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Leonardo da Vinci, primo uomo moderno, nel rumore e nel furore di Alfredo Saccoccio

Posted by on Ott 17, 2019

Leonardo da Vinci, primo uomo moderno, nel rumore e nel furore di Alfredo Saccoccio

   Che mancava alla tavolozza di Leonardo da Vinci per essere definitivamente l’uomo del suo secolo ? E’ conosciuto il suo  talento proteiforme : pittore, scrittore, inventore, curioso di tutto e pronto a dissodare nuovi campi. In compenso, si sa meno che l’arte di guerra figurasse anche al rango delle sue preoccupazioni. Grazie a Pasqual Brioist, maestro di conferenze all’università François- Rabelais di Tours, un altro Leonardo si delinea, che “adora le battaglie”, le tempeste, il diluvio”, annota l’autore citando Paul Valery.

   Leonardo da Vinci guerriero. L’immagine rinvia spontaneamente alle sue macchine da guerra, frutto di una perfetta padronanza dei materiali, in forza delle “torsioni dei fili”, dell’ “elasticità del legno”, o ancora il gioco dei contappesi e delle leve. Però, prima di sapere se l’interessato ha immaginato o no il carro armato,  Pasqual Brioist racconta in “Léonard de Vinci, homme de guerre”, per i tipi dell’editore Alma, le fonti che l’hanno ispirato : ai libri e ai lavori matematici si sovrappongono alcune figure tutelari, come Valturio, segretario della curia romana sotto Eugenio IV, protettore di umanisti e di artisti, nello stesso tempo che appassionato di tecnica militare. Già il miscuglio, fruttuoso, dei generi.

   Questi spiriti inventivi non hanno solo la testa chinata sulle tavole da disegno e sulle stampe; essi vivono spesso al massimo delle realtà belliche del Rinascimento italiano, in un’epoca in cui il pontefice si muta talvolta in capo di guerra. In questo, l’opera di Pascal Brioist mostra bene come la fecondità artistica sposa i meandri della politica.

                                              Condottiero

   Un paradosso ? Leonardo da Vinci stesso è un paradosso, che denuncia  l’orrore dei combattimenti  elencando “i nomi delle armi bianche dell’Antichità latina” e disegnando “ordigni pià abominevoli ancora”. Leonardo uomo di guerra ha costruito la sua carriera nel solco di Cesare Borgia, l’altro personaggio centrale di questo libro, “principe”  ideale che incarna in sè, senza debolezze, la spietata logica del potere, che deve essere conquistato e mantenuto usando l’astuzia e la violenza, quando è necessario.  Come “questo condottiero capace di deviare il corso della Storia”, figlio bastardo del papa Alessandro VI  e di Vannozza Cattanei e  roso d’ambizione, ha potuto scegliere un artista per guidare i suoi ingegneri? Occorrono parecchi capitoli a Pierre Brioist per dipanare la matassa : questo viaggio in balìa degli assedi e delle fortezze ci conduce attraverso tutta l’Italia.

   La guerra è bella sotto Leonardo da Vinci ? Quest’altra domanda  che si pone l’autore  si nutre di alcuni episodi-fari : nel maggio del 1518, l’inventore  organizza un simulacro di battaglia al fine di celebrare la vittoria di Marignan. Si cannoneggia sotto l’occhio della corte. Colori e ferocia, ancora una volta.

   In ultima analisi, possiamo dire che Brioist, in questo saggio illuminante, ci svela  un Leonardo davvero inedito e i princìpi che ispirarono la sua attività, essendo riuscito ad entrare all’interno delle macchine e della mente del genio fiorentino, per ammirarne tutta la creatività e la straordinaria capacità di anticipare i tempi, avendo avuto, un secolo prima di Galileo, l’idea di utilizzare il pendolo degli orologi e, sempre con un secolo di anticipo, il suo studio del moto dei proiettil è più corretto della perfetta parabola immaginata dallo stesso Galileo, per cui possiamo definire Leonardo il primo uomo antimoderno, almeno nel senso di un modello cui tornare ad ispirarci per uscire dalle intollerabili conseguenze odierne delle lacerazioni fra scienza, poesia, arte, fantasia, morale, e tra uomo sociologico, uomo ideologico, uomo etico, poeta.

   Alfredo Saccoccio

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