Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

INUTILE SPERARE ?

Posted by on Ott 8, 2016

INUTILE SPERARE ?

Il 1° ottobre 2016 (come fa fede la dedica autografa dell’autrice), a Capua, in occasione della XIX Commemorazione dei Caduti della Battaglia del Volturno dell’1 e 2 ottobre 1860, ho acquistato alcune opere di Elena Bianchini Braglia, tra cui: “Risorgimento – Le radici della vergogna. Psicanalisi dell’Italia”. Da tempo mi ero ripromesso di arricchire la mia biblioteca sulla storia del “Risorgimento” di quest’altro testo, così,

appena avutolo tra le mani, l’ho letteralmente divorato. Man mano che aumentava il numero delle pagine lette e insieme ad esse la nausea per il tralignamento di tutti i poteri che si sono succeduti dal 1860 in poi, dicevo fra me e me : << Meno male che l’Autrice ha avuto la brillante idea di mettere a nudo tutte le lordure che hanno preceduto, accompagnato e seguito tutte le fasi di un momento della Storia che, probabilmente, non ha eguali nella storia di nessun’altra nazione al mondo, per enfatizzazione! Ci voleva proprio un lavoro del genere! Speriamo che le denunce in esso contenute possano generare una crisi di coscienza almeno nell’animo di qualcuno dei tanti professionisti della politica che ci stordiscono giornalmente con i loro bla bla bla>>. Arrivato alla fine del libro, però, mi accorgevo che il lavoro non era, come avevo creduto, uno degli ultimi impegni della ricercatrice, ma che esso era stato dato alle stampe addirittura nel 2009, cioè ben sette anni fa. Ci si chiederà perché, tra i tanti argomenti, probabilmente più importanti, trattati nel libro, mi abbia colpito particolarmente l’elemento secondario della data di pubblicazione. Misurando, però, la scelta col metro della relatività umana, bisogna stabilire se l’elemento a cui ho dato più importanza sia veramente secondario. Considerando infatti il taglio che l’Autrice ha scelto per la sua denuncia ed il coinvolgimento emotivo (che, però, non ha né compromesso né falsato l’ obiettività della ricerca) con cui ha condotto il lavoro, che l’ha portata addirittura ad identificarsi con l’Italia stessa, il fatto che il libro non sia fresco di stampa, ma risalga a sette anni fa diventa un elemento importante in quanto dimostra che, nonostante gli sforzi compiuti, la nostra attuale classe politica, degna erede di quella insediatasi al potere subito dopo il “Risorgimento”, non solo è rimasta insensibile al messaggio di recupero della moralità e di tutti gli altri valori cinicamente calpestati ed ignorati, ma – se possibile – è diventata ancora più corrotta, facendo quasi impallidire i “maestri” risorgimentali. (Le cronache dei TG e le varie inchieste della magistratura penso che facciano testo a riguardo). Allora – e qui torniamo all’importanza da me attribuita al fattore tempo – se il lavoro fosse stato pubblicato recentemente, ciò avrebbe potuto indurre a nutrire qualche speranza che il desiderio di purificazione che ne intride ogni riga avrebbe potuto essere raccolto da qualche politico più sensibile e, chissà, forse diffuso fra la cerchia di amici o colleghi. Il fatto, invece, che il lavoro risalga a sette anni fa (che non sono pochi per produrre qualche frutto) e che nel frattempo il seme della catarsi, della verità, dell’onestà, della correttezza morale non sia stato raccolto da nessun politico, neanche da quelli che si riempiono la bocca di belle parole e di buone intenzioni con cui giornalmente ci stordiscono, è l’amara dimostrazione che non dobbiamo illuderci, che non ci sono speranze e che la proditoria aggressione piemontese agli Stati preunitari e la forzata unificazione omologata hanno segnato la disgregazione politica, sociale, geografica, etnica e culturale dell’ Italia, decretandone, in una parola, l’ineluttabile fine. Allora, per evitare questa fine ignobile di una terra che è stata veramente la più grande nel campo delle arti, della cultura in generale e per la genialità dei propri figli, prima che essi diventassero forzatamente tutti “italiani”, l’idea di fondo che , alla fine, è più o meno la stessa per tutti i movimenti revisionistici e identitari, diventi il comune denominatore che serva ad unificare questa galassia, affinché, viribus unitis, si possa tornare ad andar fieri delle proprie origini e si possa arrivare perfino ad amare (cosa non avvenuta fino ad ora) una terra della quale, riacquistati la dignità, l’indiscussa autorità culturale e il rispetto di cui godeva prima che ne venisse alterato lo status quo, ognuno possa sentirsi veramente orgoglioso di essere figlio.

Castrese Lucio Schiano

1 Comment

  1. buongiorno, ha curato un altro volume molto interessante:

    Elena Bianchini Braglia
    Titolo: La verità sugli uomini e sulle cose del Regno d’Italia
    Sottotitolo: Rivelazioni di J.A., agente segreto del conte di Cavour
    Prefazione di Walther Boni
    Descrizione: Volume in formato 16° (cm 17 x 11); 95 pagine.
    Luogo, Editore, data: Modena, Associazione Terra e Identità, 2005
    Prezzo: Euro 7,00
    Disponibilità: Limitata
    “…se vi ha scandalo, non è mia colpa, ma è colpa dei fatti…”. Un piccolo, prezioso libro, curato da Elena Bianchini Braglia per i tipi dell’Associazione Culturale modenese “Terra e Identità”, rivisita coraggiosamente alcuni degli intrighi e degli inganni che portarono all’unità d’Italia. Attraverso le confessioni, riportate fedelmente, di un agente segreto, che li visse in prima persona, il volumetto porta nuova luce sui lati più reconditi della storia, infarcita di leziosi ornamenti in similoro, di uno strano paese, che non trova ancora ridicolo e penoso inventarsi vittorie e dignità, mai nemmeno sfiorate, né ora, né mai, nel suo incongruente passato.
    Dagli archivi riservati di Teodoro Bayard De Volo, ministro del Duca di Modena Francesco V, si invera, a denuncia, la cosiddetta “rivelazione” di un “agente segreto del conte Cavour”, firmata, semplicemente, con le lettere: J.A.
    “Sono stato per più di due anni l’agente segreto del Conte Cavour…durante i trenta mesi circa che ho disimpegnato simili funzioni sono stato incaricato di missioni importantissime ed iniziato a molti segreti…ho veduto da vicino gli avvenimenti e gli uomini che hanno occupato l’attenzione pubblica in questo periodo di tempo cotanto rimarchevole. Oggi che ho ripreso la mia libertà ho pensato che il racconto delle mie missioni potrebbe interessare gli uomini seri che, studiando la storia della loro epoca, vogliono penetrare al fondo delle cose…non ho avuto altro movente per scrivere.”
    Il sorprendente documento, conservato nell’Archivio di Stato di Modena, riportato dal De Volo nella succitata, esauriente biografia del Duca, pubblicata a Modena tra il 1878 e il 1882, reca, in nota, nel capitolo sulle Annessioni, la notizia che le “rivelazioni” di J.A. comparvero, in un primo tempo, a Bruxelles, in francese, per opera della tipografia Delièvu, e, successivamente, in versione italiana, attribuite a un certo Filippo Curletti, agente segreto di Cavour e capo della polizia politica del Dittatore Luigi Carlo Farini.
    Tratto dall’articolo “REGNO D’ITALIA, LA VERITA’ SU UOMINI E COSE” di Alina Mestriner Benassi apparso sul quotidiano online del Lombardo Veneto “L’Indipendenza Nuova” del 9 Marzo 2012
    La studiosa Elena Bianchini Braglia riscopre l’episodio, che, dopo secoli di opportunistico e ipocrita silenzio, si rivela di grande interesse per tutti coloro che mai si accontenteranno della cosiddetta storia raccontata dai vincitori.

    in vendita presso: libreria neapolis info@librerianeapolis.it

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