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Lucio Castrese Schiano su la Giornata della Memoria dei Meridionali morti in occasione dell’unificazione italiana

Posted by on Ago 12, 2017

Lucio Castrese Schiano su la Giornata della Memoria dei Meridionali morti in occasione dell’unificazione italiana

La comune iconografia  rappresenta la morte come una vecchia signora che impugna un bastone alla cui sommità è fissata una lunga falce.  La parte deterrente della rappresentazione non è tanto la morte in sé  quanto la terrificante lama della falce : strumento con cui l’immortale signora renderà simili sia quelli che ebbero “nobili natali ” che i “ turpi malcreati ”.

Dalla nostra esperienza terrena possiamo constatare che la rappresentazione non si discosta per nulla dalla realtà. Infatti, pur se le spoglie di chi ebbe “ nobili natali ” possono riposare in veri e propri mausolei, mentre le spoglie dei “ turpi malcreati ” possono tutto al più essere ricoverate in un modesto loculo che va sempre più affollandosi di ossa a mano a mano che eventi luttuosi ne colpiscono le famiglie, non possiamo negare che sia le spoglie degli uni che quelle degli altri, alla fine, fisicamente o chimicamente parlando, sono due mucchietti di materia del tutto simili e composti  degli stessi elementi. Questa similitudine imporrebbe in linea generale una identica considerazione per le due tipologie di spoglie. Per cui, se si ammette come principio che le spoglie debbano essere circondate da un rispetto quasi religioso, la regola deve essere applicata senza distinzioni. E se per alcune spoglie, che poi sono i resti di persone più o meno illustri, è previsto che possano  avere l ’onore di una giornata commemorativa, non si capisce perché, se una tale richiesta viene avanzata per spoglie meno importanti, si debba gridare allo scandalo.

Scendendo nel caso specifico che ci interessa, possiamo notare che un tal modo di pensare intride ancora di sé buona parte del mondo accademico che, non ignorando come si sono svolti veramente i fatti che si continua a mistificare, rende ancora più amara la pillola da ingoiare.

E’ di pubblico dominio ormai l ’interpellanza presentata in seno al Consiglio Regionale della Puglia per l’istituzione di una giornata per commemorare i <<meridionali morti in occasione dell’unificazione italiana>>. Ebbene, questa semplice mozione ha fatto subito insorgere il mondo accademico e della cultura in generale, tra cui l ’ A I P H : Associazione Italiana di Public History (che,chissà poi perché, essendo “ italiana ”, scrive metà della propria ragione sociale in inglese!). La richiesta è stata subito definita   “ inutile ”, “un ‘ idea infelice” che “ intacca la legittimazione della memoria pubblica nazionale ” , portata avanti da persone poco informate che, non appartenendo al mondo accademico e non essendo storici di professione, “ alimentano mitologie e retoriche ” e tendono a “ trasformare la storia in un seguito di ricorrenze ”.

A proposito della tendenza a “ trasformare la storia in un seguito di ricorrenze ”, mi è venuto spontaneo chiedermi perché questa affermazione  non è stata fatta quando è stata istituita la data della festa dell’unità nazionale, mentre se ne è avvertita l’esigenza appena un ’analoga richiesta ha riguardato il Meridione.

Ora, l ’istituzione di una giornata della memoria “ sudista ” (ovviamente in senso spregiativo) potrà essere ritenuta  “ inutile ” da chi ha perso o non ha mai avuto amore per la propria terra e per la sua plurimillenaria storia. La “ inutilità ” di questa memoria porta a definire “ mitologie ” e “ retoriche ” le verità che stanno emergendo dagli archivi e che, guarda caso, vengono portate all ’ attenzione  del pubblico non dagli accademici o dagli storici di professione, quanto da medici, giornalisti o scrittori prestati alla storia, cioè da non “ addetti ai lavori ”. Avviene un po’ come per “ Le iene ” o “ Striscia la notizia ” grazie alle quali solamente la gente comune riesce a venire a conoscenza di tante magagne che, diversamente, continuerebbero ad essere tenute nascoste. Lo stupore nei riguardi della mozione continua e ci si meraviglia che la proposta, “ … ben lungi dall’essere respinta(altro segno di scarsa o nessuna obiettività), è stata approvata a larga maggioranza, con il consenso di quasi tutte le forze politiche “.

Perché ci si meraviglia che la proposta non sia stata respinta da un Consiglio Regionale “ meridionale ”, visto che si trattava di una ricorrenza per ricordare proprio “ meridionali morti in occasione dell’ unificazione? ” E perché ci si meraviglia ancora di più che la proposta sia stata approvata da quasi tutte le forze politiche? Forse che la collocazione in un ’area piuttosto che in un ’altra comporta automaticamente anche la perdita della propria identità?

Ancora. Viene sostenuto che per “ rispondere ai pregiudizi antimeridionali ” (meno male che, tra le righe, viene riconosciuto che verso i meridionali ci sono dei pregiudizi! E’ già tanto!) non bisogna alimentare “ mitologie e retoriche ”. “ Bene. Benissimo … ogni ricerca storica su basi scientifiche, senza remore ”. Poi, subito dopo, alla faccia della scientificità e dell ’assenza di remore, viene affermato che   “  l’ampia evidenza storica disponibile sul regno borbonico non giustifica particolari nostalgie. Non era l’inferno comparato al paradiso sabaudo”(il grassetto, il corsivo e la sottolineatura sono miei).” Ma la ricerca converge ad esempio nel valutare come infimo, molto più basso che in tutti gli stati preunitari, fosse il livello di alfabetizzazione ”. A questo punto non so dove ci si sia documentati per sostenere tante notizie che possono essere facilmente smentite consultando davvero senza remore e senza lenti affumicate le fonti disponibili.

Quanto poi a livello di obiettività basta l’affermazione seguente: ” … Tra l’altro, vi erano meridionali borbonici; ma tanti anti – borbonici. Per fortuna ”. E questo “ Per fortuna ” dà tutto il senso dell’ obiettività con cui quelli che “ fanno opinione ” interpretano la storia.

E poi … quando cerchiamo di rimuovere tutti questi pregiudizi nei nostri confronti, veniamo accusati di metter su dei “ revival sudisti in cui si (con)fondono aspetti folcloristici ” e “ nostalgie borboniche ”.

Castrese L. Schiano

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