1799: ” …. e lì nacque la MAFIA…con i massari delle baronie!”
LA NOTIZIA: NAPOLI – «Giovani cittadini distruggete coraggiosamente quel terribile mostro divoratore delle Repubbliche chiamato egoismo». Questa la scritta incisa sulla targa svelata, all’ingresso della Basilica del Carmine, in memoria dei giacobini napoletani protagonisti della Repubblica partenopea del 1799, nel giorno del 216esimo anniversario dell’esecuzione e della condanna a morte, in piazza Mercato, di otto patrioti tra cui Eleonora Pimentel Fonseca, Gennaro Serra e il vescovo Michele Natale.
Per carità, qui stiamo sbarellando! Nel presente momento storico denso di emergenze quasi surreali, come la moglie di Lot nell’episodio biblico di Sodoma e Gomorra (non il libro di Saviano. eh!) ci guardiamo dietro e diventiamo statue di sale, giusto per la mancanza di senno e l’impotenza chiacchiericcia che contraddistingue da oltre un secolo e mezzo la nostra merda di classe dirigente …ed allora, che facciamo?… per salvare almeno l’allure presunta e presuntuosa che ci connota, tiriamo fuori dal cilindro i soliti intellettuali degli asfittici “salotti buoni” cittadini: quelli, per intenderci, perennemente finanziati dalla Pubblica Amministrazione, dimenticando che Napoli è crollata, sfinita, sotto il peso di troppa filosofia e scarsa azione e reazione. Pietà cristiana per i morti di ogni fazione e di ogni tempo; questo sì… ma santificare sugli altari cittadini chi combattè e depredò e uccise in totale vilipendio e bestemmia di Dio il cattolicissimo popolo napolitano sa tanto di “sabba”, di rituale blasfemo- Non si era forse alleato con il sindaco De Magistris, alle ultime elezioni comunali, il Partito del Sud, quello di fede revanchista borbonica?… e lo stesso sindaco non vi sembra un tantinello contraddittorio, nell’esternazione parolaia alternata di borbonismi e giacobinismi? In questa sede non prendo posizione di sorta: mi piacerebbe che la moglie di Lot si sciogliesse dall’immobilità improduttiva e guardi al presente, per poter progettare un futuro… ora sempre più improbabile! Vorrei che i napoletani ascoltassero le “pietre che cantano” e che raccontano attraverso le antiche vestigia ed i palazzi ed i monumenti…e le tradizioni immortali… la bellezza dell’orgoglio identitario e ne andassero fieri. Non c’è opera o lascito o testimonianza progettuale, architettonica, scientifica, tecnologica, sociale lasciataci dai poveri “ragazzi del 1799″, immolatasi per lo straniero invasore e non per il proprio paese, alla stregua degli odierni jidahisti europei arruolatisi nell’ISIS . In piena ” terza guerra mondiale anzi globale ” con Napoli colonia e serva d’Italia, d’Europa e d’America, con le tonnellate di nucleare piantatoci sotto il culo dagli stranieri e l’eterna spoliazione di valori, memorie e dignità di Popolo sin dal 1860, a cura dei Fratelli d’Italia, queste celebrazioni per una repubblica napoletana che fu detta “effimera” per i motivi reali che la connotarono : esordi, durata e fine, rende Napoli sempre più ridicola agli occhi del mondo. Effimera!
Marina Salvadore
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