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San Gennaro batte Elisabetta II: il tesoro è la collezione di preziosi più ricca al mondo

Posted by on Dic 2, 2019

San Gennaro batte Elisabetta II: il tesoro è la collezione di preziosi più ricca al mondo

Il tesoro di San Gennaro, conservato nel Museo del Tesoro, in prossimità del Duomo, è la raccolta di preziosi più ricca al mondo. Il tesoro è più ricco persino della raccolta di gioielli della corona d’Inghilterra e del tesoro degli zar di Russia. E’ l’unico tesoro al mondo a non aver subito spoliazioni ed i cui pezzi non sono mai stati utilizzati per pagare debiti o per finanziare guerre, nè mai venduti.

Al contrario, nel corso dei secoli ha continuato ad accrescersi in numero e valore. Tuttavia, la caratteristica veramente unica del tesoro è che esso non appartiene alla chiesa come i tesori del Vaticano, non appartiene ad

una casa regnante come il tesoro d’Inghilterra, non appartiene allo stato come i tesori del Quirinale. Il tesoro di San Gennaro, così come le ampolle contenenti il sangue, appartengono solo ed esclusivamente al popolo napoletano, ad ogni singolo cittadino napoletano, il quale ne è custode e garante e lo conserva intatto da secoli.

La cappella del Tesoro fu costruita in virtù di un voto fatto dalla città di Napoli. Il voto espresso il 13 gennaio del 1527, nell’anniversario della traslazione delle ossa di San Gennaro da Montevergine a Napoli, mirava all’intercessione del Santo affinchè salvasse Napoli dalla fame, dalla peste e dalla guerra. Il voto fu ufficializzato innanzi al notaio, con pubblico istrumento. Nel 1601, gli Eletti della città nominarono la Deputazione che aveva il compito di occuparsi della Cappella del Tesoro. La prima pietra fu posata nel 1608 e la Cappella terminata nel 1647. I membri della Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro sono 12, più il sindaco della città che ne è il Presidente. Dieci componenti vengono dagli antichi sedili dei nobili e due sono rappresentanti del popolo.

Il tesoro, come detto ricchissimo, contempla ben 51 tra busti e statue in argento massiccio dei compatroni di Napoli. I santi patroni di Napoli più noti, che affiancano San Gennaro nella “protezione” della città sono San Tommaso D’Aquino, San Francesco di Paola, San Francesco Saverio, Santa Teresa e tanti altri. Le statue ed i busti sono state tutte realizzate dai migliori artigiani orafi di ogni epoca. Sono tutti in argento massiccio con rifiniture in oro e dotati o di una preziosa reliquia conservata all’interno della statua stessa o di una grossa gemma pregiata, talvolta rubini, altre zaffiri o smeraldi. La bellissima statua di San Michele Arcangelo, realizzata nel 1691 su disegno dello scultore Lorenzo Vaccaro e tradotta in argento da Giovan Domenico Vinaccia, fu commissionata dalla Confraternita dei Settantadue Sacerdoti, della parrocchia di San Gennaro all’Olmo, per attuare un voto fatto in occasione del terremoto del 1688 e donata

alla Cappella di San Gennaro. Tutte le opere del Tesoro sono doni di fedeli ma anche di ricchi possidenti, re e regine ed autorità. Restaurata da poco, la splendida statua è ora visibile nel Museo del Tesoro di San Gennaro, in via Duomo. L’arcangelo è rappresentato seguendo l’iconografia dell’Apocalisse mentre sconfigge un drago, personificazione del male. Curiosità: il drago è una femmina!

I gioielli conservati nel tesoro sono di fattura notevole ed hanno un valore enorme sia intrinseco che artistico. I tre pezzi più preziosi non possono essere esposti contemporaneamente dato il loro inestimabile valore economico. Non sarebbe possibile assicurarli tutti, se esposti assieme.

La Mitra ha 3328 diamanti, 198 smeraldi e 168 rubini. Fu realizzata da Matteo Treglia nel 1713. L’orafo non aveva nulla da invidiare a Benvenuto Cellini, lo scultore tanto decantato alla corte de’ Medici.

La collana che arricchisce il busto di San Gennaro fu realizzata, invece, dall’orafo Michele Dato ed è composta da 13 maglie in oro con diamanti, smeraldi, rubini, e altre pietre preziose di enorme valore.

La croce con 13 brillanti e 13 rubini, fu donata al Tesoro da Carlo di Borbone nel  1734.

Oltre a questi tre sorprendenti pezzi, ricordiamo ancora il calice con 586 brillanti donato da Ferdinando IV di Borbone e realizzato dal celebre orafo Lofrano, un ostensorio donato da Gioacchino Murat ed una croce donata da Maria Carolina d’Austria nel 1775. Il tesoro comprende oltre 21.000 pezzi, tutti particolarissimi che vengono esposti a turno, dato che il museo del tesoro non è in grado di ospitarli tutti contemporaneamente, per mancanza di spazio.

Un pool di esperti ha esaminato il tesoro nel 2010 prima della trionfale mostra tenutasi a Roma nel maggio 2011 e che ha avuto un successo planetario. I gemmologi sono arrivati alla conclusione che il tesoro di San Gennaro batte in valore, di gran lunga, quello della regina Elisabetta. La sola mitra vale 7 milioni di euro. Riguardo la collana composta da diversi pezzi, gli esperti hanno affermato: “La singola croce regalata da Bonaparte è di smeraldo senza inclusioni. Di quelle che da Christie’s si battono per un milione di euro a carato. E in questo caso siamo a 26 carati”.

Fate un po’ voi i conti. Per usare le parole degli studiosi “Gli altri tesori? Briciole di polvere rispetto ad un elefante”. Ma, la grandezza di questo patrimonio non sta tanto nel valore economico, quanto nel fatto che ogni pezzo racconta una storia, unica ed affascinante che vale la pena di scoprire, visitando il Museo del Tesoro di San Gennaro.

http://www.museosangennaro.it/

fonte http://briganti.info/san-gennaro-batte-elisabetta-ii-il-suo-tesoro-e-la-collezione-di-preziosi-piu-ricca-al-mondo/

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