Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Il regno di Napoli tra lazzari e briganti

Posted by on Mag 20, 2023

Il regno di Napoli tra lazzari e briganti

Canti e suonate sanfediste per raccontare il regno di Napoli difeso da lazzari e da briganti

L’associazione “Genoveffa de Troia” di Monte Sant’Angelo, nei locali della biblioteca civica, ha organizzato un incontro con il prof. Vincenzo Guli, autore del libro “Il ferro e il fuoco del nemico esercito francese. Il 1799 in Irpinia e nel Regno di Napoli”.

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1799 LA GRANDE INSORGENZA-LAZZARI E SANFEDISTI CONTRO L’OPPRESSIONE GIACOBINA CON FRANCESCO MARIO AGNOLI

Posted by on Mag 11, 2023

1799 LA GRANDE INSORGENZA-LAZZARI E SANFEDISTI CONTRO L’OPPRESSIONE GIACOBINA CON FRANCESCO MARIO AGNOLI

Nel 1999 ci fu un esercito intellettuale e politico con risorse finanziarie enormi pagate con le nostre tasse e capeggiato da Gerardo Marotta, che inondo per un anno intero la cultura nazionale con l’apologetica narrazione della Repubblica Napoletana che 200 anni prima ebbe la sua farsesca e breve vita. Molti ufficiali di questo esercito, come Bassolino e Napolitano, appartenevano ad un partito che quando si chiamava PCI, “schifavano” la Repubblica da Operetta, così la etichettò il Capecelatro, perché ritenuta la rivoluzione della borghesia e dei capitalisti mentre l’unica che contava era quella bolscevica perché del popolo e invece di occuparsi del dramma che stava vivendo il Banco di Napoli che si stavano pappando con le ricette preparate dallo Chef Carlo Azeglio Ciampi, si misero ad esaltare e ad omaggiare i traditori giacobini napoletani che divennero cittadini della Repubblica Madre Francese. Ci fu, altresì, anche un piccolo ma agguerrito esercito di guerriglieri sanfedisti che con la preparazione, la ricerca e la capacità di scrittura sfornarono dei saggi storici insorgenti di grandissimo spessore che tanto infastidì la vulgata dominante giacobina. Uno di questi è Francesco Mario Agnoli, che già abbiamo ospitato in una precedente trasmissione, che grazie alla casa editre Controcorrente del compianto Pietro Golia, ha pubblicato un saggio sulle vicende di quel semestre del 1799 nel Regno di Napoli che è diventato un punto di riferimento per tanti appassionati e studiosi del periodo e venerdì 12 maggio ’23 alle ore 21, a distanza di 24 anni, Francesco Mario Agnoli ci spiegherà perchè       

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Napoli, la storia dei “Lazzari”, gli unici a difendere la città nel 1798

Posted by on Gen 30, 2023

Napoli, la storia dei “Lazzari”, gli unici a difendere la città nel 1798

parliamo dei “Lazzari” (o “Lazzaroni”). Erano i ragazzi che vivevano nei quartieri poveri di Napoli, ignorando la Legge Imbriani, che imponeva ai minori studi obbligatori fino alla quarta elementare (in questo il Regno delle Due Sicilia è stato tra i primi in Europa). A loro si deve la difesa della città contro gli insorti della Repubblica napoletana del 1799 sostenuta dalla Francia rivoluzionaria

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I lazzari e la napoletanità

Posted by on Ago 7, 2021

I lazzari e la napoletanità

Lazzari, scugnizzi, muschilli. Nomi diversi in epoche diverse per indicare però lo stesso anelito di libertà, lo stesso amore viscerale per la propria città, Napoli, lo stesso sprezzo del pericolo. La vita a rischio, quotidianamente, per gioco. È il vivere pericolosamente di chi ha niente da perdere, che spesso porta a morire da grande. Come nel 1799, quando a mani nude fronteggiano le baionette dei battaglioni del francese invasore. E i Lazzari muoiono a migliaia. Oppure, come nel 1943, a far ingoiare al tedesco la sua tracotanza. Bottiglie incendiarie contro l’acciaio dei carri armati Tigre.

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Quando i lazzari non vollero più bene a San Gennaro

Posted by on Gen 29, 2021

Quando i lazzari non vollero più bene a San Gennaro

Binomio indissolubile da sempre quello di Napoli e San Gennaro. Quando nell’anno 1980 papa Giovanni Paolo II ha proclamato ufficialmente San Gennaro, vescovo e martire, patrono della città di Napoli e dell’intera regione Campania, riparando così alla precedente gratuita offesa di declassamento del santo fatta dal suo predecessore Paolo VI, non ha fatto altro che riconoscere l’esistenza di un dato di fatto, cioè di un culto popolare passato indenne attraverso ben quattordici secoli.

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