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La Monsanto porta a Pachino i suoi pomodori OGM

Posted by on Set 14, 2016

La Monsanto porta a Pachino i suoi pomodori OGM

l’articolo è di 18 mesi fa ma è così………….attuale

Il pomodoro di Pachino è un IGP, indicazione geografica protetta, il cui disciplinare indica come zona di coltivazione il territorio comunale di Pachino e Portopalo di Capo Passero, oltre a parte dei territori comunali di Noto (SR) ed Ispica (RG): esattamente in questa zona parte oggi e continuerà per i prossimi dieci giorni  il “Road Show Pomodoro” di Monsanto, al fine di spacciare anche in questa zona i propri orrori OGM. Il nostro appello agli agricoltori e ai siciliani tutti è semplice e diretto: disertate l’evento come la peste.

In particolare questo tour, una sorta di cavallo di Troia ambulante per irretire gente inconsapevole nelle proprie trappole commerciali, toccherà le principali aree siciliane di coltivazione del pomodoro da mensa: Acate, Spinasanta, Vittoria, Licata, Scoglitti, Santa Croce Camerina, Ispica, Donnalucata e Pachino per l’appunto.

Il tour consiste in una dimostrazione porta a porta dei loro “prodotti” Seminis® e De Ruiter™, con tanto di “serra mobile” per dimostrazioni sul campo: in sostanza siamo a livello dei venditori di bevande miracolose che, come in alcuni western, andavano in giro con il loro carrettino a piazzare la mercanzia.

Sul loro sito, a promozione dell’iniziativa, si legge che “Monsanto invita tutti in occasione del tour per condividere le novità e per un confronto costruttivo finalizzato a rendere il business locale sempre più competitivo“: balle, boicottateli. L’unico business è il loro, ed è globalizzato, per voi è previsto solo che finirete sul lastrico per farli arricchire.

I loro pomodori come tutte le loro sementi sono sterili: se le comprate, non sarete più proprietari di niente, e dipenderete da loro per tutte le future coltivazioni. Quello che Monsanto e altre multinazionali del settore non vi dicono infatti è che già dal lontano 1994, a Marrakesh, i paesi dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, su spinta degli Stati Uniti, si riunirono con l’intento di trovare un modo per brevettare gli esseri viventi, semi compresi. Il risultato fu un vero e proprio copyright sulle sementi e sulle piante.

Se li comprate, farete la fine dei coltivatori di mele della valle dell’Adige, vedi alla voce mela “Pink Lady”, varietà brevettata. Questi agricoltori non possono riprodurre le piante né vendere le mele in modo autonomo, si trovano pertanto costretti a comprare piante che costano il doppio – ripetiamo, il doppio – rispetto alle varietà tradizionali. Come se tutto ciò non bastasse, se non rispettano le direttive dei proprietari del brevetto, le piante devono essere estirpate. E i guadagni? Chiedetelo loro che fine hanno fatto, riescono a malapena ad uscirsene dalle spese e a ricavare il minimo per sopravvivere, in una sorta di moderno capolarato “high tech”.

Se li comprate, farete la fine dei coltivatori canadesi e statunitensi di soia e colza OGM: se oltre alle loro sementi non comprano anche tutti i prodotti spacciati dal proprietario del brevetto per ogni singola varietà, il raccolto va in rovina. Pacco, doppio pacco e contropaccotto su scala globalizzata, e poiché all’orrore non c’è mai fine, aggiungete anche questo: se anche non coltivate OGM ma il vostro vicino di campo sì, e accidentalmente i suoi semi geneticamente modificati finiscono nel vostro campo, la Monsanto può citarvi in giudizio e costringervi a pagare multe salatissime. Fantascienza? No, è l’attuale realtà della legislazione statunitense e canadese in materia, legislazione che le multinazionali si sono fatte cucire su misura da politici compiacenti che gli elettori si illudono di eleggere a rappresentanza dei propri interessi, ma che in realtà trovano molto più conveniente stare a libro paga delle “Companies”.

La Monsanto non si fa alcuno scrupolo nell’utilizzare qualunque mezzo – ma proprio qualunque – pur di arricchirsi sulla vostra pelle, come quando spacciò come proprio brevetto europeo, registrato con numero di protocollo EP1812575, una varietà di pomodoro resistente ad una infezione fungina nota come botrite. Peccato solo che, come denunciato dall’associazione europea “No Patent on Seeds” (Niente brevetti sui semi), il pomodoro in questione non era frutto di ingegneria genetica e dunque non era brevettabile, in quanto esisteva in natura da secoli. In particolare i pomodori originali usati per questo brevetto dalla Monsanto provenivano dalla banca internazionale dei geni a Gatersleben, in Germania.

Christoph Then, rappresentante di No Patent on Seeds, ebbe a dichiarare in merito: “Siccome l’incrocio dei pomodori non è brevettabile, Monsanto ha deliberatamente riformulato il brevetto durante il periodo di esame per far sembrare che l’ingegneria genetica sia stata coinvolta. Tuttavia, una lettura attenta del brevetto dimostra che ciò è semplicemente fraudolento. Questi pomodori non sono stati prodotti con il trasferimento di DNA isolato“. Una truffa per farsi pagare dagli agricoltori e da tutti noi ciò che la natura aveva inventato da sempre: altro che sfamare il mondo, piuttosto ridurlo sul lastrico e devastare la natura pur di arricchirsi, è questo il vero volto dell’industria del geneticamente modificato.

Monsanto, Sygenta, Novartis: statene alla larga. Le sementi Ogm servono solo a spennare come polli e a schiavizzare gli agricoltori. Vi costringono a comprare semi che potrete coltivare solo per un anno, poi dovrete comprarli nuovamente per ogni altro raccolto, insieme agli erbicidi di loro produzione contro le infestazioni e a tutti gli altri –  sempre loro – prodotti chimici senza i quali il vostro raccolto andrà alla malora.

Prendete carta e penna e segnatevi questi numeri: in Canada le spese che gli agricoltori devono sostenere per le coltivazioni sono passate, a causa degli OGM, da 1 dollaro ad acro ad oltre 50 dollari. Costi aumentati di 50 volte: voi finite sull’orlo del baratro economico, loro guadagnano dal vostro immiserirvi, dato che solo per la Monsanto il giro d’affari è nell’ordine di 9 miliardi di dollari l’anno. E i loro prodotti non aumentano la resa dei raccolti, balla vietata dalle leggi di natura, e che si paga a caro prezzo sul medio e lungo periodo dato che queste coltivazioni impoveriscono i terreni, né men che meno i vostri guadagni, che anzi precipiteranno.

Si presentano come mentori del progresso che vi portano in dono maggiori guadagni, ma in fondo al “pacco” c’è la vostra rovina economica e la devastazione dell’ambiente: girate alla larga, è meglio per tutti.

Lorenzo Piccolo

 

fonte

identitainsorgenti.com

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