Cilento terra sacra per volontà di nostro Signore che diffuse attraverso Parmenide e Zenone la sapienza nei cuori delle genti di questa magnifica terra che a distanza di secoli accolse il Sacro Cuore di Maria di Costantinopoli costretta ad andar via dall’Oriente per colpa delle orde barbariche di Maometto II.
A Felitto decisero di innalzare la casa di Maria e accoglierla nel proprio grembo divenendo uno dei luoghi più importanti del Regno di Napoli dove si pratica il Culto di Maria di Costantinopoli e per chi vuol portare la propria devozione alla Vergine Maria non può almeno una volta nella propria vita non andare a Felitto e condividere con quella comunità il culto di SS. Maria di Costantinopoli.
Nel 2018 dall’alta Terra di Lavoro un gruppo di persone s’è recata a Felitto per vivere il culto della Madre di Gesù partecipando a tutti i riti sia quelli religiosi che quelli, per cosi dire, gaudenti trovando un accoglienza tipica di quelle terre dal sapore antico e sacro.
I Riti Religiosi che
affondano le radici nella tradizione più antica nonostante l’inquinamento dei
tempi post-moderni resistono con forza e fierezza grazie all’impegno della
comunità di Felitto che, con la fede e con l’impegno, tiene vivo il Culto e l’amore
per SS. Maria di Costantinopoli riuscendo, ancora oggi, a coinvolgere tutto il
territorio che in massa partecipa alle cerimonie e alla feste che durano per
alcuni giorni.
Spiegare il significato di tutti i rituali e impossibile se non si va a viverle in loco però bisogna segnalare l’attaccamento e l’amore che la gente di Felitto ha per la sua Madonna che coinvolge anche le persone che vanno li per la prima volta, come l’attaccamento dei tanti emigranti , ricordo sempre che con il Regno di Napoli nessuno mai era andato via mentre con l’ italia c’è stato un esodo biblico che continua ancora oggi, che grazie alle nuove tecnologie riescono a seguire con fervida partecipazione a tutte le celebrazione.
Toccante e commovente
partecipare al rito della Barca portata in processione dalla “Giovane Vergine”
che nonostante il peso della suddetta Barca con i suoi ori e del caldo non ha
mollato, con il suo candore rappresentato dall’abito bianco che si sposava con
la purezza dei preziosi donati nel corso degli anni dai fedeli in segno di
umiltà e devozione.
Bellissimo vedere la
giovine che commossa portava con fierezza la sua verginità andando in processione verso
la Madonna, si vedeva chiaramente la forza della ragazza che nasceva anche da
chi sa di portare con se il valore della verginità indisponibile per i dogmi
consumistici e materialistici del terzo millennio che hanno reso la donna un
contenitore pronta ad ogni uso e consumo.
Poter descrivere il vissuto di quei giorni è praticamente impossibile l’unica cosa che possiamo fare, dopo aver ammirato le foto di Maya Tedesco, e invitarvi a vedere i tanti video di seguito riportati tra cui ci sono anche quelli de la “Controra” e del Laboratorio “TraDanze” venuti dall’alta Terra di Lavoro per portare in dono la propria arte e la propria cultura.