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La Napoli Borbonica cancellata dai Savoia

Posted by on Nov 17, 2018

La Napoli Borbonica cancellata dai Savoia

Girando per qualsiasi città, i nomi delle stradesono le cose con cui abbiamo più a che fare… ma da dove provengono?

Poco tempo fa, abbiamo parlato dei nomi di alcuni vicoli e di chi li inventò.. come il Vico Scalciccia.

Ma oggi vogliamo parlarvi di una questione molto più controversa, che per anni ha diviso la città di Napoli: la venuta dei Savoia. Odiati o amati i Savoia hanno cambiato Napoli, con un po’ di amarezza bisogna parlare dei numerosi simboli della dinastia dei Borboni distrutti o sradicati dalle piazze. Gli antichi latini avrebbero parlato di Damnatio memoriae, quella che ha ridotto al silenzio i ricordi della famiglia borbonica e di tutte le cose belle che il Re fece per la nostra città.

Una sovrapposizione di monarchie che ha tentato nel corso degli anni di dare un volto nuovo alla città: il tentativo di voler cancellare la Napoli Borbonica, capitale di un regno che ha segnato la storia, per dare spazio ad una Napoli qualsiasi, non più maestosa e indipendente.. ma succube del nuovo Regno.

Uno degli esempi più vividi è proprio il Corso Vittorio Emanuele, il nome di oggi non ci parla né dei creatori né delle finalità del percorso. Voluta da Ferdinando II, questa strada, lunga 4km, è stata il primo esempio di tangenziale in Europa, con lo scopo di collegare due nuclei della città, fu chiamata Corso Maria Teresa, in onore della regina ma dopo l’Unità d’Italia, prese il nome del primo Re d’Italia.

Uno dei casi più famosi riguarda Piazza Dante, fino al 1871 denominata Foro Carolino, in onore del Re Carlo di Borbone, ribattezzata Piazza Dante, in onore dello scrittore che parlò dell’Unità di Italia, difatti la piazza è dominata dalla statua dello scrittore che ignaro della “realizzazione” dell’Unità d’Italia, ne parlò nei suoi scritti.

Anche la piazza più grande della città non sfuggì al destino, ed è proprio nel 1860 che nasce il nome di Piazza del Plebiscito, riferendosi al plebiscito popolare, dichiarato da molti come falso, con cui Napoli diceva sì all’annessione al Regno dei Savoia, grazie all’opera di Raffaele Conforti.

Ennesima vittima del ri-battesimo, fu Piazza San Ferdinando. Non sapete che piazza è?  Una piazza che fino al 1919 era in compagnia di una statua di un sovrano borbonico, anch’essa in pieno centro, ebbene stiamo parlando di Piazza Trieste e Trento!

Addirittura Vittorio Emanuele III, ebbe la bellezza di quattro strade dedicate al suo nome, e le gallerie? Galleria Umberto I e Galleria del Principe… E infine una delle strade che collegava il nascente quartiere Vomero, al quartiere Chiaia del lusso, denominata Via del Parco Regina Margherita, del parco resta ben poco, o forse si è sempre trattato di un parco immaginario. Una strada dedicata alla Regina Margherita di Savoia, che si dice abbia dato il nome alla pizza

Ma questa… è un’altra storia.

Roberta Montesano

P.S.

in merito all’annosa questione “Si dice Borbone o Borboni?“, ci sono numerose pronunce discordanti. In realtà, la parola “Borboni” al plurale è pacificamente accettata all’interno del dizionario italiano, anzi, spesso furono proprio i rappresentanti della casata reale di Napoli ad utilizzare la parola “Borboni” per indicare la propria dinastia, all’interno di documenti ufficiali.

Vi lasciamo poi questo link del Dizionario d’ortografia e di pronunzia italiana.
Il cognome Borbone, infatti, è una delle eccezioni di “cognomi ammessi anche al  plurale”, come accade anche nel caso degli Angioini.

fonte

http://www.storienapoli.it/2015/06/12/la-napoli-borbonica-cancellata-dai-savoia/?fbclid=IwAR1NdKHrHEoCKIq1zt8-sdBfuNCBh97qPumeuwgP861LqbwiuAXIyG9tezI 

 

 

 

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