Posted by altaterradilavoro on Feb 28, 2024
Presente in Campania da tempo immemorabile, è proprio nel 1860 – durante lo spodestamento di Francesco II di Borbone e l’arrivo a Napoli di Garibaldi – che la Camorra fa il salto di qualità e diventa uno degli innegabili protagonisti del “Risorgimento”partenopeo.
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Posted by altaterradilavoro on Mar 13, 2023
La prima trattativa stato-Mafia avvenne per opera di alcuni salentini nel 1861. L’ultima Trattativa Stato-Monsanto con gli stessi che quasi quasi chiudono il cerchio. Il primo fu Liborio Romano (Patù, 27 ottobre 1794 – Patù, 17 luglio 1867) che ha determinato la prima trattativa stato-camorra della storia. E’ stato un politico italiano maestro di Doppiezza e Trasformismo che usò anche la camorra per aiutare Garibaldi, liberale e massone. Liborio Romano, fu l’ultimo ministro di polizia del Re Francesco II di Borbone nel governo costituzionale del 1860, ma agente di Cavour, e poi primo ministro degli Interni di Garibaldi, dopo il suo ingresso a Napoli.
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Posted by altaterradilavoro on Set 11, 2021
La camorra, con il Ministro doppio-giochista (e traditore) Liborio Romano si era infeudata nel Governo del Regno delle Due Sicilie per passare, armi e bagagli, con lo Stato italiano
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Posted by altaterradilavoro on Ott 18, 2020
La camorra fu sfruttata da Garibaldi con l’aiuto dell’ultimo Ministro dell’Interno Liborio Romano, il quale affidò ai camorristi la patente di “tutori dell’ordine pubblico”. Costoro approfittarono della situazione senza alcuno scrupolo e, di fatto, furono i collaborazionisti più determinanti degli invasori.
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Posted by altaterradilavoro on Ott 30, 2019
Se c’è un liberale del Risorgimento che meriterebbe di stare in un Pantheon, insieme ai vari padri della patria (li conoscete tutti, Cavour, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanule Il) è certamente Liborio Romano, il grande liquidatore del Regno delle Due Sicilie. L’uomo che mise la camorra a presidiare Napoli, ma non lo si può scrivere sui libri di storia! Altrimenti ai giovani meridionali potrebbero girare le scatole e, quando terminano le scuole, invece di andarsene a lavorare, metterebbero tutto a soqquadro. Figlio più illustre di Patù. Primogenito di una nobile e antica famiglia dalle tradizioni liberali, completò gli studi a Lecce, si laureò in Giurisprudenza a Napoli nella cui Università fu anche professore. Sin da giovane visse intensamente l’impegno politico frequentando gli ambienti legati alla Carboneria e diventando interprete appassionato delle più alte idealità del Risorgimento italiano, e per questo fu sospeso dall’insegnamento universitario. Nel 1860, quando ormai con Francesco II stavano per consumarsi gli ultimi atti del Regno dei Borboni, a Napoli Liborio Romano detto “Don Libò”, era ormai conosciuto in tutti gli ambienti come il più brillante principe del Foro partenopeo. Venne nominato prima Prefetto di Polizia e subito dopo Ministro dell’Interno e della Polizia, e si trovò nella necessità di traghettare tramite Garibaldi, il Regno di Napoli dai Borboni ai Savoia, la situazione era esplosiva, a Napoli poteva succedere di tutto. In quel frangente il nostro Don Libò, scese a patti con la camorra locale, rimasta fino allora relegata ai margini del sistema civile, coinvolgendone gli esponenti di spicco nel lavoro di mantenimento della quiete pubblica. E così avvenne: la calma e l’ordine regnarono sovrani. Garibaldi poté giungere solo e senza armi alla Stazione ferroviaria di Napoli, accolto da Liborio Romano in persona circondato da un popolo in festa. Nelle Elezioni politiche del gennaio 1861, le prime del Regno d’Italia unita don Liborio fu il Deputato più votato in Italia, eletto in ben otto collegi elettorali: il 20 luglio 1865 si chiudeva la sua esperienza parlamentare. Le premesse per il futuro disastro istituzionale vi erano tutte; la calma era solo apparente. Come al solito ai naviganti l’ardua risposta.
fonte http://www.veja.it/2009/02/09/padri-della-patria-liborio-romano/
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