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Pillole di verità: La massonica bandiera italiana

Posted by on Mag 18, 2018

Pillole di verità: La massonica bandiera italiana

La verità sulla massonica bandiera italiana

Quando le cose non sono chiare, si insinuano le leggende e le varie interpretazioni storiche, proprio per non far ritrovare la verità.

Così oggi nelle scuole si insegna che i colori della bandiera italiana rappresentano: il verde per il colore delle nostre pianure; il bianco per la neve delle nostre cime; il rosso per il sangue dei nostri caduti. Un’altra interpretazione, del tutto religiosa, racconta: il verde per la speranza; il bianco per la fede; il rosso per la carità. I poeti si sono dati alla fantasia per raccontare il tricolore, vedi Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Renzo Pezzani,  Ada Negri.

Alcuni raccontano che nel 1794 due giovani liberali dell’Emilia unirono i colori delle loro città, bianco e rosso, al verde per la speranza. Altri dicono che il bianco e rosso sono presi dallo stemma comunale di Milano, raffigurato  da una croce rossa su campo bianco e poi rappresentante di tutta la Pianura Padana. A questi colori fu aggiunto il verde che era il colore delle uniformi della guardia civile milanese fin dal 1782.

Ma veniamo alla storia vera.

Il 14 novembre 1794, i colori bianco, rosso e verde compaiono per la prima volta come coccarda puntata sugli abiti dei patrioti nella sommossa di Bologna.

La bandiera italiana detta anche Tricolore, come dice l’articolo 12 della costituzione italiana, è composta dal verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni, così scritto nero su bianco il 27 dicembre 1947.

Il primo tricolore italiano fu adottato l’8 ottobre 1796 dalla guardia della Legione Lombarda poi divenuta Legione Italiana, composta da soldati provenienti dall’Emilia. C’è da dire che il tricolore fu invogliato a essere usato da Napoleone Bonaparte, solo che al posto del blu, colore di Parigi, fu usato il verde, colore classico delle logge massoniche e al centro ci fu messo il berretto frigio simbolo dei giacobini. La combinazione delle prime bandiere presero a modello la forma del tricolore francese. Essa nasce come vessillo di stato il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana, una repubblica massonica al servizio della Francia. Solo che le prime bandiere disponevano i colori in tre bande orizzontali anzichè verticali e con il verde in cima.

Il significato allegorico della bandiera francese era Liberté, Égalité, Fraternité, parole d’ordine della massoneria e tale è rimasto per il tricolore italiano per dare una parvenza di vittoria al popolo nel raggiungimento di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza.

Il direttore del Museo del Risorgimento di Milano, Marziano Brignoli, dopo aver affermato che il tricolore italiano nasce a imitazione di quello francese, si spinge ad affermare che i tre colori, bianco, rosso e verde, provengono dall’insegna di una loggia massonica emiliana. Infatti chi propose per la prima volta il tricolore, come bandiera della Repubblica Cispadana, fu il segretario di stato di tale repubblica, Giuseppe Compagnoni, massone affiliato alla loggia di Reggio Emilia.

Il savoiardo Carlo Alberto, gran protettore delle logge massoniche, per acquistarsi favori, sin dal 1848 adottò il tricolore. Poi, col Regno d’italia fu inserito l’azzurro, colore distintivo dei Savoia, e fu inserito nella bandiera sul contorno dello stemma; da allora è uno dei colori di riferimento e riconoscimento dell’Italia, infatti le maglie sportive nazionali hanno tutt’ora l’azzurro, pur non essendo più nella bandiera della Repubblica Italiana.

Nel 1731 Mazzini la scelse come bandiera per la sua Giovine Italia, e fu subito adottata anche dalle truppe garibaldine. Durante i moti del 1848, fu adottata da tutti i governi costituzionali della penisola: Regno di Napoli, a cui fu aggiunto al centro lo stemma borbonico, Sicilia, con al centro la Triscele, Stato Pontificio, Granducato di Toscana, Ducato di Parma, Ducato di Modena, Milano, Venezia e Piemonte. Il tricolore piemontese, a cui fu aggiunto nel campo bianco centrale lo stemma sabaudo, divenne la bandiera del Regno d’Italia fino al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, poi l’Italia divenne Repubblica e lo scudo Savoiardo fu tolto. (Riflessione: se unità d’italia fu, perchè l’italia unita aveva come bandiera il tricolore piemontese?)

Con tanti “fratelli massoni” sparsi per la penisola fu ovvio che scoccò l’ora dei “fratelli d’italia”. Infatti, “Fratelli d’italia, l’italia s’è desta”, frase d’inizio del massonico inno nazionale italiano, furono le parole che pronunciò Goffredo Mameli, “fratello massone” a cui, poi, fu anche intitolata una loggia. E i “fratelli d’italia” furono gli artefici del risorgimento piemontese spacciato per unità d’italia, una unità che i popoli non volevano e nemmeno ne sapevano niente. E risposero all’appello tutti i “fratelli” poi divenuti padri della patria: Giuseppe Garibaldi, nominato nel 1862 Gran Maestro e Primo Massone d’ltalia, e poi Nino Bixio, Camillo Benso, Costantino Nigra, Bettino Ricasoli, Ludovico Frapolli, ecc.

Consecutivamente all’incontro di Parigi-Fontainbleau del 12 giugno 1860, alcuni rappresentanti napolitani inviati da Francesco II, chiedevano a Napoleone III un appoggio che non fu rifiutato, ma in cambio si chiedeva che fosse ripristinata la costituzione in Napoli e resa indipendente la Sicilia. Il Re di Napoli, dalla Reggia di Portici, il 25 dello stesso mese decretò:

“Desiderando di dare a’ Nostria matissimi sudditi un attestato della nostra Sovrana benevolenza, Ci siamo determinati di concedere gli ordini costituzionali e rappresentativi nel Regno, in armonia co’ principî italiani e nazionali in modo da garantire la sicurezza e prosperità in avvenire, e di stringere sempre più i legami che Ci uniscono a’ popoli che la Provvidenza Ci ha chiamati a governare. A questo oggetto siamo venuti nelle seguenti determinazioni:

1) Accordiamo una generale amnistia per i reati politici fino a questo giorno;

2) Abbiamo incaricato il commendatore D. Antonio Spinelli della formazione di un nuovo

Ministero, il quale compilerà nel più breve termine possibile gli articoli dello Statuto,

sulla base delle istituzioni rappresentative italiane e nazionali;

3) Sarà stabilito con S. M. il re di Sardegna un accordo per gli interessi comuni delle due

Corone in Italia;

4) La nostra bandiera sarà d’ora innanzi fregiata de’ colori nazionali italiani in tre fasce verticali, conservando sempre nel mezzo le armi della nostra dinastia;

5) In quanto alla Sicilia, accorderemo analoghe istituzioni rappresentative che possano

soddisfare i bisogni dell’Isola; ed uno de’ Principi della Nostra Real Casa ne sarà il Nostro Viceré.”

Da questa dichiarazione pubblicata nel Giornale Ufficiale delle due Sicilie, si evince chiaramente che oltre ad accordare l’amnstia e la costituzione, fu anche adottato il tricolore italmassonico pur conservando al centro lo stemma della dinastia Borbone. E fu questa bandiera ad essere ammainata il 13 febbraio del 1861. La bandiera sostituita aveva lo stemma dei Borbone in campo bianco, ma spostato verso l’asta. La bandiera del Regno di Napoli/due Sicilie che oggi è visibile in molte foto e riproposta da vari neobriganti, è erroneamente copiata in quanto lo stemma borbonico non viene posizionato verso l’asta, ma al centro, come veniva riportato nel tricolore italmassonico. Per tanto, non solo questa bandiera è da correggere perchè non corrisponde alla bandiera storica fino al giugno 1860, ma può essere una continuazione mnemonica del tricolore italiano. Infatti ai lati dello stemma delle presenti bandiere, ci vanno benissimo le due fasce colorate di rosso e verde in egual misura. Molte associazioni politiche e culturali che si rifanno a tal periodo fanno tale errore, solo l’associazione Brigantino-Portale del sud riporta giustamente la versione corretta.

Antonio Iannaccone

fonte

blog.napolitania

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