Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

LUIGI, IL LAZZARO DEI BOSCHI, TORNA ALLA CASA DEL PADRE

Posted by on Ott 26, 2018

LUIGI, IL LAZZARO DEI BOSCHI, TORNA ALLA CASA DEL PADRE

Il 26 di ottobre per noi identitari insorgenti e un giorno triste e funesto perché con l’incontro tra il Re Savoiardo e la “meza recchia” nizzarda a Taverna Catena comincia l’inizio della nostra fine ma per la comunità di Conca della Campania questo giorno rimarrà per sempre il giorno dell’addio ad uno dei suoi migliori figli, Luigi, che oggi pomeriggio, a Piantoli di Conca, l’ha salutata mentre si trovava ancora sulla scala d’orata che lo sta portando nel Regno dei Cieli.

Non so se Luigi conoscesse la storia del nostro Regno o dei Briganti o se era un garibaldino ma questo poca importa perché era di certo un figlio della nostra Terra, della Terra di Lavoro. Dell’alta Terra di Lavoro che racchiudeva in se tutte le caratteristiche e tutte le nobiltà tipiche di chi nasce qui, uniche e ineguagliabili e l’Ass.Id. Alta Terra di Lavoro si stringe al dolore della sua famiglia, Ricci, della famiglia acquisita, Amato, ma soprattutto è vicina alla sua dolcissima e bellissima moglie Stefania che presto gli darà un erede.

I Lazzari figure mitiche che grazie a Napoli e al suo Regno son divenute mistiche e sono una delle più belle espressioni della nostra civiltà, vivevano scalzi per avere il maggior contatto possibile con la terra che calpestavano prendendo da essa la maggior energia possibile per collegarsi meglio con il ciel divino e così, anche Luigi, possiamo definirlo un Lazzaro che viveva a stretto contatto con i suoi Boschi che lo hanno prima partorito e poi cresciuto fino ad accompagnarlo nell’ultimo suo giorno di vita terrena.

Ricordo, come se fosse ora, una sera dove mi recai a casa di Stefania e trovai Luigi che stava cenando divorando, con l’energia tipica di un castagno in giovane età, il piatto che c’era a tavola e che alla mia presenza il suo impetuoso agire si trasforma rapidamente in un aristocratico saluto, tipico dei Lazzari, dicendomi “volete favorire?” aspettando che mi allontanassi in un’altra stanza con Carmine per riprendere a mangiare.

Il dolore di una vita terrena che si spegne a soli 35 anni in maniera improvvisa e tragica ci fa istintivamente risentire con nostro Signore che lo incolpiamo di egoismo e di cinismo ma quando l’istinto lascia il passo alla fede e alla ragione ci rendiamo conto che il disegno di Dio e impossibile da interpretare per noi comuni mortali e se decide di riprendersi i suoi migliori figli e forse perché nel suo esercito del bene che combatte quello del male ci possono stare solo i migliori soldati.

Per darsi una ragione o una giustificazione ognuno di noi cerca di cogliere qualche segnale da un tragico evento e se questo non ci lascia nessuna risposta attraverso i moderni concetti froidiani, noi cattolici sappiamo invece che c’è sempre una volontà divina, che c’è una rigenerazione e una rinascita importante e vigorosa quando un giovane muore tragicamente, un vigore fondamentale per continuare nella strada che nostro Signore ci ha tracciato, probabilmente non è un caso che ha voluto che Luigi lasciasse il suo seme, che attraverso Stefania, genererà una nuova vita che darà una nuova speranza e nuova forza a tutti noi e alla sua famiglia.

Ogni mattina leggo un passo del vangelo che poi accantono ma ieri mattina, non sapevo ancora del tragico evento, l’ ho voluto conservare e non so perché,  sento di ripubblicarlo non sapendo se ha un legame con quanto accaduto.

Il pensiero del giorno: Lc 12,49-53

« Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre , madre contro figlia e figlia contro madre , suocera contro nuora e nuora contro suocera » (Lc 12,49-53).

 

Il fuoco nella Bibbia è simbolo a) della presenza e dell’amore di Dio (Dt 4,24; At 2,3), b) del giudizio di Dio sui peccatori (Lv 10,2; Mt 22,7) e c) della purificazione divina (Lc 3,16; 1Pt 1,7). Il fuoco dell’amore è lo stesso fuoco della giustizia.

Oggi in segno di rispetto non pubblicheremo niente altro perché è una giornata di silenzio e di preghiera, chiedendo a Luigi di raggruppare tutti i Lazzari del Paradiso e prepararli ad organizzare una grande festa per quando arriveremo noi.

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