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A Raviscanina Fernando Riccardi parla del 1799 nel Regno e in Terra di Lavoro

Posted by on Apr 29, 2018

A Raviscanina Fernando Riccardi parla del 1799 nel Regno e in Terra di Lavoro

Da tempo giriamo il Regno con il Libro scritto nel 1801 da Petromasi sull’Epopea dei Sanfedisti del Card. Ruffo ristampato in copia anastatica arricchito da un saggio introduttivo dello storico Laborino Fernando Riccardi. Materia difficile il 1799, vero e proprio scontro di civiltà, e andando oltre i fatti di cronaca stretta ci rendiamo conto che è un nervo scoperto un po per tutti. Ovvio per i Giacobini che vogliono relativizzare un tentativo di colpo di stato andato a vuoto nonostante avessero appoggiato l’esercito Francese invasore aiutandolo a depredare, a saccheggiare e ad uccidere i lazzari e tutto il popolo Napolitano. Nervo scoperto per il Vaticano che dopo la svolta del Concilio Vaticano Secondo con cui s’èche ha dato il via alla seconda Evangelizzazione, non ha molto voglia di ricordare la Chiesa delle Crociate, della battaglia di Lepanto e dell’Impresa dell’esercito della Santa Fede del Card. Ruffo. Nervo scoperto per i Borbonici, come lo sono io, perché i “Giacobini Napoletani” sono stati allevati nella corte Napoletana e di concerto con la Casa Reale avevano da tempo inaugurato una politica riformista intenta ad adeguare il Regno ai tempi che cambiavano e tendeva a ridimensionare il potere temporale troppo invadente della Chiesa.

Il loro tradimento è stato per questo più doloroso di quanto si pensi per la Corte perché è stato inaspettato e troppo infame e non basta giustificarlo con il fatto che il Re s’era rifugiato a Palermo, quando c’è un’ invasione straniera qualsiasi capo di stato si allontana dalla capitale come la storia ci ha spesso dimostrato. Nessuno può negare che se i Fonseca Boys, invece di sparare alla spalle del popolo Napoletano da Castel Sant’Elmo che cercava di ostacolare l’ingresso dell’esercito invasore Francese scrivendo così l’epopea delle Tre Giornate di Napoli, fossero stati al loro fianco la storia avrebbe preso una direzione diversa e oggi avremmo un’altra situazione Geopolitica.

I tifosi da bar dello sport contesteranno questa nostra posizione e ci accuseranno di lesa maestà ma noi siamo convinti che quando si fa revisionismo per essere credibili ed efficaci non bisogna aver paura di fare i conti con il proprio passato anche se l’amore per il nostro Regno e per i nostri Re, parlo di tutti i Re dal 1130 al 1860, istintivamente ci rende alcune volte poco lucidi. Se vogliamo dare il giusto e vero tributo ai Borbone bisogna essere onesti e non essere faziosi perché la casa Regnante Napoletana è stata così grande che non ha bisogno di uno stuolo di pifferi magici ma solo di narratori e studiosi il più oggettivi possibili che ci rende tutti inattaccabili e credibili.

I Giacobini hanno sempre affermato, sapendo di mentire, che Ferdinando IV, in quei tragici mesi, pensava più a soddisfare i suoi istinti gaudenti che a svolgere il suo ruolo di statista ma se si va oltre la letteratura studiando più in profondità, si scopre una figura di S.A.R.  decisamente diversa e sovranista in tutti i sensi.

Certo sarebbe bello capire perché ha voluto far sparire due anni d’archivio, compreso gli atti processuali di quel periodo, perché ha dato il benservito a Ruffo, ai Lazzari e ai Sanfedisti, perché ha condannato a morte 99 giacobini mentre la maggioranza l’ha mandata in esilio. Capire che politica estera stava conducendo il quel periodo e il ruolo degli Inglesi che furono omaggiati più di quanto meritassero e più delle genti Napolitane.

Perché diede il comando dell’esercito, che era ben armato e numeroso, ad ufficiali incapaci e codardi che diedero con il loro strano comportamento una mano importante alle vittorie francesi più dei traditori giacobini, a Gaeta c’era un arsenale enorme e ben fornito. Capire perché ha sciolto i Sedili di Napoli, da tempo c’erano contrasti tra la corona e le famiglie nobili Napoletane. Capire perché un personaggio come Colletta riusciva a passare da una sponda all’altra degli schieramenti ricoprendo sempre incarichi importanti, una volta borbonico, poi giacobino, ritorna borbonico, diventa di nuovo giacobino per poi ritornare Borbonico mentre un uomo di comprovata fedeltà alla Corona e al Regno come Antonio Capece Minutolo Principe di Canosa, fu messo ai margini e addirittura esiliato.

Le tesi storiografiche fino ad ora addotte, secondo il mio modesto parere, danno delle risposte parziali ai miei interrogativi e credo che Ferdinando IV ha recitato un ruolo di assoluto protagonista in quel tragico biennio come in tutto il suo lungo periodo di “Re di Napoli” vivendo da protagonista il ruolo di statista nato dal pensiero politico di Thomas Hobbes, con alterne fortune certamene, come il Capeceladro ci ha brillantemente raccontato. Non considero i vizi privati del Sovrano perché mi metterei allo stesso livello degli illuministi Volteriani che basano il loro modo di essere sulle demolizione dei personaggi avversi al loro pensiero poiché incapaci di confrontarsi con i contenuti.

Conoscere il 1799 vuol dire capire il 1860 e capire non solo l’Italia di oggi ma tutto il mondo occidentale contemporaneo e ci renderemo conto che i Lazzari, i Sanfedisti e tutte le genti napolitane,  avevano capito che le idee dell’illuminismo e la nascita delle ideologie avrebbero generato una violenza gratuita senza precedenti in nome del culto dell’uomo e dello stesso che si sostituirà a Dio. Il canto dei Sanfedisti è un vero e proprio saggio filosofico.

Di seguito i video dell’intervento di Fernando Riccardi in quel di Raviscanina dove abbiamo trovato un pubblico attento e interessato e un accoglienza di primordine da parte dell’amministrazione comunale guidata dal Sindaco Anastasio Napoletano a cui rivolgiamo un grazie di cuore a lui e a tutta la comunità.

Claudio Saltarelli

 

 

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