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“Il presepe non offende l’islam, gli arabi ci si fanno i selfie”

Posted by on Dic 19, 2018

“Il presepe non offende l’islam, gli arabi ci si fanno i selfie”

Gli autentici islamofobi sono i prèsidi e le maestre iconoclasti che ogni anno puntualmente se la prendono con il presepe. Vigliacchi, per giunta, giacché addossano agli ignari musulmani un’ipotetica avversione ai simboli religiosi cristiani, quando invece è una malintesa laicità a motivare la scelta di espellere le rappresentazioni della Natività dalle scuole italiane. All’estero, anzi nei Paesi a maggioranza islamica, non è sempre così. Certamente nemmeno il bue e l’ sinello risultano graditi in Arabia Saudita, dove la polizia religiosa vigila affinché non si tolleri altro dio al di fuori di Allah. Ma alcune fotografie, scattate a Betlemme e diffuse da don Salvatore Lazzara su Twitter, la dicono lunga sull’atteggiamento dei musulmani. Vi sono ritratte due donne col capo coperto in obbedienza alla sharia, che si scattano una foto, belle sorridenti, davanti al presepe allestito a pochi passi da dove Dio ha scelto di nascere. Da lì, perfino il presidente dell’Anp Abu Mazen si sposterà anche quest’ anno per presenziare alla messa di Natale. Nessuno si scandalizzerà. Semmai sarebbe strano se non vi partecipasse. In Italia, dove la presenza islamica è in costante aumento, l’ostilità in realtà è dovuta in gran parte a docenti formati negli scorsi decenni dalle università rosse dell’Italia democristiana e rinunciataria. Sono convinti che, per rispettare le altre religioni, bisogna cancellare la propria. È naturale per chi ritiene la fede oppio dei popoli. Chissà come rimangono delusi quando gli stessi loro alunni di fede islamica firmano petizioni per ripristinare il nome di Gesù, già epurato dai canti di Natale per scelta di una maestra veneta. Eppure, ora, chi è costretto a giustificarsi sono gli imam, ma «non siamo noi a volere cambiare la cultura del Paese che ci ospita, siamo qui per rispettarla. C’è chi sta cavalcando la polemica a nome nostro. Per la nostra Comunità lo scambio è una ricchezza, siamo tutti fratelli. Diciamo “no” all’integralismo islamico così come a quelli di altro genere. Per cui trovo giusto che a scuola si possa fare anche un presepe vivente», aveva precisato nei giorni scorsi il responsabile della moschea di Terni, Mimoun El Hachmi, attento a non scatenare autolesionistici conflitti di civiltà. Il caso era scoppiato dopo la denuncia della locale assessore alla Scuola, Valeria Alessandrini, sull’impossibilità di organizzare sacre rappresentazioni nelle scuole elementari Garibaldi e Mazzini. Non è che i dirigenti didattici le avessero proprio vietate, in effetti. Piuttosto non ritenevano nemmeno di poter prendere in esame una proposta simile. Fa parte del giornalismo di servizio avvertire i genitori, in coincidenza con gli open day delle scuole primarie: chi fa frequentare ai propri figli istituti dedicati agli eroi del Risorgimento è bene che lo sappia: la maggior parte dei luoghi comuni anticattolici degli ultimi 150 anni li dobbiamo proprio all’Eroe dei Due Mondi e al fondatore della Giovine Italia. Visto che li abbiamo adottati come miti fondativi dell’unità nazionale, c’è poco da sorprendersi se ne abbiamo ereditato anche l’intolleranza verso la Chiesa.

Andrea Morigi

fonte https://alleanzacattolica.org/il-presepe-non-offende-lislam-gli-arabi-ci-si-fanno-i-selfie/

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