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La morte di Ottaviano Augusto a Nola

Posted by on Set 17, 2018

La morte di Ottaviano Augusto a Nola

Ottaviano Augusto morì a Nola il 19 agosto del 14 d.C., verso le nove di sera, a quasi settantsei anni.

I suoi anni di governo furono forse per la Campania uno dei periodi più prosperi: i principali centri della costa e dell’entroterra conobbero una incessante opera di rifacimento ed ampliamento; i grandi lavori pubblici dell’acquedotto augusteo portarono acqua potabile a Pozzuoli, Baia, Nola, Acerra, Pompei; le campagne ed i mercati erano fiorenti; la flotta del Tirreno si stabilì di stanza a Capo Miseno; l’aristocrazia romana, imperatore in testa, edificò le sue ricche ville nei siti ameni della terraferma e sulle isole, Capri in primis.

Ottaviano Augusto morì che gli mancavano appena trentacinque giorni al compimento del settantaseiesimo compeanno. Gaio Tranquillo Svetonio, in Vite dei Cesari, a riguardo della morte dell’imperatore scrisse: “XCVIII. Negli ultimi giorni Augusto soggiornò a Capri dove i mercanti di una nave alessandrina, incontrandolo per caso, gli tributarono grandi onori. Trascorse il breve periodo di Capri come una vacanza, dedicandosi al riposo, assistendo a giochi e spettacoli. Durante il suo ritorno, essendosi aggravate le condizioni della sua salute, dovette fermarsi a Nola.
XCIX. Nel suo ultimo giorno di vita, dopo essersi pettinato ed imbellettato, convocò gli amici e pronunciò la famosa formula finale delle commedie per chiedere il plauso per come aveva recitato sul palcoscenico della vita. Poco prima si era intrattenuto a lungo in privato con Tiberio. Si congedò da Livia con la frase “vivi nel ricordo della nostra grande unione” e spirò fra le braccia di lei.
C. Morì nella stessa camera dove era morto suo padre, sotto il consolato di Pompeo e Apuleio, quattordici giorni prima delle calende di settembre. Mancavano trentacinque giorni al suo settantaseiesimo compleanno. La salma fu trasportata a Roma dove, dopo solenni onoranze e dopo l’elogio funebre pronunciato da Tiberio, fu cremata in Campo Marzio”.

Il corpo accompagnato dai senatori delle città che godevano dei benefizi dei romani fu trasportato da Nola fino a Bovile, presso Frosinone, di notte perchè la stagione calda non deturpasse la salma. Da Bovile fino a Roma, lo portarono dei cavalieri che fecero entrare poi il corpo nell’Urbe attraverso la porta trionfale, portandolo innanzi la statua della Vittoria che era nel Senato, al cuono di una nenia cantata dai fanciulli di famiglie patrizie, sia maschi che femmine.

Dalla narrazione di Svetonio si sa pure che: “Tiberio e Druso, fiugluolo di lui, dissero l’elogio funebre: come il rogo s’incendiò, un’aquila fu fatta volare di mezzo alle fiamme; e certo Numerio Attico, forse Nolano, già pretore, giurò dinanzi alla moltitudine aver veduto l’anima salire all’Empireo; la qual visione non ebbe solamente credito, ma gli fu pagata duecentocinquantamila dramme. Ottavio dunque fu divinizzato”.

Fu arso nel Campo Marzio e le sue ceneri furono riposte nel Mausoleo che era stato da lui voluto tra la Via Flaminia ed il Tevere in mezzo ad una selva. Dopo queste esequie a Nola fu eretto un maestoso tempio in suo onore, proprio dove era avvenuta la sua morte, ma di questo edificio non si hanno sufficienti notizie.

E’ Svetonio, sempre in Vite dei Cesari, che sostiene che Tiberio giunse da Roma a Nola per consacrarvi il Tempio di Augusto. Altri vogliono addirittura che il Senato edificasse due templi in suo onore. Certo è che nel Medioevo, a metà strada tra i due Anfiteatri nolani, furono rinvenuti alcuni blocchi di marmo e su uno di essi si trovarono incise le parole “Templum Augusti”, mentre altre iscrizioni apparivano cancellate e consumate dal tempo. Tali marmi furono portati da Carlo Carafa a Napoli per edificare il “Seggio di Nilo”.

 

Autore articolo: Angelo D’Ambra

fonte

http://www.historiaregni.it/la-morte-di-ottaviano-augusto-a-nola/

 

 

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