Alta Terra di Lavoro

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Leone XIII e il suo impegno contro la menzogna

Posted by on Apr 22, 2020

Leone XIII e il suo impegno contro la menzogna

Il mese scorso ho parlato di Leone XIII, e continuo sull’argomento, perché siamo a 150 anni dall’Unità d’Italia e perché è un papa molto importante, come ha ricordato Benedetto XVI andando a Carpineto Romano dove quel papa nacque 200 anni fa. In quell’occasione il papa disse una grande verità parlando di un “papa prigioniero”, fisicamente e politicamente.

Di questo aspetto, il mese scorso, nessun giornale ha parlato. Tutti i giornali ci hanno fatto sapere che Leone XIII ha scritto l’enciclica Rerum novarum, ma nessun ha ricordato questo piccolo particolare, che si trattava di un papa prigioniero in Vaticano. L’ha ricordato però papa Ratzinger.

In quell’occasione Benedetto XVI ha detto che, grazie a Leone XIII, la chiesa, ringiovanita, è stata introdotta nella realtà del XX secolo con l’atteggiamento giusto per affrontare le nuove sfide.

Quali sono queste nuove sfide della Chiesa che Leone XIII ha saputo affrontare? La volta scorsa ho cominciato a parlarne. Sappiamo che la Chiesa è sempre sfidata da Satana, che la vuole distruggere.

Questo è l’intento di Satana, dei suoi angeli e seguaci.

Nell’Ottocento questa azione di Satana aveva attaccato la frontalmente la Chiesa, non solo in tutto il mondo, ma soprattutto nel suo luogo di elezione: l’Italia e Roma. E Leone XIII aveva davanti a sé il panorama di un’Italia che con violenza estrema tentava di sottrarre al suo patrimonio di gloria, che è

la fede cattolica, con tutti i frutti che questa fede ha dato nel corso dei secoli. Il Papa cercato di agire nel campo culturale, che è importantissimo, oltre che di fede, di dare una risposta a quelle sfide che in quel mondo, Satana, attraverso le sette, e soprattutto attraverso la massoneria, venivano portate in

quel periodo molto travagliato, alla Chiesa.

La conversazione precedente, avendo affrontato l’argomento soprattutto dal punto di vista filosofico, forse per qualcuno è risultata difficile. Perché Leone XIII, in un momento in cui alla Chiesa era stato tolto il suo potere temporale, si sentiva prigioniero, senza una sua autonomia. Non è libero! Tutti gli ordini religiosi sono stati soppressi (57.492 persone, che erano i membri degli

ordini religiosi), sono stati buttati per strada, derubati delle loro case, di tutto quello che avevano.

Anche dei libri, anche degli archivi. È stata quindi un’opera di rapina programmata, capillare, metodica, quella che è stata messa in atto durante quel periodo che – chissà perché? -, è chiamato Risorgimento, ma che Leone XIII definì “Risorgimento del paganesimo”.

Allora, in un momento in cui venendo a mancare le Opere pie, da cui attingeva aiuto tanta parte ei poveri, anch’essi furono tra coloro che ne risentirono. Pensate che le Opere pie erano 24mila!

Ebbene, queste opere pie, con tutto il loro patrimonio anche culturale, venne confiscato ai legittimi proprietari. Il Papa viene così privato di tutti gli strumenti che in 1500 anni la Chiesa ha avuto per svolgere la sua missione pastorale, di annuncio e di carità. In quel contesto di devastazione, è evidente che l’arma principale di chi la Chiesa deve dotarsi, è quella culturale. Perché la popolazione, completamente frastornata dalla propaganda delle sette, dalla massoneria, dalla propaganda del Governo e da tutte le ingiustizie che venivano fatte ormai da decenni, la popolazione cattolica aveva bisogno di chiarirsi le idee. (Ma anche oggi, in questa confusione relativistica, tanto cattolicesimo ha bisogno di schiarirsi le idee. Nota del trascrittore). Si era in un periodo di grandi cambiamenti che avevano portato a un grande disorientamento nelle persone. Per questo Leone XIII affronta la battaglia dal punto di vista culturale, filosofico, teologico e storico.

La volta scorsa non ho affrontato il tema teologico, ma dal punto di vista filosofico avevo fatto cenno all’enciclica Humanum genus, del 1884, che è un’enciclica che prende di mira la massoneria, nel senso che ne analizza i suoi presupposti filosofici, ne vede le sue conseguenze pratiche (terribili

per la stabilità e la giustizia sociale), e esamina anche quali sono le tecniche utilizzate dalla massoneria per raggiungere il potere e mantenerlo.

Fra queste tecniche, facevo notare che c’è anche quella di deputare alcuni fratelli massoni alla propaganda della pubblica licenza. Cioè, alcuni hanno proprio come compito quello di scardinare la morale dalla vita delle persone. Come mai? «Perché – sostiene Leone XIII -, volendo comandare, la

massoneria, non può comandare su persone che hanno una volontà salda». Ricordavo che i cristiani vengono sempre raffigurati martiri, con la palma, la palma della vittoria. Sapete che la palma è una pianta in cui le foglie sono dritte. Sono come la spina dorsale di un uomo che non si piega. Mentre

se la volontà non è esercitata, la propaganda può influire molto su una persona che è resa così debole dalla mancanza di volontà. La massoneria punta – dice Leone XIII – alla diffusione della licenza, in modo da poter comandare meglio.

Ora affrontiamo il tema dal punto di vista storico, essendo questa una trasmissione di storia della Chiesa, Vediamo quindi quali sono le diagnosi che il Papa fa sulla situazione, e quali rimedi suggerisce.

Sono tre le questioni importanti dal punto di vista culturale e storico. La prima è quella che riguarda l’esistenza del potere temporale. La seconda riguarda le caratteristiche dell’Italia cattolica, che la propaganda massonica diceva essere la causa della nostra schiavitù. Ovviamente Leone XIII contesta questa affermazione, che è totalmente falsa. E poi il ruolo di Roma e la sua importanza.

Cominciamo dal primo tema. «Il potere temporale è necessario per la libertà dei pontefici. Questo afferma Pio IX prima e Leone XIII, Papa Pecci, fin da quando era vescovo di Perugia. Guardate che normalmente forse noi non ci facciamo caso, ma il papa ha un potere temporale, in quanto è

sovrano dello Stato del Vaticano! Non è suddito! E questa sua situazione è quella che lo mette più in grado di svolgere liberamente il proprio magistero spirituale. Sappiamo tutti che si fa fatica a seguire il magistero pontificio. Si fa fatica perché occorre una santità eroica. Prendete per esempio

l’enciclica Humanae vitae di Paolo VI… (Che trovate al sottostante link).

http://www.totustuustools.net/magistero/pa6human.htm Ricordate quanto è stata combattuta questa enciclica? E quanti preti e vescovi in questi decenni l’hanno accolta? E quanto l’hanno combattuta? E quanti non l’hanno applicata? Tantissimi! Questo per dire che il magistero pontificio è un magistero santo! Perché aggiorna la volontà di Dio ai vari periodi. E poiché si fa fatica a

seguirlo, in tanti si trova la scusa per non seguirlo!

Immaginate che cosa succederebbe se il Papa fosse il cittadino di uno stato diverso dal suo. Dice il Papa: «Si ha scusa per non ascoltare il magistero pontificio, che porterebbe inevitabilmente che il

Papa scrive quelle cose che glie lo impone quel governo cui è sottomesso. Ecco questa è una battaglia culturale fortissima sul piano storico!

Scrive Leon XIII, in un’enciclica che lui dedica alla storia: tanto importante far conoscere la menzogna storica che la massoneria diffonde sulla storia della Chiesa, che il Papa dedica a questo tema una enciclica che si chiama Saepnumero considerantes

http://www.totustuustools.net/magistero/l13saepn.htm del 1883. Bellissima enciclica! Ve la consiglio. Ma del resto tutte le encicliche di questo papa sono bellissime. Ecco che cosa scrive:

«Abbiamo analizzato sovente quali tecniche impieghino più spesso coloro che vogliono rendere la Chiesa e il pontificato romano oggetti di sospetto e di invidia. E abbiamo riscontrato che frequentemente i tentativi di costoro si sono rivolti con grande violenza e astuzia contro la storia della cristianità, e specialmente verso quella parte che riguarda le azioni dei pontefici romani, più strettamente collegate alle vicende italiche». Come vedete il Papa fotografa la situazione di una Chiesa che è sempre sotto attacco, ma in quel periodo è principalmente sotto attacco in Italia e a Roma. E perché è sotto attacco? «Perché – dice il Papa -: con astuzia e grande violenza viene contraffatta la storia dell’Italia cattolica». E continua: «La scienza storica sembra essere una congiura degli uomini contro la verità». La scienza storica non è più lo studio dei fatti e dei documenti, è una congiura degli uomini contro la verità. «Troppi vogliono che il ricordo stesso degli avvenimenti passati sia complice delle loro offese». Troppi in Italia vogliono oggi in Italia –scrive il Papa -, che questo attacco alla chiesa, ingiustificato da tutti i punti di vista, risulti scusato,

risulti giustificato da una visione e da una versione menzognera della storia d’italia e della storia dei pontefici.

Tanto Leone XIII è consapevole dell’importanza della storia, che fa un gesto in un certo senso, rivoluzionario, cioè apre al pubblico l’archivio Vaticano, l’Archivio Pontificio, che è il più importante del mondo, perché in esso è conservata la memoria storica dell’Occidente. Non è un caso che Napoleone, invadendo l’Italia e portando a Parigi innumerevoli bellezze italiane, fra queste

maggiori glorie italiane abbia compreso l’Archivio Vaticano, che ha portato utilizzando anche bufali maremmani, e, in una lunga colonna, li ha fatti valicare le alpi con destinazione Parigi, che doveva essere la nuova Roma, la nuova capitale mondiale.

Quindi il Papa, non solo dota l’Archivio vaticano di nuove acquisizioni, ma lo apre pure agli studiosi. E mentre l’Italia massonica celebra i fasti della Biblioteca Nazionale… (con quale materiale era stata fatta questa Biblioteca Nazionale?). con tutte le opere derubate dagli archivi e dalla biblioteche degli ordini religiosi! In quel contesto di finta scienza, di finto amore per la storia,

il Papa apre al pubblico l’Archivio Vaticano. Un gesto simbolico molto significativo.

Allora, ritornando al problema storico, falsamente affrontato, della necessità del potere temporale per i papi, Leone XIII specifica una particolarità che è istruttiva, perché si rivolge ai cattolici liberali. Ora, i cattolici sono cattolici. E quando c’è la necessità di aggiungere a questo aggettivo un altro aggettivo: “liberale”, “democratico”, “adulto”, eccetera, vuol dire che c’è qualcosa che non va.

Perché un cattolico è cattolico e basta. Essendo colui che segue la Rivelazione così come viene esplicitata dal Magistero pontificio.

Punto1

Allora Leone XIII mette in guardia la popolazione italiana contro i cattolici liberali. Perché? Perché i cattolici liberali, con in testa Massimo D’Azeglio , che in realtà è massone, pur provenendo fa famiglia e tradizione cattolica. Sappiamo che lui ha una parte di rilievo, come dissi quando parlai di

Pio IX. Se qualcuno è interessato a queste conferenze che ho tenuto lo scorso anno, può trovarle sul sito di www-radiomaria.it

Massimo D’Azeglio è l’inventore di quella che si chiama “Una congiura all’aria aperta”. Che significa? Vuol dire che, e lo dice chiaramente: «Non abbiamo le forze per fare la rivoluzione, quindi dobbiamo fare la rivoluzione senza armi. (E una via gramsciana ante litteram. N di t.). Con quale arma? Con l’arma della penna. Cioè, con l’arma della storia. Cioè, con l’arma della falsità. E

con l’arma della falsità D’azeglio scrive “che il potere temporale dei pontefici non è conforme alla volontà di Gesù, che è nato, vissuto e morto povero”.

Come fanno i pontefici, con Cristo che è nato, vissuto e morto povero, ad avere addirittura uno stato? Questo chiaramente non è volontà di Dio e per questo è una realtà che deve finire. Le motivazioni più nobili – quando sono false -, sono sempre le più pericolose! Perché qua si invoca addirittura la volontà di Cristo contro l’esistenza del potere temporale e contro quello che i papi

dicevano.

Parlando di cattolici liberali, Leone XIII scrive: «A nessuno sfugge che definire nocivo all’Italia il pontificato in sé o il principato temporale dei pontefici, significa inequivocabilmente voler mentire su una materia più che evidente. Significa voler mentire. Pessimo proposito è ingannare scientemente e rendere la storia un veleno micidiale. Tanto più riprovevole in uomini cattolici e per

di più nati in Italia. La gratitudine del loro animo, il rispetto per la loro religione e la carità di patria dovrebbero spingerli più di altri, non solo a studiare la verità, ma anche a farsene paladini». Così non è, perché l’attacco alla Chiesa viene anche – ed è quello più pericoloso! -, dall’interno della Chiesa, nella forma del cattolicesimo liberale.

Ora, che il potere temporale dei papi fosse necessario, come anche adesso, c’è un fatto che lo mette in evidenza in modo lampante. Questo fatto è costituito dai funerali di Pio IX. Pio IX muore nel 1878 e i suoi funerali avvengono tre anni dopo. Lui aveva lasciato detto che voleva essere sepolto in San Lorenzo fuori le mura. Cosa strana, perché i papi sono sepolti tutti in Vaticano. Io penso che Pio IX abbia scelto come sede del suo riposo eterno, del suo aspettare la Risurrezione, San Lorenzo, perché San Lorenzo – come sapete – è morto sulla graticola. E il Papa, in un certo senso ha vissuto i suoi 32 anni di pontificato “sulla graticola”. È stato cucinato a fuoco lento. Io penso che sia stato questo il motivo. Ebbene, questo funerale non si è potuto svolgere perché, secondo i liberali e secondo il Governo massonico che aveva “liberato” l’Italia, sarebbe stato inconveniente. Perché? Perché non volevano che si vedesse quanto affetto aveva il popolo di Roma per il loro Papa.

Questo non si poteva assolutamente vedere!

I funerali del Papa si svolsero di notte: a mezzanotte, il 13 luglio del 1881, e il vincolo era che si svolgessero in silenzio! Cioè, non si poteva neanche pregare! Come se non bastasse, il feretro di Pio IX è stato attaccato da un manipolo di mascalzoni che hanno agito indisturbati, pur conoscendo la polizia i loro intenti. In più punti del corteo questi facinorosi hanno tentato di buttare la salma di Pio

IX nel Tevere. E se questo non fu possibile, non fu per l’intervento della polizia, ma per la prontezza dei cattolici che erano intervenuti facendo scudo con i loro corpi ai malintenzionati.

Questo è un piccolo fatto che però esplicita molto bene in che ambiente si viveva nel Regno dell’Italia appena unificata. Quale fosse la libertà che regnava in Italia. Perché sapete – e questo l’ho detto tante volte -, che i Savoia e i liberali hanno unificato l’Italia in nome di una “morale superiore”. E questa  morale superiore consisteva nel rappresentare loro una monarchia costituzionale e uno stato liberale. Il primo articolo dello Statuto Albertino (la loro costituzione), dichiarava la religione cattolica “religione di stato”. Ebbene, la religione cattolica è stata perseguitata violentissimamente da tutte le azioni del Governo liberale. Per questo, francamente, faccio fatica a commemorare i 150 anni di unità d’Italia. Non perché io non sia a favore dell’Unità d’Italia, che è un dono di Dio! non per questo, ovviamente, ma perché questa unità è stata fatta contro lan nostra identità, per imporci un modo di pensare che era quello dell’!% della popolazione, che era protestante, liberale, massonica.

In una enciclica di Leone XIII, la Etsi nos, che potete trovare a questo link,

http://www.totustuustools.net/magistero/l13etsin.htm elencando tutti i meriti del pontificato romano, fra questi meriti mette anche quello di aver conservato l’unità d’Italia. E scrive: «Né ultima fra le glorie dei romani pontefici è l’aver mantenuto unite, mercé la stessa fede e la stessa religione, le province italiane, diverse per indole e per costumi. E l’averle così liberate dalle più funeste discordie». Cioè, se c’è un soggetto che ha formato l’unità d’Italia più di tutti gli altri, certamente questo è il pontificato romano, che personifica tutti i cattolici. Così, la popolazione italiana, radicalmente cattolica anche se divisa in diversi stati, era una popolazione unificata dalla fede e dalle opere che la fede produce anche a livello culturale.

Si riferisce spesso la frase di Paolo VI che “La perdita del potere temporale – che non è una perdita assoluta, perché il Papa è ancora re in casa sua, in Vaticano -, il potere temporale è stato perso su tutte le regioni dell’Italia centrale. Nelle conferenze che tengo in varie città italiane ogni tanto

qualcuno mi obbietta: “Ma Paolo VI ha dichiarato che la perdita del potere temporale è stato un evento provvidenziale”… “Si, rispondo io, ma non perché i liberali siano stati provvidenziali, perché essi volevano la scomparsa della religione cattolica! Non avevano niente a che vedere con il bene della Chiesa! Ilp unto è che Dio è tanto grande – l’ha ricordato Benedetto XVI ultimamente,

che può, dal male, creare un bene maggiore. Quindi, questa provvidenzialità, certamente non è frutto del pensiero e dell’azione dei liberal-massoni italiani, europei e mondiali, è frutto della misericordia di Dio, che ha impedito che la Chiesa scomparisse. Mentre invece, secondo i disegni liberali, avrebbe dovuto fare.

Continuo con gli esempi in cui Leone XIII insiste, soprattutto da un punto di vista storico, e cioè le menzogne della propaganda liberale. Una era la menzogna che il potere temporale dei papi non fosse più valido da un punto di vista giuridico, come affermava D’Azeglio. Ovviamente sappiamo che si trattava di una falsità in quanto quello Stato esisteva de oltre 1000 anni. E questo Stato è l’unico che nasce senza conquista, perché nasce dal frutto di una donazione di Pipino, re di Francia, che nel 754, dona al Papa i territori che ha sottratto ai Longobardi, che li avevano a loro volta occupati.

Il secondo punto – di molta rilevanza – è l’analisi sulle caratteristiche della città di Roma. Leone XIII sostiene che la città di Roma è provvidenziale per il cristianesimo. e che la Roma cristiana è piena di glorie. Il Papa si ricollega, in questo magistero, a tutto il pensiero della Chiesa fin dall’inizio. Sempre, nei primi secoli, cominciando dagli apostoli, gli apologeti e i martiri, hanno

sostenuto che Roma pagana era stata costituita tale, con tutta la sua gloria e tutto il suo potere, in vista della Roma cristiana.

Si dice sempre che ai due fondatori della Roma cristiana, che sono gli apostoli Pietro e Paolo, sono come la piena realizzazione di quello che i gemelli Romolo e remo avevano significato. Sapete che c’è un mito fondatore per la città di Roma, che risale a questi due gemelli allattati dalla lupa, così i due apostoli, uniti nella fratellanza cristiana e dal martirio, sono i veri fondatori ed eredi della Roma pagana-

Questo magistero del Papa si collega direttamente a questo retaggio. Un tempo si diceva Chiesa cattolica, apostolica e romana. Adesso l’aggettivo romana non si dice più, ma è importantissimo!

Perché la caratteristica di Roma è l’universalità. Roma, in qualche modo, è una città unica. Ce n’è solo una, di Roma! E c’è solo una città, a modello della quale tutte le altre vengono costruite. E questa è Roma!

Scrive Leone XIII: «La Roma antica e il suo impero furono stabiliti per la Roma cristiana. Non occorre qui ricordare gli immensi benefici e le glorie procacciate  dai pontefici a questa loro diletta città. Glorie e benefici che sono scritti del resto a cifre indelebili nei monumenti e nella storia di tutti i secoli». Io ieri accompagnavo un gruppo di amici veneziani… e osservavano che Roma è

meravigliosa! C’è una tale ricchezza, una tale complessità storica,architettonica e artistica… E come filo conduttore ha questo aspetto: la Roma pagana confluisce nella Roma cristiana.

Quando sono arrivati i “liberatori”, i Savoia, hanno semplicemente distrutto. Hanno causato delle ferite nel cuore della città per mettere quei monumenti davvero di rara bruttezza, che sono il Vittoriano e il Palazzo di Giustizia. (Che sia per quello che la giustizia va così male? N. del t.). E scrive ancora Leone XII: “Qui, nella persona del suo capo supremo, la Chiesa soffre più che altrove.

Qui, come centro del cattolicesimo, sono rivolti più che altrove, gli sforzi dei nemici. E l’odio satanico delle sette prende Roma più specialmente di mira. E queste cose succedevano mentre Lui scriveva. I nemici della chiesa esibivano la loro ferocia senza pudore. Pensate che il Papa scrive l’enciclica che ho appena citato subito dopo l’inaugurazione del monumento a Giordano Bruno.

Questo monumento, che è stato inaugurato a Campo dei Fiori nel 1889 – guarda caso – in che giorno? Il 29 giugno. Chi è romano sa che il 29 giugno è la festa di Roma, perché è la festa dei Santi Pietro e Paolo. Si ferma tutto a Roma! Sempre stato così. Ecco, in questa festa i massoni hanno inaugurato quel monumento, organizzando un grande corteo che era preceduto da due bandiere. Su queste bandiere vi era una effige. L’effigie di Satana. Quindi, quando il papa dice: “L’odio satanico delle sette”, egli sta prendendo atto della realtà. Non è che usa una metafora esagerata. No, no, no!

Un’ala di Palazzo Borghese era stata affittata al Grande Oriente d’Italia, e un emissario dei principi, che andava a vedere come questa sede veniva affittata ha scoperto che la cappella Borghese era stata trasformata in una cloaca, e che una stanza che lui si fece aprire, era dove si riunivano in logge, vi era un grande affresco di Satana su una parete. Perciò, quando Leone XIII descrive questo attacco violentissimo a Roma in nome della “liberazione dalla schiavitù pontificia”, e quindi in nome di Satana, non fa che prendere atto della realtà senza nessuna esagerazione.

Io ho tante volte ricordato a Radio Maria che Napoleone, il primo che si inventa l’idea della “liberazione d’Italia dalla Chiesa”, il primo che porta la “libertà”, in realtà attua un feroce totalitarismo. Ma usando la parola libertà. Ho fatto notare la volta scorsa l’opposizione radicale fra libertà e obbedienza. I cattolici obbediscono liberamente perché hanno scelto di obbedire in quanto non sono per niente schiavi perché la scelta di obbedire è una scelta consapevole, mentre i massoni– dice il Papa -, obbediscono, giurano di obbedire, senza sapere a chi realmente obbediscono. I fratelli massoni dei gradi più bassi non conoscono infatti gli affiliati ai gradi più alti. E non conoscono nemmeno a quale dottrina obbediranno, perché viene loro svelata piano piano nel corso

delle varie iniziazioni per il passaggio da un grado all’altro.

Il terzo punto forte che il papa vuole chiarire affinché i cattolici non cadano in inganno, è l’affermazione che essi fanno: “che l’Italia è arretrata per il fatto di essere da 15 secoli – da Costantino all’Ottocento -, cattolica”. Il cattolicesimo è la causa dell’arretratezza italiana. Noi a scuola… Purtroppo la scuola italiana è molto mal ridotta e la storia si insegna poco, e quello che si

insegna, si insegna per parole d’ordine. E le parole d’ordine pubblicitarie non mettono mai in evidenza i meriti enormi, le glorie enormi dell’Italia cattolica! E lo dico per la mia lunga esperienza di insegnante di storia!

Ma questo compito lo assolve papa Leone XIII, come vediamo anche nell’enciclica Dall’alto,composta nel 1890: http://www.totustuustools.net/magistero/l13dalla.htm «L’asserzione che si va

da tempo divulgando essere i cattolici e il pontefice i nemici d’Italia, non è che gratuita ingiuria e spudorata calunnia fatta ad arte dalle sette per valliare i loro rei disegni e non incontrare intoppo nell’opera esecranda di scattolicizzare l’Italia». Questa spudorata calunnia serve quindi a spianare la strada agli attacchi che la massoneria sta facendo alla Chiesa. Questo ovviamente andava in contrasto con la costituzione che dichiarava la religione cattolica come religione di stato. Non lo potevano dire, anche se erano pieni di odio! In cambio hanno però raccontato menzogne sulla storia della Chiesa, e in particolare del pontificato romano. (Menzogne che purtroppo sono state “bevute” anche da tanti cattolici, ignoranti della loro vera storia. N. del t.).

Nel 1887 Leone XIII nomina Segretario di Stato il cardinale Mariano Rampolla, e gli scrive una lettera, al momento dell’insediamento, che è molto bella. In questa lettera, fra l’altro, papa Pecci elenca le glorie e i meriti enormi della cattolica Italia e dei pontefici romani che l’hanno guidata.

«Sono glorie dei papi e del loro principato i barbari respinti o inciviliti». Chi ha difeso l’Italia e Roma dagli Unni? San Leone Magno. Papa Leone Magno! Li ha affrontati inerme. E quelli che non sono stati respinti – dice il Papa -, sono stati inciviliti. Infatti l’Europa è il frutto dell’evangelizzazione e della romanizzazione delle popolazioni che per sette otto secoli si sono riversate sull’Occidente romano.

 Erano popolazioni barbare senza cultura, senza lingua scritta, con divinità pagane orrende e riti orrendi! Queste persone sono state evangelizzate e quindi liberate dai mostri dei loro dei dalla predicazione di questo Dio che ci ama e che ha vinto la morte per noi.

«Sono glorie dei papi il dispotismo combattuto e sfrenato (dell’Imperatore d’Oriente prima e dei romani Imperatori poi). Il papa, difendendo la sua autonomia spirituale, ha sempre impedito che il potere degli imperatori diventasse assoluto e quindi diventasse dispotico». Le lettere, le arti, le

scienze promosse. L’Italia, l’Occidente tutto! L’Italia è la regione al mondo che ha più della metà dei beni artistici e culturali del pianeta! Noi, da soli, abbiamo più della metà delle bellezze artistiche mondiali. E queste sono il frutto di 15 secoli di Italia cattolica che, in teoria, era un’Italia, che da Napoleone in poi, è finita schiava! Tanto non eravamo schiavi, che abbiamo il monopolio di quella

cosa meravigliosa che è la bellezza, che è la cultura!

Continua Leone XIII: «Le libertà dei comuni». Il papa è sempre stato il difensore delle libertà dei comuni, soprattutto dell’Italia settentrionale, dalle pretese egemoniche dell’Imperatore. «Le imprese contro i musulmani quando erano essi i più temuti nemici, non solo della religione, ma della civiltà

cristiana e dalla tranquillità dell’Europa. E chi è che ha promosso le crociate in tutte le loro forme, cioè la difesa dell’Europa dall’Islam». Perché ovunque l’Islam va, l’Islam sottomette, e tutto il resto scompare. La tolleranza islamica in questo consiste: che devono rendere onore ad Allah, pertanto tutto il resto scompare. E l’attacco all’Europa da parte dell’islam è continuato lungo i secoli. E sempre c’è stato in Occidente una testa che ha resistito a questo ostacolo, e ha promosso una unione crociata contro l’islam. Certamente anche questa è una gloria immensa del papato, aver impedito che in Europa si diffondesse quella religione. Io sono contenta di appartenere al cattolicesimo, perché le differenze fra queste due religioni è immensa! (Ma bisogna conoscerle le

religioni, per poterlo dire! N. del t.).

Mentre Leone XIII presente i meriti che il papato ha acquisito per tutto l’Occidente, ricorda che questi meriti sono particolarissimi. Ancora più importanti per quello che riguarda l’Italia. E scrive:

«Le sue maggiori glorie e ricchezze (dell’Italia), per cui, tra le più colte nazioni ebbe per lungo tempo il primato, sono inseparabili dalla religione». E questo è un dato di fatto! Almeno fino a quando la religione protestante ha avuto la meglio anche sulle potenze cattoliche. Cioè, in pratica, fino al Settecento, l’Italia aveva il primato fra le nazioni colte. Basta pensare alla nostra letteratura e arte, la nostra musica che ha fatto scuola a tutti! La nostra filosofia… E ricorda: «La quale (religione cattolica, questo primato), o le produsse, o le ispirò, certo le favorì, le aiutò e diede ad esse incremento». E poi fa una serie di esempi: «Per le pubbliche franchigie parlano i suoi comuni

(Le libertà comunali), per le glorie militari parlano tante imprese memorande contro nemici dichiarati del nome cristiano. Per le scienze parlano le università, fondate, favorite, privilegiate dalla chiesa. Ne furono l’asilo e il teatro». Chi ha inventato le università? La Chiesa cattolica. A Bologna fu istituita la prima università d’Italia. Una gloria grandissima dell’Italia! (Come mai non riusciamo a tornare a quei livelli? N. d. t.). Parlano infiniti monumenti di ogni genere di cui è seminata a profusione tutta l’Italia. Per le opere a vantaggio dei miseri, dei diseredati, degli operai.

Parlano tante fondazioni della carità cristiana! Tanti asili aperti ad ogni sorta di indigenza e di infortunio. E le associazioni e corporazioni cresciute sotto l’egida della religione». Tutto quel patrimonio, dicevo, non solo per la quantità di ordini religiosi, con 57mila persone al momento dell’unità d’Italia, nel 1870, ma anche le 24mila opere pie che “sono state fatte a vantaggio dei miseri e dei diseredati…”.Dopo aver elencato i frutti dell’Italia cristiana: la meraviglia di questa nostra cultura!, il papa ribalta le accuse. E dice: «Non siamo noi cattolici ad essere anti italiani: è la massoneria, che siccome è anticattolica, è anche anti italiana!» e qui scrive una lettera davvero molto bella. Che si chiama Custodi, ed è indirizzata al popolo italiano nel 1892

http://www.totustuustools.net/magistero/l13inimi.htm lo stesso giorno, l’8 dicembre (giorno dell’Immacolata), il Papa indirizza due lettere: una ai vescovi, che si intitola Inimica vis (forza nemica) http://www.totustuustools.net/magistero/l13inimi.htm , contro la massoneria. È una lettera brevissima: una pagina e mezzo. E un’altra, molto più lunga, alla popolazione italiana, che si chiama Custodi. In questa lettera il Papa scrive: «Lasciate che vi additiamo la massoneria come nemica d’un tempo, di Dio, della Chiesa e della nostra patria. Siate dunque italiani e cattolici!

Liberi, e non settari! Fedeli alla patria insieme a Cristo e al visibile Vicario Suo, persuasi che un’Italia anticristiana e antipapale sarebbe l’opposto all’ordinamento divino, quindi condannata a perire». (Caspita, che parole profetiche! N. d. T.).

Mi viene in mente un paragone: perché il cattolicesimo ha resistito in Italia, e resiste anche adesso, anche se in maniera molto minoritaria. Questo invio delle 280 famiglia in missione da parte del Cammino Neocatecumenale, di oggi, ne è un segno. Ma la perdita degli antichi valori da parte di molti sta lasciando il segno, tanto che noi siamo diventati un popolo che si sta suicidando, perché

non abbiamo più figli. Ma se non abbiamo più figli vuol dire che stiamo perdendo la speranza e la fede. E pertanto siamo ridotti come foglie al vento. E vediamo, invecchiando, i frutti di questa vita senza figli!

Comunque, quando il Papa scrive queste due encicliche ha di fronte i frutti provocati dal Regno d’Italia. E i frutti sono una emigrazione massiccia, una corruzione enorme: lo scandalo della Banca Romana, e poi, due anni dopo i Fasci siciliani, che saranno di nuovo occasione di legge marziale e stato d’assedio. Di nuovo la base elettorale verrà ristretta, perché in tutta Italia stanno esplodendo sollevazioni. Le ingiustizie procurate dai governi liberali sono state tali e tante che la popolazione si ribella e confluisce in quella nuova speranza, che non essendo più la Chiesa, è diventato il Socialismo. E il socialismo farà paura all’Italia liberale. Tanta paura, che interromperanno agli inizi del Novecento la persecuzione anticattolica perché capiranno ciò che Leone XIII aveva esposto in tante encicliche, cioè che la religione cattolica è un bastione contro la rivoluzione! È un bastione per una società civile e ordinata.

Il disastro coloniale, Baba Beccaris a fine secolo, nel 1898, che spara sulla folla, su donne e bambini che stavano chiedendo pane (Cose che vediamo anche ora in tv). Perché la popolazione era affamata a causa delle tasse esorbitanti che, dall’unità d’Italia in poi, i governi avevano imposto. Per

non parlare del culmine di tutto questo processo di scristianizzazione dell’Italia, che è la Prima Guerra Mondiale. Questo è il culmine del Risorgimento, frutto di una devastazione e di un macello ancora peggiore di tutto quello che l’aveva preceduto. (Quasi 700mila morti. Molti di più della Seconda Guerra Mondiale. Ridotti a combattere nelle trincee, in un modo disumano). E con questa prima guerra mondiale si chiude il Risorgimento. Ma sarà seguito dal fascismo, che si ricollega al Risorgimento con forme diverse.

Dopo aver messo i cattolici in guardia contro le menzogne raccontate dai liberali contro la storia della Chiesa, il Papa invita la popolazione italiana all’azione. Sempre nella lettera Custodi il Papa

scrive: «Trattandosi di una setta che ha tutto invaso, non basta tenersi contro di lei in sulle difese, ma bisogna coraggiosamente uscire in campo ed affrontarla. Il che voi, diletti figli, farete, opponendo stampa a stampa, scuola a scuola, associazione ad associazione, congresso a congresso,

azione ad azione.

da «la vera storia della chiesa»

A cura di ANGELA PELLICCIARI

RADIO MARIA – 17 GENNAIO 2011

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