Continuiamo a pubblicare gli interventi dei relatori dello storico convegno “1799: Le Tre Giornate di Napoli” su cui abbiamo già detto tutto, ed oggi seguendo l’ordine di intervento è la volta della relazione del Prof. Gianandrea de Antonellis che ci ha parlato di inediti suElonora Fonseca Pimentel che ridimensionano l’alone di virtù che i giacobini napoletani le hanno messo intorno
Abbiamo già pubblicato il video integrale dello storico convegno del 10 di giugno 2023 tenutosi al “Convento delle 33” agli Incurabili sulle “Le Tre giornate di Napoli 1799”dove abbiamo avuto il piacere di ascoltare 4 relatori di altissimo livello che hanno parlato di vari aspetti di quella complessa e articolata fase storica di portata epocale ed oggi cominciamo a divulgare le singole relazioni.
Secondo Enzo Striano, autore di un bellissimo romanzo (“Il resto di niente”), che su caldo suggerimento della buonanima di mio padre ho letto, Eleonora de Pimentel Fonseca prima di salire sul patibolo di Piazza Mercato pronunciò queste parole: “Forsan et haec olim meminisse juvabit” (Forse un giorno di queste cose gioverà il ricordo).
Quando si parla del 1799 a Napoli da palcoscenici diversi da quelli conformisti, istituzionali e convenzionali l’argomento si surriscalda perché viene trasformato da argomento storico provinciale, subalterno ed infantile in fenomeno universale collocandosi, dal punto di vista temporale, in un punto di snodo epocale assumendo i contorni di un vero e proprio scontro di civiltà tra quello della tradizione e quello del modernismo. Per i nipotini dei giacobini napoletani il nervo non soltanto è scoperto ma molto doloroso perché, nonostante schierano un autentica armata pagata e sostenuta dalle istituzioni italiane e patrocinata dalla Repubblica Madre, la Francia, non riescono a cancellare l’onta del tradimento e dell’inutilità della Repubblica Napoletana che infognata di ideologie giacobine piene di odio e liberticide, si macchiarono di crimini contro il popolo Napoletano e Napolitano che era insorto contro l’invasore Francese giacobino. Dalle cronache scritte dagli stessi francesi siamo venuti a conoscenza dell’eroismo degli insorgenti regnicoli che da Teramo a Reggio Calabria hanno scritto una storia unica e irripetibile per come è nata e sviluppata che i giacobini napoletani cercano di cancellare in tutti i modi gettando fumo negli occhi con la solita retorica su i giustiziati di Piazza Mercato cercando di farli passare come martiri, unico caso al mondo perché in altri paesi sarebbero solo dei traditori. Si dimentica, altresì, che chi tra i traditori accettò la capitolazione fu soltanto esiliato, furono circa 8000, per poi rientrare dopo poco tempo e si ignorano i giustiziati di Procida, forse perché lo decisero autonomamente gli inglesi con un loro processo, continuando ad avere i paraocchi senza rendersi conto che i tempi sono radicalmente cambiati o, pur sapendolo, sperano di continuare a lasciare “attappata” la bottiglia della verita. Sabato 10 giugno ’23 al Convento delle “33” questo tappo è stato tolto grazie al convegno sulle “Tre Giornate” di Napoli dove grazie ai relatori e agli argomenti trattati, s’è spostata l’attenzione sulla geopolitica, sulla politica e sulla teologia di quel periodo storico che possiamo definire epocale e sfacciatamente attuale. Il Prof. Fernando Di Mieri ha parlato degli aspetti religiosi e di come anche la Chiesa era spaccata al suo interno prima, durante e dopo il 1799 e quali sono state le cause, Il Prof. Gianandrea de Antonellis ha invece parlato di Eleonora de Pimentel Fonseca mettendo in evidenza la sua mediocrità dal punto di vista culturale, politico e giornalistico dimostrata con fatti alla mano e documentazione incontestabile. La Prof.ssa Mariolina Spadaro ha messo l’accento sull’Epopea dell’esercito della Santa Fede e di quale spirito ha mosso il popolo tutto per realizzare un’impresa mai vista prima e dopo quel 1799 facendo comprendere, altresì, che quelle vicende sono state propedeutiche per quelle degli anni successivi fino ad arrivare al 1860. Chiudo dando i giusti onori al Prof. Erminio De Biase che oltre ad organizzare e a volere il convegno nel suo intervento ha “tirato mazzate” a distanza di 224 anni, ai giacobini contemporanei come fecero i lazzari napoletani nel 1799 con i giacobini dell’epoca nel suo stile asciutto e diretto. Il Prof. Erminio De Biase, altresì, ha aperto i lavori narrando i fatti delle “Tre Giornate” con scientificità ed intensità tale che sembrava li avesse vissuti in prima persona. Voglio ricordare, inoltre, che non stati risparmiati rilievi sul comportamento dei Sovrani Napoletani che certifica l’onestà di tutti i relatori e di seguito il 16 giugno alle 21 riproponiamo il convegno integralmente a disposizione di chi voleva esserci ma non ha potuto e di chi ha voglia di conoscere la storia del 1799 in forma diversa.