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Perché sostenere “Siciliani Liberi”

Posted by on Mag 30, 2017

Perché sostenere “Siciliani Liberi”

Non sono pochi i Duosiciliani che in questo periodo si chiedono perché dovremmo sostenere un movimento che, come tanti altri movimenti sicilianisti, è ritenuto antagonista delle idee “unitariste” che, invece, caratterizzano il nostro modo di intendere la Storia e, soprattutto, il nostro futuro. Come possono conciliarsi le idee di unità e di condivisione dei primi con le idee divisioniste e localiste dei secondi? Come ci si può alleare con chi erroneamente ritiene i “napolitani” subdoli invasori della Sicilia Ultra Faro? Con chi considera i Borbone una dinastia violenta, prevaricatrice e sanguinaria, ignorando che tali etichettature sono rientrate a pieno titolo nella valanga di falsità e bugie rovesciate su noi tutti proprio per creare divisione, disorientamento e scompiglio?

Proverò a dare la mia interpretazione a cominciare proprio dagli aspetti storici. Aspetti storici che, si badi bene, possono assurgere ad affermazioni e testimonianze di qualcosa che assomigli alla Verità soltanto e solamente ove ci si riesca a liberare dai tanti condizionamenti e dalle tante “trappole” che costellano il cammino di chi vuole davvero intraprendere questo percorso. Verità, ancora, che molto difficilmente potrà essere “assoluta”; nel senso che la Verità molto di rado è un dato oggettivo ed inequivocabile; è piuttosto un faticoso cammino; un divenire costante e continuo che abbisogna di essere tenacemente verificato, controllato, paragonato, analizzato, contestualizzato e quant’altro. E anche quando si riterrà di aver individuato qualcosa che si avvicini di parecchio alla “Verità”, dovremo sempre essere pronti a rimetterla in discussione, a riverificarla alla luce di eventuali nuove notizie, documenti e informazioni in un processo di affinamento continuo per approssimazione che potrebbe non trovare mai fine. I “decimali” potrebbero essere infiniti…

Se a quanto sopra si aggiunge che la Storia del Sud e della Sicilia UltraFaro è estremamente lunga, complessa, complicata e per certi versi non del tutto indagata, si comprenderà come sia quanto meno imprudente affermare “certezze assolute”, affermare “Verità” indiscutibili. Chi davvero cerca se non la Verità, almeno qualcosa che le somigli molto, dovrà innanzi tutto prendere in considerazione, senza preclusione alcuna, i diversi aspetti sotto i quali essa può essere analizzata e dovrà costantemente avere l’umiltà di valutare tutte le possibili nuove varianti che dovessero presentarsi, tutte le possibili nuove interpretazioni, tutte le possibili nuove influenze e, se del caso, avere il coraggio di rimettere in discussione le proprie idee e convinzioni. Non credo vi siano altre vie.

In prima istanza dobbiamo considerare che chi è davvero libero da condizionamenti e preconcetti pregressi non potrà non ammettere che le conoscenze che ognuno di noi ha della storia derivino da numerosi diversi fattori, anche di ordine psicologico; poi da fattori soggettivi e, purtroppo solo in ultimo, da fattori oggettivi. Innanzi tutto è da considerare “da chi” ognuno di noi ha appreso per la prima volta i fatti e le circostanze relative all’invasione piemontese e, in particolare, la credibilità che noi riconoscevamo a quel personaggio. Credo sia infatti innegabile che, se abbiamo appreso per la prima volta quelle informazioni da qualcuno che godeva della nostra stima e della nostra fiducia, noi si sia stati certamente influenzati da quanto si ascoltava, in un senso o nell’altro, tanto più quanto maggiore era la nostra stima nei confronti dell’interlocutore.

Non è poi da sottovalutare “l’ambiente” storico – politico che ognuno di noi si è trovato a frequentare nei primi passi della nostra “conoscenza”. E’ più che evidente infatti che la frequentazione di ambienti “divisionisti” o “unitaristi” ha certamente influito, in un senso o nell’altro, nelle nostre scelte. Nessuno può credersi libero da questi condizionamenti.

Quando poi si passi alla eventuale fase successiva dell’approfondimento attraverso la lettura di testi, si aprirà davvero un mondo di infinite incertezze: quanto andremo leggendo è di indirizzo “unitarista” o “divisionista”? Probabilmente, sbagliando, saremo portati a leggere testi che confortino le idee che ci eravamo già fatte; cercheremo conferme quando, invece, dovremmo leggere qualcosa scritto da “parte avversa”. Ma anche quando, con già lodevole lungimiranza, si leggeranno testi di entrambe le “parti”, ci si imbatterà in una questione non di poco conto: si potranno infatti leggere testi scritti da personaggi autorevoli, credibili, attendibili e magari anche gradevoli e accattivanti. Ma chi ci dice che quell’autore stia scrivendo delle verità? Potrebbe scrivere anche cose errate, in buona o mala fede. E chi ci dice che, invece, un autore magari meno brillante, meno accattivante, con minori capacità di coinvolgere il lettore, non stia invece raccontando fatti molto più veritieri, attendibili e meglio documentati? Intanto sarà già difficile riuscire a barcamenarsi in tali circostanze e l’unica possibilità che ci resterà sarà quella di risalire, per quanto possibile (non siamo storici professionisti) alle fonti che però non sempre è facile reperire. Ma quand’anche si dovesse riuscire, chi può garantirci in maniera certa che quel documento, seppure originale, non sia in qualche modo “falsato” da un interesse nascosto del suo redattore? La storia è piena di documenti ufficiali che tendevano a nascondere ben altro…

Come si vede è un percorso insidioso ed estremamente difficile, ma solo attraverso di esso è possibile avvicinarsi, e solo per approssimazioni continue, a qualcosa che si avvicini il più possibile alla Verità. Ma chi non lo percorrerà potrà solamente abbeverarsi alla insoddisfacente fonte di quanto scritto da altri, di quanto ascoltato da altri, di quanto creduto da altri.

Certo, come è notoriamente riconosciuto da tutti la Storia è importante, molto importante. Essa ci dice chi siamo e da dove veniamo. La Storia ci fornisce le premesse e le basi per il futuro. Senza di essa non siamo niente. Ma essa è comunque di difficilissima interpretazione.

In ogni caso, come ho dimostrato per via della sua intrinseca “imprecisione”, non è basandoci solo sulla Storia che si può progettare un futuro migliore. Altri fattori dovranno interessarci e certamente molto, molto di più. Vi sono infatti argomenti che, in un certo periodo, possono avere valore anche maggiore di quello storico: questo è uno di quei periodi. Chi segue le vicende politiche nazionali ed internazionali; chi conosce la vera storia dei partiti tradizionali, a cominciare dalle loro origini; chi sa chi e quando ha deciso, arbitrariamente, la realizzazione di questa Europa della finanza e delle banche; chi conosce la differenza fra l’economia della rendita e l’economia del profitto; chi conosce la differenza fra una moneta sovrana e una moneta a debito; chi conosce la differenza fra “l’economia del libero mercato” e una economia a “compartecipazione statale”; chi conosce cosa significhi l’introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio; chi conosce e ha letto, almeno in parte, i vergognosi ed illegali trattati europei, capirà bene che sono questi argomenti e non la Storia a decidere del nostro futuro e di quello delle nuove generazioni. E’ su questi argomenti che bisognerà confrontarci; è su questi argomenti che dovremo esprimerci.

Per questo dico, per una volta, “Mettiamo da parte la Storia!”

Mettiamo da parte le diversità di vedute; cerchiamo ciò che ci unisce e non ciò che ci divide.

E ciò che ci unisce, purtroppo, è semplicemente drammatico!

Chi dovesse continuare a rivangare sulla visione che si è voluta dare dei Borbone o della Costituzione Siciliana, o sui Napolitani “nemici” dei Siciliani, dimostrerà semplicemente di non aver compreso la gravità del momento. Momento che ormai dura da decenni, che vede i nostri valori attaccati e annullati, i nostri diritti annichiliti, le nostre terre spopolarsi, i nostri giovani fuggire, le nostre imprese fallire, i nostri contadini piangere…

Non è il momento delle divisioni: è il momento di fare muro comune!

Purtroppo, ad oggi, non c’è un serio partito indipendentista Duosiciliano. E’ vero, c’è una miriade di partitini e movimenti che però, invece di cercare di individuare percorsi comuni e strategie unitarie, si dividono un po’ su tutto. Non possiamo che auspicare, nell’interesse di tutti i nostri popoli, che quanto prima si possa assistere a quel risveglio politico che al momento, come detto, non c’è: e questo è un dato di fatto.

In Sicilia è nato “Siciliani Liberi”.

E’ un partito indipendentista che propugna fra l’altro, l’uscita dall’Euro e dall’Europa; condizioni queste che non possono non ritenersi indispensabili per un serio progetto di riscatto.

E’ un partito sicilianista, quindi con le sue idee in ambito storico; idee fondamentalmente diverse dalle nostre. Ma, come detto, non è il momento di parlare di Storia, è il momento di parlare d’altro.

Avendo richiesto quel partito con un recente editoriale il nostro voto, ecco che si apre uno spiraglio di collaborazione; uno spiraglio per quella alleanza che da anni propugno.

Una alleanza che, sia chiaro, può avere solo e solamente carattere squisitamente politico ma null’altro. Alcuni Duosiciliani potrebbero pensare, e giustamente: “Certo, in presenza di consultazioni elettorali ogni voto è buono. Adesso non siamo più, i Duosiciliani, sporchi, brutti e cattivi…”. Ragionamento assolutamente corretto, se interpretato, per come va interpretato, esclusivamente sotto il profilo “politico”. E’ evidente che Siciliani Liberi può avere solo vantaggi, cioè voti, da quella apertura di cui sopra; ma forse non si è pensato che anche noi Duosiciliani avremo il nostro ritorno. Se Siciliani Liberi dovesse avere il successo che auspico, è indubbio che il fatto, di per sé, avrebbe già una ricaduta positiva e vivificatrice sull’intero indipendentismo Duosiciliano. Se poi la Sicilia Ultra Faro dovesse arrivare, come auspico, a raggiungere una piena indipendenza sarà inevitabile un’enorme inarrestabile tempesta indipendentista che investirà tutti i nostri territori e non potrà che rinsaldare le nostre fila nella Sicilia Citra e Ultra. Non credo infatti che, una volta che la Sicilia Ultra Faro raggiungesse l’indipendenza, gli altri popoli starebbero a guardare…

E quando questo dovesse avvenire, allora noi potremo rinnalzare le nostre bandiere della solidarietà, della fratellanza e della unitarietà Duosiciliana. Allora torneremo

a lottare per l’unità del nostro popolo e della nostra terra. Unità sancita da sei millenni di storia, tradizioni e culture comuni che nessun atto giuridico potrà mai cancellare.

Allora torneremo “amici – nemici”, anche se credo che prima o poi si dovrà pur giungere ad un definitivo chiarimento, nell’interesse di tutti.

E’ una questione prettamente politica e politica significa pragmatismo, concretezza, convenienza, anche calcolo se si vuole, ma è così che si fa politica. Si percorrono strade insieme fin quando ciò sarà possibile; poi, ognuno per la propria strada. Da questa impostazione rimane certamente escluso l’idealismo ed il senso romantico della politica ma non è questo il momento degli idealismi e del “sacro fuoco”; è il momento di mettere in campo tutte le strategie possibili al fine di raggiungere i nostri comuni obiettivi.

Per questo invito tutti i Duosiciliani ad appoggiare Siciliani Liberi; e non solo i Duosiciliani Ultra Faro, ma anche i Duosiciliani Citra che, in Sicilia, hanno certamente numerosi amici e parenti.

Uniamoci per ora contro il nemico comune. Poi, dopo, si vedrà…

Giovanni Maduli

Fonte

regnodelleduesicilie.eu

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