22 APRILE GIORNATA DELLA TERRA
per gentile concessione dell’associazione Fabreteria invio un articolo di Luciano Pietrantonio sulla “La Giornata delle Terra”, di seguito l’articolo integrale.
L’Earth Day: il 22 aprile la terra è di tutti
Ogni anno, un miliardo di persone e 22mila organizzazioni in 192 Paesi del mondo, celebrano la “Giornata della Terra”, l’Earth Day, la più grande manifestazione ambientale del pianeta, voluta dal senatore statunitense Gaylord Nelson e promossa ancor prima dal Presidente americano John Fitzgerald Kennedy. L’Earth Day indica il giorno in cui si celebrano l’ambiente e la difesa del pianeta Terra. Le Nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno, un mese e due giorni dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile. Dal 1970 è rilevata la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra.
“Tutti, a prescindere dall’etnia, dal sesso, da quanto guadagnino o in che parte del mondo vivano, hanno il diritto etico a un ambiente sano, equilibrato e sostenibile”. La “Giornata della Terra” si basa saldamente su questo principio, voluto da Nelson, ideatore e fondatore di questa ricorrenza, giunta alla sua 46esima edizione, in questo 2016.
Nel corso degli anni, questa giornata è divenuta un avvenimento planetario con finalità educative e informative. I gruppi ecologisti, le istituzioni ai diversi livelli, le associazioni, la utilizzano per valutare le problematiche del pianeta: l’inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione di ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l’esaurimento delle risorse non rinnovabili. S’ insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo. Queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.
In questa ricorrenza è indicativo ricordare la visione del mondo espressa nella Lettera Enciclica “Laudato Si’ “ di Papa Francesco, sulla cura della casa comune, pubblicata il 24 maggio 2015, dove si analizzano le cause e gli effetti dei più gravi problemi ambientali, con un’accuratezza scientifica che non trova riscontri in nessun altro documento firmato da un leader politico o religioso. Tuttavia è riduttivo considerare l’Enciclica, un testo ecologista, perché la crisi ecologica viene analizzata come la manifestazione più grave di una crisi di civiltà, che sta causando sofferenze sempre maggiori, non solo alla specie umana, ma a tutte le specie viventi.
“Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro chi verrà dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? “ Questo interrogativo rappresenta il cuore dello scritto di Papa Francesco, che cerca di dare una risposta, sostenendo tra l’altro che: “ Quanto sta accadendo ci pone di fronte all’urgenza di procedere in una coraggiosa rivoluzione culturale. Come mai prima d’ora nella storia, il destino comune ci obbliga a cercare un nuovo inizio.” In questa situazione il significato della “Giornata della terra” assume e partecipa a tutti gli uomini, un messaggio che così si può riassumere: siamo alla fine di un’epoca storica ed è necessario costruire su fondamenta completamente diverse, una nuova fase della storia umana.
Ecco perché la Terra è di tutti, soprattutto il 22 aprile, che si celebra la più grande manifestazione ambientale del pianeta, e permette a tutte le persone di unirsi per celebrare la Terra e promuovere la difesa, con iniziative in oltre 190 paesi del mondo, compresa l’Italia. Indicativa quest’anno è quella promossa dalla Nasa (L’Ente Nazionale per le Attività spaziali e aereonautiche degli S.U.) che “si rimbocca le maniche” e chiede a tutti senza confini e per farlo invita a condividere via social, foto e video che raccontino (con l’hastag#24Seven) il contributo di ognuno di noi può dare al benessere del nostro Pianeta, e renderlo un posto migliore. Un coinvolgimento che, rileva l’Agenzia spaziale, si unisce all’instancabile lavoro che la Nasa da sempre svolge, 24 ore al giorno, sette giorni su sette, per tutto l’anno.
Nel nostro Paese sono numerose le iniziative celebrative per l’Earth Day, ricche di novità, ma la più espressiva si svolgerà a Roma nello spazio del Galoppatoio di Villa Borghese dal 22 al 25 aprile, una sorta di “Open Day Erasmus”con la possibilità di partecipare a seminari, concerti e laboratori sui temi della sostenibilità e della tutela del pianeta. Nell’occasione è prevista una cerimonia in ricordo delle tredici studentesse Erasmus scomparse nel recente incidente stradale in Spagna (una romana: la 25enne Elisa Scarascia Mugnozza, fra le sette vittime italiane) e saranno piantati tredici alberi nel Parco di Villa Borghese.
La Presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, che interverrà a livello istituzionale ha dichiarato:” Quello dell’ambiente è uno dei temi su cui le Istituzione, specie quelle preposte a favorire l’educazione, debbono porre grande attenzione, e i progetti Erasmus sperimentati da milioni di giovani europei hanno fortemente contribuito a creare nuove consapevolezze. Far memoria delle 13 studentesse decedute, aggiunge un valore di particolare significato: ricordare quelle figlie d’Europa attraverso una piantumazione di alberi, che oltre al dolore, deve infondere speranza per un futuro migliore.”
Probabilmente l’evento più importante sarà quello che si svolgerà nella mattinata del 22 aprile a New York, all’Assemblea Generale del Palazzo del Vetro dell’ONU, per la cerimonia della firma dell’accordo sul Clima di Parigi (Cop 21 della Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico) raggiunto nel dicembre scorso, per la storica intesa mondiale per il contrasto al surriscaldamento globale. A Parigi sono stati 195, i Paesi (compresa Cina e India) che hanno concordato di agire per mantenere il riscaldamento globale sotto 1,5°C rispetto alla temperatura dell’epoca preindustriale. Ora, da New York, si aspettano impegni per azioni nuove e ambiziose, da intraprendere entro il 2020, sulle energie rinnovabili, sull’efficienza, il risparmio energetico e per la rapida uscita dall’utilizzazione dei combustibili fossili, che ci hanno condotto in questa drammatica situazione.
In questa situazione che l’Earth Day, dedicato in questo 2016 alla riforestazione, con un obiettivo di 7,8 miliardi di nuove piante entro il 2019, può dare slancio e speranze al nostro pianeta – terra, ma l’impegno, anche culturale, nel credere fermamente a politiche ambientali, energetiche e di sviluppo sostenibile devono rappresentare, per tutti gli uomini di buona volontà, la bussola per i prossimi anni.
Roma, 21 aprile 2016