTE BORBONICO SULLE TREMITI  E IL SOGNO DI RICOSTRUIRLO


“il 19 settembre 1844, esattamente 171 anni fa, Ferdinando II di Borbone re del regno delle due Sicilie, era a Tremiti per verificare l’andamento della costruzione del ponte di collegamento fra le due isole maggiori, San Domino e San Nicola, attraverso l’isolotto del Cretaccio. Una visita lampo diremmo oggi, di poco più di tre ore, dalle 4 del pomeriggio: giusto il tempo di una ispezione su San Nicola abitata da circa cinquecento “coloni”, di ascoltare messa nella badia di Santa Maria di Tremiti, di impartire ordini e risalire a bordo del “real legno a vapore Celere”, per far ritorno a Napoli.”
Così esordisce l’ingegnere Manfredoniano Michelangelo De Meo, nel raccontare la sua scoperta, ben suffragata da documenti d’archivio e da immersioni sottomarine fotografiche che documentano il ritrovamento dei pali di fondazione.

“La cronaca dettagliata di tale visita è contenuta nel rapporto inviato dal sottointendente del distretto all’Intendente della Provincia di Capitanata nel quale descrive con accuratezza di particolari, la ricchezza di “commestibili di ogni qualità” ed anche del “superfluo”, di botteghe e di attività artigianali varie operanti sull’isola” – prosegue il suo racconto l’ing. De Meo: “Il grande poi, e magnifico, si è la costruzione di un Ponte di Legno che unisce l’isola del Forte (San Nicola, ndr), con l’isoletta detta Cretazzo per facilitare l’accesso su di esso all’isola Grande Boscosa e coltivabile di Santomino”. Anche qui non mancano i particolari: “il primo braccio da S. Nicola al Cretazzo è completato interamente, è alto dieci palmi dalla cima dell’acqua” profonda “da dici a dodici palmi ed a consimile profondità si conficcano i travi che lo compongono; la sua lunghezza è di passi geometri centoventi e più, è solido tale da potervi farvi transitare pezzi di artiglierie”.

Dagli studi archivistici compiuti da De Meo, l’utilità del ponte era data dalla colonizzazione delle isole da parte di detenuti, che lì avrebbero svolto lavori (pagati) utili al loro reinserimento sociale. La colonia penale, infatti, più che un penitenziario era un illuminato esperimento sociale d’avanguardia, tipico della dinastia Borbone, altro che regno della negazione di Dio come millantavano a Londra e Torino. Il sagace ingegnere ha un sogno, ricostruire quel ponte per valorizzare le isole, e per recuperare la memoria storica e culturale del vecchio ponte. A tale scopo ha predisposto un progetto per eliminare le barriere naturali ed architettoniche e rendere accessibile il territorio attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di handicap ed anziani; per consentire una maggiore fruibilità, abitabilità e aggregazione sociale tra isole e sia fonte di guadagno per il Comune e residenti:

“E’ una costruzione reversibile”- commenta l’ingegnere- “nel senso che se si decidesse di smontarlo si tornerebbe allo stato iniziale senza danni e tracce residue sull’ambiente come è successo in precedenza per il vecchio ponte già realizzato; incrementerebbe il valore scenico e panoramico consentendo una lunga e piacevole passeggiata panoramica tra le isole; creerebbe occupazione ai Tremitesi e destagionalizzerà il turismo, allungando le presenze anche ai mesi primaverili e autunnali; valorizzerebbe l’isola di San Nicola abbandonata a se stessa e in totale degrado; produrrà un introito economico e visibilità al Comune delle Isole Tremiti; ridurrebbe i costi di gestione sulle isole (basta una sola sede Comunale, un solo ospedale, una sola guardia medica, un solo eliporto, ecc…); possibilità di trasporto di merci anche in condizioni avverse del mare; non si impone sul paesaggio perché ecocompatibile e di dimensioni esigue; consentirebbe l’eliminazione dei costi di traghettamento che la Regione Puglia e il Comune delle Tremiti sostengono ogni anno pari a 55.000 euro per collegare le isole tra di loro con un numero di corse limitato“.

di Raffaele Vescera

fonte TERRONI di

Pino Aprile

1 Comment

  1. Credo che questo progetto per la realizzazione di un nuovo ponte di collegamento delle isole di San Domino con San Nicola sia una bella e necessaria soluzione per migliorare le condizioni di vita dei residenti, del personale che lavora nelle isole e un valore aggiunto che valorizzare ulteriormente il turismo in questi piccoli gioielli italiani.

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