Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

MAURIZIO SARRI E’ UN GIACOBINO

Posted by on Lug 8, 2019

MAURIZIO SARRI E’ UN GIACOBINO

Cantavano i lazzari e i sanfedisti “chi tene pane e vino è nu giacubbino” mentre negli 60 e 70 per le strade di Napoli  c’era chi cantava “caro compagno i fatic e tu magn” queste sono due frasi che mi sono venute in mente nell’approcciare il tema Maurizio Sarri che grazie al Napoli Calcio ha raggiunto il sogno della sua carriera allenare una squadra importante, bastava vedere il suo sorriso raggiante quando è sceso dall’auto che lo accompagnava alla conferenza stampa organizzata dalla Juventus.

Nulla di strano in tutto questo perché credo che chi esercita una professione importante ha delle ambizioni importanti ma tutto filerebbe liscio se la squadra in questione non fosse la Juve acerrima nemica per noi tifosi napoletani e l’odiosa compagine savoiarda per chi come me si sente un napolitano identitario.

L’allenatore l’ho sempre apprezzato perché le sue capacità fuori dal normale sono indubbie e grazie anche al suo lavoro abbiamo vinto il campionato dopo 28 anni, per il sottoscritto lo abbiamo vinto, ma l’uomo non mi ha mai preso perché ho sempre avuto la sensazione che recitava il suo ruolo e che ci stava “strunziando” ogni volta che apriva bocca e infatti non  ho mai ascoltato una sua conferenza stampa o una sua intervista, mi interessava solo la squadra e come giocava.

Viene a Napoli a fare il “compagno” raccontando la sua bellissima storia da figlio dell’Italsider che tifava Napoli perché era giusto così se ci sei nato, veniva a dare lezioni di Filosofia nella città dove nasce l’Agora e la Filosofia ma non a parlare del Vico o del Campanella, i primi che mi son venuti in mente, ma di autori residuati bellici di un mondo morto e sepolto, quello comunista. Ci ha detto che andavamo a prendere il palazzo ignorando qual è la storia di Napoli che non ha mai preso il Palazzo ma quando decideva lo occupava.  Come è accaduto nella rivolta dei panettieri, nella rivolta di Masaniello, ricordo a chi non lo sapesse che Masaniello la guidò in nome del Re e non viceversa, oppure quando volevano mettere i tribunali d’inquisizione civile e quando il popolo napoletano diede prova di grande eroismo, esaltato e osannato dai suoi nemici, nelle “Tre giornate di Napoli” vissute nel Gennaio del 1799 quando si opposero all’invasione giacobina francese mentre i giacobini napoletani sparavano loro alle spalle per agevolare le operazioni dell’esercito napoleonico invasore.

Sarri avrà sicuramente letto le narrazioni di Cervantes su Napoli e sicuramente avrà saputo perchè simbolo della città è il “Corsiero del Sole” ma se lo rileggesse non sarebbe male perché forse gli è sfuggito qualcosa. Per non parlare di alcune esternazioni  volgari come  quando si “arrapava” nel vedere le cose che gli piacevano proprio nella città dove nasce l’osceno di Atellana memoria che abbiamo amato con gli Squallor, con Federico Salvatore o con l’Inferno Napoletano recitato dal grande Angelo Manna e che mai ci sono apparsi volgari; se voleva risultare simpatico poteva usare il termine mi fa “arrizzà” tipicamente Napoletano, a differenza  del termine “arrapare”  che viene usato dai piccoli borghesi che attesta il loro stato di ruminanti, ti proietta sempre  verso l’alto nel raggiungimento di vette erotiche inesplorate.

Come gli piaceva frequentare  i salotti radical chic di sinistra con la presenza di intellettuali, italiani nati a Napoli, che pensano di essere gli eredi della grande cultura Napoletana solo perché hanno scritto qualche romanzo di successo, oppure non aver indossato mai abiti eleganti  e rafforzare il suo, presunto, anticonformismo. A Torino lo abbiamo visto elegantissimo alla prima conferenza stampa e questo punto bisogna dire che è stato in questo caso poco lungimirante infatti nei tre anni vissuti a Napoli poteva approfittarne per farsi un guardaroba  di primo livello visto che nell’ex capitale c’è la miglior sartoria maschile del pianeta.

Ha usato i napoletani, che in lui vedevano  il “comandante”, per denigrare e mettere in cattiva luce De Laurentis trattandolo come una mazza da scopa, veramente inelegante e rozzo averlo definito poco tempo fa “un uomo di mondo”,  continuando a servirsene ancora qualche settimana fa dedicando loro la coppa appena vinta mentre era in trattativa con la Juve.

De Laurentis che per fortuna è antipatico, ti ha scelto per il dopo Benitez prelevandoti dall’Empoli mettendosi contro un’opinione pubblica perplessa e difendendoti da essa quando chiedeva la tua testa dopo le prime prove opache. E’ venuto fino a casa tua per rinnovarti il contratto ed invece di dire a tutti che legittimamente volevi approdare in squadre più ambiziose hai scaricato su Adl le tue responsabilità, ma come si dice “l’irriconoscenza è l’unica cosa più grande della misericordia di Dio”.

Se per il sottoscritto quanto descritto non è stata una sorpresa il comportamento dei giacobini napoletani di six mi ha stupefatto perché sono andati oltre ogni mia più rosea previsione, non pensavo arrivassero fino a tanto. Con una riflessione più attenta però non è una vera sorpresa per quanto accaduto perché i giacobini napoletani fin dal 1799 hanno cercato di distruggere la grande civiltà e la grande cultura napoletana cercando prima farla diventare provinciale con il lavoro di Croce, di Marotta, di Galasso ed ecc.ecc. e visto che hanno fallito questa mediocre classe dirigente ha messo in atto una “iconoclastia culturale”  per cercare di avere partita vinta.

Grazie al loro impegno mai Napoli è scesa così in basso nella sua storia, è stata completamente colonizzata infatti basta andare per le strade di Napoli e vedere i cantieri importanti a chi sono stati assegnati, a proposito da quanti anni sono aperti? Oppure i padroni di tutte le testate giornaliste da dove vengono? Il porto che era il primo nel mediterraneo oggi è quarto in Italia e anche la squadra di calcio della città è in mano ad un “torrese” nato a Roma. Povero Scarfoglio che vede a chi appartiene oggi il Mattino e cosa è rimasto della città che aveva il maggior numero di case editrici d’Europa e il maggior numero di  case discografiche d’Italia, badate non sto parlando del periodo Borbonico perché se parlo di quello vi faccio a pezzetti. Ma la cosa più triste e che sprecate le vostre migliori energie nell’essere anti-juventini , fa chic anche questo, ma non avete mosso un dito per evitare che il glorioso Banco di Napoli scomparisse e fosse sbranato dalla Torinese San Paolo Intesa, nemmeno i vostri antenati post-unitari hanno permesso questo. Schifate il passato glorioso di Napoli però vi piace mettere in bella mostra i magnifici monumenti  che ci ha lasciato dimenticando che quello che voi lascerete alla storia sarà il centro direzionale, fatto progettare ad un Giapponese, e le tristi Vele!!!

Pensavate di voler scrivere la vostra storia attraverso Sarri coniando il termine “Sarrismo” e mettere la sua foto al fianco di Donna Eleonora e tutti i suoi compagnucci del 1799? Ma voi siete lungimiranti perché avevate capito che il vostro comandante avrebbe avuto il loro stesso comportamento!!!.  A proposito come mai dal monitore napoletano gestito da Antonella Orefice è scomparsa la parola “Fraternitè”? e cosa vuol dire essere liberali marxisti oppure essere crociani di estrazione gramsciana? Ho cercato di comprenderlo leggendo alcune tesi che sinceramente si capiscono poco e se lo spiegate a parole…”nostre”  potrei imparare qualcosa.

Il vero comandante, unico e inimitabile, lasciò gloria, onori e successo per andare prima in Africa e poi nella giungla sudamericana  a trovare la morte inseguendo i suoi ideali, prestò servizio in un lebbrosaio per nove mesi senza vaccino e quando venne in Europa, a Mosca, ci stette per pochissimo tempo anticipando il rientro mentre a Botteghe Oscure non ci andò proprio, lo stavano aspettando a  braccia aperte, perché aveva capito che sul Comunismo Europeo  Orwell nella sua “fattoria degli animali” aveva perfettamente ragione.

Ma la cosa più importante del “comandante” e che non andò a Londra a prestare servizio presso l’opulenta  e grassa capitale del capitalismo in cambio di milionari ingaggi, quindi chiedete  scusa al “Che” per averlo affiancato al falso comandate e se siete autenticamente pentiti fate quello che fece a Cuba dopo la rivoluzione, zappate la terra e mietete il grano che il peridio è quello giusto!!!

Sarri è Giacobino non perché è venuto a rubare i soldi, anzi da questo punto di vista è un grande lavoratore, e li ha meritati tutti regalandoci una pagina di storia calcistica che mai verrà cancellata, ma perché è venuto a servirsi di una città, di una passione, di un amore e non a servirli. Ha offeso tutti  quelli che hanno creduto in lui e in quello che voleva rappresentare non  giustifico nessuno tranne i ragazzi delle curve perché il loro amore e la loro passioni autentiche e vere li ha confusi facendosi inebriare dalle parole del finto  comandante vedendo in lui il proprio condottiero.

Il personaggio “Sarri” ,quello vero, è venuto fuori quando all’ultima giornata di campionato non ha voluto concedere nemmeno 1 minuto a Cristian Maggio e fargli salutare il suo pubblico che tanto lo ama e rispetta mentre a Buffon invece gli ha fatto fare una partita per fargli raggiungere un record…che differenza. Ha ragione alla fine ha ragione ha ragione Pjanic: “Sarri sarà sempre grato al Napolismo” e come tutti quelli che sono venuti a Napoli, nella millenaria storia, venuti per conquistarla sono rimasti conquistati come di recente è accaduto al direttore del Museo di Capodimonte Sylvain Bellenger.

Concludo ricordando a Sarri che non può continuare a pensare di essere più intelligente degli altri dichiarando che i tifosi napoletani, che eventualmente  lo fischieranno lo fanno perché sono sempre innamorati di lui, perché i Napoletani sapranno cosa fare come la storia ci ha sempre dimostrato e qualunque cosa metteranno in piedi ti faranno star male.

Claudio Saltarelli

Submit a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.