Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

MARIA GRAZIA ALTIERI CON LA MUSICA POPOLARE RIMETTE LE COSE A POSTO

Posted by on Apr 23, 2019

MARIA GRAZIA ALTIERI  CON LA MUSICA POPOLARE RIMETTE LE COSE A  POSTO

Chi ci segue sa che da tempo cerchiamo di spiegare che la musica popolare, quella che grazie all’aristocratica scuola Musicale Napoletane è diventata “musica esatta” come ci ha ricordato il M.so Enzo Amato nel suo  “La Musica del Sole” ,e che, ballata in tutte le piazze,  è diventata un fenomeno universale,  non è musica del centro sud italia ma è musica del Regno di Napoli quindi “Napolitana”.

Il  mondo giacobino di colore rosso da tempo s’è appropriato del mondo della musica popolare, purtroppo  di tutta la cultura ed arte italiana e vediamo le conseguenze, e seguendo l’indole genetico del giacobinismo che  basa la sua esistenza sulla menzogna e sulla falsità non vogliono accettare la verità, ed oltre ad associare, sbagliando gravemente, il mondo della musica popolare alla lotta di classe, fanno finta di dimenticare che solo grazie al cattolicissimo Regno di Napoli la musica della plebe, del popolo, delle campagne è diventata quella che oggi conosciamo.

Parlare con gli artisti, che sono per la maggior parte anticlericali ed atei, di questo argomento è quasi impossibile perché non vogliono accettare la realtà, sappiamo bene che sono dei soldatini del libero pensiero che altro non è la dittatura del pensiero unico , leggere come li definiva Gramsci, ma qualche giorno fa qualcosa è cambiato s’è bucato il muro di gomma nella musica popolare grazie a Maria Grazia Altieri.

Infatti l’Altieri ha organizzato alla Domus Ars, insieme al ballatore Antonio Esposito e con le musiche dei Rareca Antica., un importante seminario di Tarantella chiamandola “Ballo Napolitano” facendo capire che si può essere cattolici, realisti, regnicoli, luterani, atei , apostati, gnostici ma la verità non si può cancellare e non si può camuffare.

Tutta la musica che s’è prodotta fine al 1870 da Teramo a Licata è musica Napolitana e non italiana del centro sud italia, ed è inutile cambiare le cose perché la verità la potete sotterrare ma prima o poi, come i fiumi carsici, viene fuori. Inutile che i salentini continuano a non accettare questa verità, come i calabresi, gli abruzzesi o i siciliani e anche se le vostre carriere le dovete al padre protettivo partitocratico di sinistra, noi altri testardi insorgenti sappiamo perfettamente che la Pizzica se non fosse stata  sdoganata da Ferdinando IV era figlia di un Dio minore.

 Pensate, voi che siete soprattutto antiborbonici e adepti della Repubblica da Operetta, come la definiva il Capecelatro,  se vivevate nel tempo dei Borbone non dovevate avere protettori per lavorare ma bastava la vostra bravura, perché è innegabile che siete splendidi artisti, per emergere perché chi non era bravo stava a casa, lo stesso Mozart dovette tornarsene nel suo paese perché come gli disse Ferdinando “sai quanti picciottielli ce stann a napoli e so megl”

Ovvio che tutte le composizione di natura etnica popolare create dopo il 1870 possiamo  inquadrarle come musica del centro sud italia e, come già scritto, possiamo considerare  come periodo simbolo la trasformazione delle lotte popolari da insorgenti a lotta di classe quello della Repubblica del Matese di Malatesta. Da questa tesi sfugge però la musica Jazz e Blues che in america nasce tra la fusione della musica afro-americana e la musica popolare napolitana portata dai nostri primi emigranti.

Ma tornando all’Altieri bisogna rimarcare la sua caratura di musicologa, oltre che di eccellente M.sa e ballatrice, infatti ha studiato con attenzione il testo di Gaetano Dura del 1834 riuscendo a trasformarlo in una lezione spiegando che  la Tarantella Napolitana, che in quegli anni si comincio a ballare nelle strade di Napoli e provincia, era diventata una evoluzione  del ballo arcaico, nel senso nobile del termine, che si ballava nel Regno di Napoli.

L’ Altieri ci ha spiegato  che da quel momento anche tutti i balli delle varie province napolitane si cominciavano a chiamare Tarantelle, insomma ci fu un vero e proprio cambiamento culturale e di costume nel mondo del ballo popolare.

Con umiltà, fatemi passare la presunzione,  posso dire che a seguito di un confronto, Maria Grazia potrebbe dare per verità la mia riflessione sulla Tarantella che scimmiotta la danza classica che si ballava al San Carlo, infatti come potrete notare nei video di seguito, le movenze cambiano diventano piu dolci e più aggraziate ma questo è ancora tutto da verificare. Da oggi in poi chi vedrà la classica Tarantella Napoletana  ballata tra pulcinella, pizza e mandolino dopo aver prestato attenzione alla lezione dell ‘Altieri, non dirà più che è il ballo dei cafoni anche se chi è nell’animo giacobino lo dirà lo stesso!!!!

Concludo informando che Maria Grazia Altieri ci ha autorizzato, e la ringrazio con la presente, a pubblicare la lezione tenuta alla Domus Ars a differenza di altri M.si o presunti tali, che non vogliono far riprendere nulla ai loro seminari per paura che qualcuno possa copiare le loro lezioni, ma come ci insegna la nostra civiltà cattolica “quello che tieni per te lo perdi per sempre mentre quello che doni lo tieni per sempre”

Claudio Saltarelli

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.