13 febbraio 2022 – Intervista al dottor Francesco Maurizio Di Giovine

Nel collegamento del giorno 13 u. s. ho avuto l’impressione che il relatore cercasse di evitare in ogni modo che per il comportamento del generale Giuseppe Salvatore Pianell venisse usato il termine “tradimento” e che lo stesso venisse accomunato ai tanti altri che disonorarono la loro patria [Alessandro Nunziante, Ernesto Pianell (fratello di G. Salvatore), Landi, Anguissola, Vacca, Romano (Liborio), Clary, ecc.]
Il tradimento si può estrinsecare nei modi più diversi, anche con l’ignavia, e può riguardare un’idea, una o più persone o anche un territorio, il quale ultimo può essere addirittura la propria patria.
Non ci sono scuse di sorta per difendere o giustificare il tradimento, che, tra le azioni umane, è la più ignobile. Essa allontana anni luce il traditore dal resto della società relegandolo nei più bassi gironi infernali.
Forse, accanto ai cippi e ai monumenti funerari che riportano i nomi degli eroi sarebbe il caso di aggiungere anche i nomi dei traditori, in modo che i posteri sapessero, alcuni, chi ringraziare per le proprie fortune, ed altri chi maledire per le proprie disgrazie.
Castrese Lucio Schiano – 15.02.2022