Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

Giuseppe Mazzini, il patriota terrorista

Posted by on Gen 7, 2020

Giuseppe Mazzini, il patriota terrorista

Vediamo quindi di inquadrare la prima fase della carriera politco-occulta del massimo patriota italiano Giuseppe Mazzini (1805-1872). Come già accennato nel post “Mazzini, un profeta della mistificazione cristiana”, crebbe con le ideologie religiose gianseniste di sua madre e quelle massoniche di suo padre, odiando ogni forma di autorità, costruendo la sua reputazione nelle società segrete e utilizzando i metodi più abbietti per il raggiungimento del potere, dal tradimento all’assassinio politico, senza precludere nessuna opzione che potesse trarre profitto. Era ossessionato dall’idea di liberare l’Italia, da qualsiasi forma di potere esistente e a qualsiasi costo, senza però avere idee chiare su come sostituire le autorità che avrebbe voluto distruggere (prime fra tutti lo stato pontificio e gli austriaci), in pratica la sua necessità di demolire oscurava totalmente quella di ricostruire, semplicemente voleva estirpare il cattolicesimo dalla penisola.

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Bettino Craxi: il discorso sulla lotta armata, da Mazzini ad Arafat

Posted by on Giu 7, 2022

Bettino Craxi: il discorso sulla lotta armata, da Mazzini ad Arafat

“Ebbene, se la questione nazionale palestinese esiste, anche l’azione dell’Olp deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese.

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Giuseppe Mazzini Il volto oscuro di un “padre della Patria”

Posted by on Dic 10, 2019

Giuseppe Mazzini Il volto oscuro di un “padre della Patria”

Da quanto si può capire dai preamboli, sul palcoscenico del 150° dell’Unità a Giuseppe Mazzini sarà riservato un ruolo importante soprattutto per essere stato nel 1849 il primo dei Triumviri della Repubblica Romana, ma un po’ defilato rispetto a quello dei principali protagonisti: il solito Garibaldi, che, pur se un po’ ammaccato, conserva il fascino romantico delle sanguinose cariche alla baionetta e delle fanfare, e Cavour, inizialmente accantonato, ma poi recuperato per le sollecitazioni della stampa “moderata” (le celebrazioni del 150° sono prima di tutto un affare politico) quale autentico autore dell’unificazione politica dell’Italia sotto Casa Savoia.

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“La noia di Massimo D’Azeglio per fare l’Italia” ne parliamo con Elena Bianchini Braglia

Posted by on Mar 7, 2024

“La noia di Massimo D’Azeglio per fare l’Italia” ne parliamo con Elena Bianchini Braglia

Quanti padri della patria ha l’Italia?tanti, troppi forse, tra cui c’è un personaggio poco ricordato anche da i libri scolastici se non per le sua frasi ad effetto come la più famosa “fatta l’Italia bisogna fare gli Italiani”, non è certo l’abbia pronunciata lui, e che invece è stato fondamentale per le genesi del paese chiamato Italia che secondo il mio modesto parere, bisogna mettere al fianco di Cavour e parlo di Massimo D’Azeglio da Torino. Un borghese membro del movimento dei cattolici liberali che sposò la figlia di Manzoni, e fratello del gesuita Luigi Taparelli d’Azeglio, influenzò Papa Leone XIII nella stesura dell’enciclica Rerum novarum sulla condizione dei lavoratori e che era con lui in forte dissenso, che da pittore e amante della vita decise all’improvviso, convito dal settario “Filippo”, a intercedere su Carlo Alberto di Savoia e su i suoi successori, affinchè si adoperasse per fare l’Italia Unita e poichè fu avvicinato in un periodo della sua vita in cui si sentiva molto annoiato e ad un passo dalla depressione, accettò. Geniali le sue rassicurazioni ai settari carbonari che poco si fidavano del pavido Carlo Alberto “Non ci si può fidare di un ladro quando si vuole convertirlo alla giusta morale ma se lo inviti a spartire il bottino si”, come la lucida riflessione “il suffragio universale? Io non so nulla di suffragio, ma so che al di qua del Tronto non sono necessari battaglioni e che al di là sono necessari. Dunque vi fu qualche errore e bisogna cangiare atti e principi. Bisogna sapere dai Napolitani un’altra volta per tutto se ci vogliono, sì o no” e di cosa pensasse di Mazzini cioè un terrorista. Di tutto questo ne parleremo con la Prof.ssa Elena Bianchini Braglia, che spesso ci ha omaggiato della sua presenza, venerdi 8 marzo alle ore 21 e per vederla basta cliccare di seguito

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