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“13 Febbraio 1861 cade Gaeta e muore l’Italia” ne parliamo con Francesco Maurizio Di Giovine

Posted by on Feb 12, 2022

“13 Febbraio 1861 cade Gaeta e muore l’Italia” ne parliamo con Francesco Maurizio Di Giovine

13 febbraio 1861 con la caduta di Gaeta la dinastia dei Borbone di Napoli dimostrano tutto il loro onore di Re Napoletani riguadagnando, altresì, la dignità agli occhi di nostro Signore che avevano ofuscato per non aver sempre difeso con la dovuta energia la tradizione cattolica e per aver ridimensionato l’opera sociale della Chiesa mettendone in dubbio anche il magistero con le simpatie che aveva avuto per le “leggi febroniane” e il “giuseppinismo” come Don Bosco evidenziò con le sue profezie. Ma in quella drammatica giornata se la nazione napolitana fu cancellata dai libri di storia per entrare nel “Mito”, l’Italia, che fino a quel momento era faro di civiltà universale, muore definitivamente. Ne parliamo con Maurizio Francesco Di Giovine che da oltre mezzo secolo studia e narra la storia identitaria napolitana, per vedere il programma basta cliccare di seguito

8 Comments

  1. Nel collegamento del giorno 13 u. s. ho avuto l’impressione che il relatore cercasse di evitare in ogni modo che per il comportamento del generale Giuseppe Salvatore Pianell venisse usato il termine “tradimento” e che lo stesso venisse accomunato ai tanti altri che disonorarono la loro patria [Alessandro Nunziante, Ernesto Pianell (fratello di G. Salvatore), Landi, Anguissola, Vacca, Romano (Liborio), Clary, ecc.]
    Il tradimento si può estrinsecare nei modi più diversi, anche con l’ignavia, e può riguardare un’idea, una o più persone o anche un territorio, il quale ultimo può essere addirittura la propria patria.
    Non ci sono scuse di sorta per difendere o giustificare il tradimento, che, tra le azioni umane, è la più ignobile. Essa allontana anni luce il traditore dal resto della società relegandolo nei più bassi gironi infernali.
    Forse, accanto ai cippi e ai monumenti funerari che riportano i nomi degli eroi sarebbe il caso di aggiungere anche i nomi dei traditori, in modo che i posteri sapessero, alcuni, chi ringraziare per le proprie fortune, ed altri chi maledire per le proprie disgrazie.
    Castrese Lucio Schiano – 15.02.2022

  2. Ritorno su Gaeta pensando a Francesco ll che lascia Napoli per non vederla devastata e una volta a Gaeta si rese conto della disastrosa situazione…
    Non pote’ sottrarsi al suo dovere principale di portare in salvo la corona… decisione tragica ma ineluttabile! Grandissimo questo giovane re, solo e responsabile!
    Merita la stima di tutti noi, suoi posteri, napolitani e non! caterina

  3. Scalfari dice che era meglio che l’ Italia la doveva fare il Regno delle Due Sicilie, mi viene da ridere, come poteva un re dell’ ancien regime piegarsi o uniformarsi come i regimi ango-francesi dove i regnanti erano alleati con i poteri forti e non dalla parte del popolo minuto come i borbone e i regni non liberali. Come poteva un re dell’ ancien regime, profondamente cristiano, piegarsi agli alberi della liberta’ che rappresentavano il simbolo dell’ anticCristo, ergo, la domanda nasce spontanea, o si mette confusione in giro o vi e’ altro scopo… ennio apuzzo

  4. Molto interessante la vostra conversazione di stassera… Sono andata con la memoria al primo convegno che frequentai a Gaeta: mi spalanco’ una finestra sulla tragedia che porto’ alla caduta del Regno…navi piemontesi al largo coi nuovi cannoni a lunga gittata, la giovane regina a cavallo tra i soldati feriti, la commemorazione dei morti nella chiesa, il lancio di una corona di fiori in mare dall’alto della rocca dopo l’appassionata ricostruzione della vicende, l’ultima cui assistetti tre anni fa del Preside di Scafati Giannone e seppi dei resti dei caduti trovati in abbondanza nello scavo dove oggi ci sono le scuole… Lessi pubblicato anche su questo sito il toccante discorso del Re che decise di partire da Gaeta… non poteva piu’ al momento fare diversamente!…Solo che purtroppo le cose poi andarono di male in peggio per le trame ordite e perseguite dalla massoneria inglese, Cavour, Mazzini e tutti a seguire complici…
    Ma se ne raggiungeremo consapevolezza non e’ detto che le cose non possano cambiare!… E’ quello che ci auguriamo tutti, almeno lo speriamo! caterina

  5. lotion25
    Abbandonare Napoli fu un errore, perché abbandonare la capitale equivalse simbolicamente ad accettare la sconfitta. La scusa del bagno di sangue non tiene, perché comunque ci fu ed era già in corso.

  6. lotion25
    1 ora fa
    Molti, per opportunismo o per vigliaccheria, si comportarono in modo molto discutibile.
    In molti casi non si riesce a capire se si trattò d’incompetenza o di tradimento.

  7. castrese lucio Schiano
    ​Bravo Claudio. Non ti smentisci mai. Un ringraziamento al relatore

  8. Il Sud dopo l’Unità
    19 minuti fa
    @Alta Terra di Lavoro Caro Claudio, l’intervista è stata bellissima e quello che ha detto alla fine Di Giovine è stato toccante. Dobbiamo sentirci tutti reduci di Civitella e di Gaeta e combattere con questo spirito. Comunque io credo che, anche grazie al tuo eccellente lavoro, si sta cominciando a conoscere la nostra vera storia. Il video iniziale di Scalfari (che io non conoscevo) è una testimonianza di grande valore e il video finale di Lina Sastri è straziante. Complimenti! Sei un passo avanti. A presto. Enrico

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