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Non nascondete il Papa in campo per Alfie Evans

Posted by on Apr 22, 2018

Non nascondete il Papa in campo per Alfie Evans

Per la terza volta in due settimane e nel pressoché totale silenzio dei mezzi di comunicazione di solito assai svelti nell’annunciarne presunte aperture rivoluzionarie e radicali stravolgimenti dottrinari, il Papa è intervenuto sulla vicenda di Alfie Evans, il bambino di ventitré mesi affetto da una malattia neurodegenerativa la cui diagnosi è un mistero perfino per i tanti medici che l’hanno visitato.

E lo ha fatto prima incontrando a Santa Marta il padre del piccolo, Thomas, quindi dicendo al termine dell’udienza generale e davanti a 17 mila fedeli che “l’unico padrone della vita, dall’inizio alla fine naturale, è Dio! E il nostro dovere è fare di tutto per custodire la vita. Pensiamo in silenzio e preghiamo perché sia rispettata la vita di tutte le persone e specialmente di Vincent Lambert e Alfie Evans”. I giudici britannici hanno stabilito che l’interesse del piccolo deve prevalere su quello dei genitori e l’interesse di Alfie – a loro dire – è di morire. Al termine dei venti minuti di colloquio con Thomas Evans, il Pontefice ha dato mandato al vescovo di Carpi, Francesco Cavina (che ha favorito l’incontro tra i due) di attivarsi affinché Alfie possa essere trasferito all’ospedale Bambino Gesù di Roma, prima dell’ultima sentenza della Corte suprema inglese. Qualche settimana fa, il giudice Anthony Hayden aveva giustificato la scelta di porre fine alla “vita inutile” (cit.) del piccolo stravolgendo un intervento di Francesco sull’accanimento terapeutico pronunciato lo scorso autunno. Il Papa ha voluto far sapere al magistrato – e forse anche a qualche ecclesiastico della diocesi di Liverpool capace di firmare documenti in cui si afferma che la chiesa non interviene perché la famiglia Evans “non è cattolica” (il padre è cattolico, come noto) – che lui è in campo e non lascerà nulla di intentato perché “sia rispettata la vita”.

Il Foglio, 18 Aprile 2018

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