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La monachina napoletana: il dolce amato da Salvatore di Giacomo

Posted by on Nov 7, 2017

La monachina napoletana: il dolce amato da Salvatore di Giacomo

Durante il viaggio culinario tra le meraviglie della cucina napoletana, molto spesso abbiamo incontrato ricette nate in conventi e monasteri, dalle abili mani di suore che dopo aver dedicato il loro tempo alla preghiera, si adoperavano in cucina dando vita a manicaretti difficili da dimenticare.

Tra le ultime tappe, ricorderete sicuramente il racconto della Santa Rosa, la sfogliatella arricchita di crema e amarena, anche lei nata in un convento, ma sapevate che prima di lei ci stava addirittura un’antenata? Stenterete a crederci ma invece è proprio così.

Il dolce che noi oggi indichiamo, per somiglianza e gusto, come antenato della Santa Rosa, risponde al nome di “Monachina”, e nacque nel lontano 1700 nel Monastero delle Trentatrè, il convento così chiamato per il numero di suore capace di ospitare, sorto nel XV secolo nel cuore di Napoli, dove vi erano le Monache Cappuccine.

Fu proprio una delle suore lì presenti, un giorno ad elaborare e mettere nero su bianco, una ricetta, scritta in modo popolare e a tratti “pittoresco”, che negli anni fu poi ripresa in alcune righe da Salvatore Di Giacomo che provò a riportare agli albori, l’originalità di quanto scritto dalla suora sempliciotta ma molto probabilmente amante della cucina:
“Prendi il sciore e mettilo sopra il tagliero nella quantità di rotolo mezzo. Mettici un pocorillo d’insogna e faticalo come un facchino. Doppo stendi la tela che n’e riuscita e fanne come se fosse una bella pettola. In mezzo alla pettola mettici un quarto d’insogna ancora, e spiega a scialle, 4 volte d’estate; 6 volte d’inverno. Tagliane tanti pezzi, passaci il laganaturo e dentro mettici crema e cioccolata o se più ti piace ricotta di Castelllammare. Se ci metti un odore di vaniglia o pure acqua di fiori e qualche pocorillo di cedro, fa cosa santa. Fatta la sfogliata, lasciala mezza aperta e mezza ‘nchiusa da una parte e dove lì scorre la crema facci sette occhi piangenti con sette amarene o pezzulli di percocata. Manda tutto al forno, fa cuocere lento, mangia caldo e alliccate le dita”.

In questa antica ricetta, con un linguaggio altrettanto antico, viene spiegato passo dopo passo, come preparare la pasta sfoglia, il ripieno e i tempi di cottura necessari, ma noi oggi vogliamo proporvi la ricetta per preparare in casa questo dolce tradizionale che tutt’oggi è ancora possibile acquistare al bar o in pasticceria.

Per facilitare la preparazione delle monachine, ci serviremo di alcuni ingredienti già pronti, come la pasta sfoglia e la crema pasticcera. Vediamo cosa occorre per preparare questi dolcetti direttamente a casa nostra, secondo la ricetta riportata dal portale acucinaemamma.blogspot.it.

-Ingredienti:

  • 1 confezione di pasta sfoglia
  • 300 g di crema pasticcera
  • 2 rossi d’uovo
  • confettura d’amarene q.b.
  • zucchero a velo q.b.
  • zucchero granulato q.b.

-Procedimento:

Stendere la pasta sfoglia su di un piano da lavoro e ricavarne dei dischi di diametro non superiore ai 10-12 centimetri.

Sulla metà di ogni dischetto, adagiare un cucchiaino abbondante di crema e un pizzico di confettura di amarene. Ripiegare il dischetto per chiuderlo, sigillando i bordi con un po’ di rosso d’uovo e magari aiutandovi con i rebbi di una forchetta, premendo delicatamente sull’estremità.

A questo punto, foderare un ruoto con carta forno e posizionarvi sopra le monachine, spennellatele con il rosso d’uovo e cospargetele con qualche pizzico di zucchero granulato.

Infornate a 180 gradi per 30 minuti circa, e quando le monachine risulteranno dorate e cotte, sfornatele e lasciatele intiepidire, poi guarnitele con zucchero a velo e servite.

Una ricetta semplice e abbastanza veloce da prendere in considerazione tutte le volte che avrete voglia di un dolce appetitoso e facile da preparare.

 

Laura Muryel Esposito

vesuviolive.it

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