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ACCADDE NELLE DUE SICILIE 28 SETTEMBRE 1860 / 1866

Posted by on Ott 10, 2025

ACCADDE NELLE DUE SICILIE 28 SETTEMBRE 1860 / 1866

• Partono colpi di fucile da parte dei terroristi garibaldini contro la Real Cittadella di Messina; le nostre Reali Truppe non reagiscono, dinanzi alla stupidità di quanti credono di prendere la formidabile posizione a fucilate: tutto termina nell’ilarità generale…

• Le nostre Reali Truppe liberano dai collaborazionisti liberali le città di Pico, S. Giovanni Incarico e Sora.

• Negli Abruzzi i collaborazionisti liberali formano una loro squadra armata che, dopo diversi combattimenti con elementi militari fedeli alla Patria e con la popolazione, prende il controllo di Palena, Campo di Giove, Taranta, Pettorano sul Gizio, Valleoscura, Rivisondoli, Roccaraso e Castel di Sangro.

• Nello Stato Pontificio la città di Ancona, bombardata da ben otto giorni da terra e da mare, si arrende alle truppe piemontesi. Anche in questa occasione il Piemonte si dimostra per quello che è: violento, sanguinario e insensibile ad ogni legalità. Infatti, pur alzata la bandiera di resa, le unità navali continuano inutilmente a cannoneggiare la città, colpendo purtroppo anche una polveriera che, esplodendo, provoca la morte di oltre 300 soldati pontifici; la giustificazione dei piemontesi consiste nel dichiarare che aspettavano la firma ufficiale della resa…

• Dalle casse della fortezza militare di Ancona sparisce “inspiegabilmente”, dopo la presa di possesso del Piemonte che anche in questo caso non si smentisce, l’enorme somma di un milione di franchi.

• Papa Pio IX protesta per l’occupazione di Ancona e critica apertamente la Francia, che applica a intermittenza e secondo convenienza, come sta accadendo nelle Due Sicilie, il principio del “non intervento”.

• Il Comandante in Capo delle Real Esercito delle Due Sicilie, Generale Ritucci, finalmente ha elaborato un piano offensivo contro i terroristi garibaldini.

Purtroppo ha fatto trascorrere ben due settimane da quando il Re ha lasciato Napoli, consentendo al nemico di riorganizzarsi.

Il piano di attacco prevede lo sfondamento delle linee nemiche sulla sinistra del fiume Volturno; tuttavia questo piano contiene un errore fatale che, invece, non aveva quello proposto da Re Francesco II (il quale, nella sua giovane età, non se la sente di contraddire l’esperto e maturo generale): la divisione delle Reali Truppe in due colonne – per una azione a tenaglia – senza però definire i collegamenti tra queste.

• La Prima Colonna delle Reali Truppe sarà guidata dal Generale Von Mechel e avrà come obiettivo Maddaloni; sarà divisa a sua volta in una Brigata comandata dal Colonnello Ruiz de Ballestreros (con il compito di assaltare Caserta Vecchia per poi congiungersi a Maddaloni con il resto delle truppe) e quindi prendere alle spalle il grosso dei garibaldini a S. Maria.

• La Seconda Colonna sarà invece divisa in due Brigate: la prima comandata dal Colonello Vincenzo Polizzy con obiettivo S. Angelo, S. Leucio e Caserta; la seconda al comando del Colonnello d’Orgemont con obiettivo S. Maria e Caserta.

• Le rimanenti unità della 3° Divisione dovevano invece intervenire in seguito per dare rinforzo alle azioni su Triflisco e S. Angelo.

• Il resto delle Reali Truppe doveva invece costituire la riserva da utilizzare lì dove sarebbero sorti dei bisogni di rinforzo. (questo piano di Ritucci era stato elaborato secondo le scolastiche teorie militari del tempo ma difettava nel campo delle comunicazioni e nella mancanza di precise notizie e informazioni sulla consistenza nemica. Il piano proposto da Re Francesco II, invece, sarebbe stato molto più adatto, in quanto prevedeva che tutte la forza militare delle truppe sarebbe stata unita con alle spalle una poderosa riserva per arrivare in soli due giorni a Napoli. Questo particolare basta per far comprendere come sia falso lo stereotipo che vuole Re Francesco II come incapace nelle cose militari o, peggio, rassegnato religiosamente… Purtroppo il Sovrano era troppo giovane per farsi valere sugli “esperti” e anziani ufficiali del suo Stato Maggiore che non poteva e voleva sfiduciare o esautorare).

1861

• Si registrano violenti scontri a fuoco nella Foresta Umbra del Gargano tra gli invasori piemontesi del 49° Fanteria e i nostri patrioti combattenti.

• Il Comitato Segreto Borbonico di Napoli diffonde nella Capitale un proclama stampato clandestinamente, nel quale elenca tutte le malefatte compiute in questi primi mesi di occupazione da parte dei “predoni sabaudi” e invita tutti i cittadini alla lotta armata per ridare libertà alla Patria e per rimettere sul Trono il legittimo Re Francesco II.

1863

• Nelle campagne di Rocchetta S. Antonio si registra un violento combattimento tra i patrioti combattenti di Caruso e Schiavone contro un plotone del 4° Granatieri piemontese; il plotone viene sopraffatto con l’uccisione di un ufficiale e di otto soldati invasori.

• Le truppe piemontesi vengono assalite, con azioni rapide che portano terrore e scompiglio, dai patrioti combattenti di Crocco a Corato, Gravina, Altamura e Bitonto.

1866

• Nel territorio di Vallo, un numeroso drappello di carabinieri e di truppe piemontesi accerchia un gruppo di patrioti combattenti: nel combattimento viene ucciso il nostro Comandante Domenico Gatto mentre il grosso dei patrioti riesce a fuggire; restano però catturati quattro patrioti combattenti e la moglie del Comandante Gatto.

FONTI PRINCIPALI

• Annuario Storico del Regno delle Due Sicilie (Napoli, 1838)

• Pagano Antonio, Due Sicilie 1830/1880

• Cronaca Civile e Militare delle Due Sicilie sotto la Dinastia Borbonica compilata da Mons. Luigi Del Pozzo (Napoli, Stamperia Reale, 1857)

(A cura di don Luciano Rotolo)

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