Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

LA GRANDE MAGONA DI ATINA DI FERNANDO RICCARDI

Posted by on Mar 5, 2016

LA GRANDE MAGONA DI ATINA DI FERNANDO RICCARDI

 

il nostro decurione laborino e il nostro pittore laborino andando a visitare la ferriera borbonica, la grande magona di proprietà dell’ing. silvio mancini, hanno fotograto i due stemmi che campeggiano nell’edificio. di seguito riporto le belle foto e due righe che FERNANDO RICCARDI ha scritto sulla storia della suddetta ferriera………………..

 

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MINIERE DI LIMONITE NELLA VALLE DI COMINO

Posted by on Mar 16, 2016

MINIERE DI LIMONITE NELLA VALLE DI COMINO

dopo aver pubblicato qualche giorno fa il lavoro di FERNANDO RICCARDI sulla grande LA GRANDE MAGONA questa sera pubblico un lavoro dell’associazione Psiche Aurora sul recupero delle miniere di Limonite a San Donato Valcomino che insieme a quelle di Picinisco fornivano materia prima alla Grande Magona. Prima di invitarvi a leggere il bellissimo lavoro, dove ci sono anche documenti inediti anche sulla ferriera borbonica, vorrei solo farvi notare come sotto il Regno delle Due Sicilie l’Alta Terra di Lavoro, in questo caso la Valle di Comino, fosse strategico per lo sviluppo industriale della Nazione Napolitana per poi diventare sotto il Regno di  Italia terra di emigranti fino ad arrivare ai giorni nostri e umiliarla nel cercare di affibbiargli il nome Lombrosiano, indice di mediocrità Ciociaria. 

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Quando il ferro contava più dell’oro di Fernando Riccardi

Posted by on Apr 14, 2021

Quando il ferro contava più dell’oro di Fernando Riccardi

Intorno al 1850 il re di Napoli Ferdinando II di Borbone pensò bene di ri­spol­verare un progetto cui già suo nonno aveva messo mano sul decli­na­re del secolo precedente: lo sfruttamento delle miniere di ferro in Terra di La­vo­ro. Nel 1778 a Settefrati, in località Madonna di Can­neto, a più di mille me­tri di altezza, era iniziata la costruzione di uno stabili­men­to siderurgico i cui mac­chi­nari, servendosi della forza motrice generata dalle acque del fiume Melfa, alimentavano le cosiddette “macchine soffianti” che trasfor­ma­­vano la limonite estratta dalle miniere in ferro e ghisa.

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