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Santa Patrizia: oggi si scioglie il sangue. La sua storia legata a Cerere e a Partenope non è folclore

Posted by on Ago 25, 2017

Santa Patrizia: oggi si scioglie il sangue. La sua storia legata a Cerere e a Partenope non è folclore

La Chiesa di San Gregorio Armeno, conosciuta come Chiesa di Santa Patrizia, è un’oasi di pace dentro il caos del centro storico, fondata sulle rovine del tempio di Cerere intorno all’anno mille. La leggenda vuole che il monastero sarebbe stato fondato dalla madre dell’imperatore Costantino, Sant’Elena Imperatrice.

Altri narrano che il monastero fosse stato abitato dalle seguaci della Santa, le monache basiliane, che vi si sarebbero insediate dopo la sua morte, conservando e venerando le sue reliquie e quelle di San Gregorio Armeno.

Santa Patrizia, discendente di Costantino, avrebbe abitato il monastero nel IV in seguito ad un naufragio sulle coste del capoluogo partenopeo, dove vi sarebbe rimasta fino alla sua morte avvenuta il 13 agosto del 365.

Le sue reliquie sono state traslate nella chiesa dal 1864, venerate oggi dalle suore che abitano il complesso conventuale, contenute in un reliquiario in oro e argento. Insieme al più noto miracolo di San Gennaro, anche quello di Santa Patrizia vede compiersi la liquefazione del sangue della santa, ogni martedì e ogni 25 agosto, giorno in cui è generalmente festeggiata

Della sua biografia incerta e quasi leggendaria si sa che Patrizia nacque a Costantinopoli il 3 o il 4 Gennaio del 664 d.C. (attuale Istabul,Turchia) ed era la discendente di Costantino detto il Grande, la figura più influente dell’Impero romano che proclamò la libertà di culto e tolleranza del Cristianesimo (editto di Milano 313 d.C.).
Patrizia, di stirpe nobile e ricca e di rara bellezza, le fu imposto con la forza il matrimonio dal suo congiunto Costante II; ma sin da piccola espresse voto di verginità, e per mantenere fede al suo giuramento, decise di fuggire con la sua nutrice Aglaia a Roma per ricevere la benedizione di Papa Liberio, abbandonando il lusso e i privilegi della vita monarchica, abbracciando una vita sobria e spirituale. Divenne presto la sposa di Cristo.

Tornata in Patria per la morte del padre, lasciò il palazzo reale e i diritti sulla corona imperiale e distribuì la sua parte di eredità ai più bisognosi, desiderosa di partire in pellegrinaggio verso la Terra Santa, per pregare sul Sacro Sepolcro in Gerusalemme.

Durante il viaggio in mare fu sorpresa da una terribile tempesta che la spinse a far naufragio a Napoli sull’isolotto di Megaride (il che la collega di diritto a fianco alla Sirena Partenope e alle figure femminili leggendarie della città). Fu soccorsa da una piccola comunità appartenenti al monastero dei frati Basiliani (Castel dell’Ovo) che le prestarono assistenza dal suo arrivo, fino a quando, in pochi mesi, una breve malattia la terminò a soli 21 anni.

Intorno a lei si sviluppò una piccola comunità di devote, e con Aglaia si chiusero in clausura e rimasero a sorvegliare il corpo della vergine senza lasciare il convento dei frati; questi infine furono costretti a cedere il loro monastero per far fronte alla necessità.
La leggenda pone la data della morte di Santa Patrizia il 25 Agosto del 685 d.C. e santificata nel 1625.

Di animo semplice e caritatevole le fu attribuito un culto molto forte dal popolo napoletano che accolse le sue spoglie, prima nel monastero dei Santi Nicandro e Marciano a Caponapoli (dove si narra che ella profetizzò questo come luogo di sepoltura) e in seguito le sacre spoglie furono trasferite per motivi storici e sociali nel bellissimo monastero della Chiesa di San Gregorio Armeno nel 1864 custodite dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, dette «Patriziane» secondo l’ordine monacale praticato dalla santa.

Il prodigio di Santa Patrizia è noto dal XII secolo per il trasudamento della manna (un liquido puro simile all’acqua) che sarebbe avvenuto lungo le pareti sepolcrali del corpo.
La liquefazione del sangue, simile a quello di San Gennaro, avviene però in tempi diversi e secondo la tradizione ogni Martedì (è possibile chiedere una grazia) e il 25 Agosto, giorno del martirio.

Si racconta che un Cavaliere afflitto da enormi sofferenze, volle andare a pregare sulla tomba della santa per guarirlo. Pregò incessantemente tutta la notte senza staccarsi dalla reliquia, e spinto da una grande devozione, aprì l’urna e cavò un dente alla vergine, morta qualche secolo prima. Dalla bocca di Patrizia fuoriuscì sangue come se fosse un corpo vivo; per l’enorme meraviglia, il sangue venne raccolto in due ampolline, ancora oggi custodita, dalle quali si assiste annualmente il 25 agosto il «miracolo» ovvero lo scioglimento dei santi grumi, alla presenza dei devoti e delle telecamere.
Ecco perché il suo nome è accostato a quello del Santo Patrono Gennaro, per la liquefazione del sangue, certificato dalle autorità ecclesiastiche.

Patrizia è la Santa protettrice delle «single», delle ragazze in cerca di marito che si recano durante l’anno sulla sua tomba a pregarla, al fine di ricevere un buon matrimonio. Ma è anche la protettrice dei naviganti, delle partorienti e dei bisognosi.

 fonte

identitainsorgenti.com

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