Alta Terra di Lavoro

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NEL 1799 TRAETTO, OGGI MINTURNO, ERA SANFEDISTA E REALISTA

Posted by on Apr 8, 2020

NEL 1799 TRAETTO, OGGI MINTURNO, ERA SANFEDISTA E REALISTA

Dopo aver fatto tappa ad Itri e a Castelforte l’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro nel presentare il testo in copia anastatica di D. Petromasi che narra l’epopea dell’esercito Crociato e Cristiano, nell’uso comune chiamato della Santa Fede, guidata dal Card. Fabrizio Ruffo, sabato 23 marzo 2019 s’è fermata a Minturno grazie alla volontà del Comune e al Comitato Luigi Giura che hanno organizzato il convegno per presentare il suddetto testo e per parlare delle vicende drammatiche del 1799 che hanno interessato la cittadina aurunca.

Nella notte di Pasqua del marzo 1799, a 220 anni esatti, Minturno, l’allora Traetto, è stato teatro di una forte resistenza insorgente, anche qui Fra Diavolo è stato una grande protagonista,  contro l’esercito giacobino Francese che voleva portare i valori della libertà, uguaglianza e fratellanza a fil di baionetta mentre era solo interessato a saccheggiare, rastrellare e ad uccidere i territori del Regno di Napoli per ripagarsi le spese di guerra e rimpinguare le vuote casse dello stato francese che con l’avvento della rivoluzione erano state svuotate dalla nuova classe dirigente borghese giacobina, che oggi governa l’europa, che aveva preso  il potere dopo il 1789.

Se le masse insorgenti non avevano nessun scrupolo ad usare la massima violenza, che nessuno nega, contro le truppe di invasione giacobine, non bisogna dimenticare che l’esercito Francese aveva invaso il Regno di Napoli e quindi i napolitani esercitavano legittimamente il diritto di resistenza che per ferocia e crudeltà non si avvicinavano minimamente a quelle delle milizie Francesi. L’esercito giacobino esercitavano il loro presunto diritto di rappresaglia nei paesi che invadevano anche quando venivano rimborsati dai loro fantomatici e ridicoli diritti di guerra che non erano altro che richieste di riscatto.

A Traetto s’è consumata, nella notte di Pasqua, una delle stragi più efferate e più crudeli di cui si sono macchiati i francesi in quel drammatico semestre del 1799, rastrellarono casa per casa tutti gli abitanti, il giorno dopo fecero lo stesso a Castelforte, lasciando sul campo un numero importante di cadaveri. I dati sono contrastanti sul numero reale dei morti, per Don Gaetano Ciuffi furono 800 circa, ma furono certamente tanti e diffusi sul tutto il territorio, di questo s’è parlato, insieme alle insorgenze in Terra di Lavoro e nel Regno di Napoli, nel convegno che si è tenuto nello splendido Castello Ducale Caracciolo Carafa

Dopo i saluti e l’accoglienza del padrone di casa il Sindaco Gerardo Stefanelli  abbiamo apprezzato l’intervento dello storico Laborino Fernando Riccardi, autore del saggio introduttivo, e a quello, molto brillante, di Eduardo Esposito, membro del Comitato Luigi Giura. La numerosa platea ha ascoltato con piacere i monologhi teatrali in lingua Laborina di Raimondo Rotondi che potete apprezzare nei video di seguito insieme a quelli di tutti gli interventi.       

Claudio Saltarelli

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