Alfredo Saccoccio, il poeta randagio
Arlecchino contro Nosferatu
Dalla sua cuspide sepolcrale, fortezza sdentata,
il mastio ha l’aspetto d’un pipistrello,
come espandesse i suoi lugubri resti
per planare nella notte sulla foresta stregata
Dai tronchi sembra uscire una voce tormentata;
il loro labirinto oscuro, trafitto da grigi aloni,
si estende come una palude di marcio miasma,
da cui ogni vita è fuggita, smunta, terrorizzata
E’ qui il tuo reame, terribile Nosferatu,
spettro assetato di sangue, di morte : maledetto sii tu!
Ma cosa rendono la tua nefandezza, il tuo tenebroso incantesimo.
A colui che ricevette dagli gnomi di Vulcano,
fuochi d’artificio, rossi, verdi, blu zaffiro, rosa,
folli scintille dell’opale arlecchino ?
DANTESCO
Nel limbo cobalto ove risiedono le nostre paure,
i giorni sembrano congelati, Divina Commedia …
Non vi è alcun sospiro e in questo incendio
soffiano, sole nero, vapori soffocanti.
Uno sciame fumoso di nubi ingannevoli
si diverte,vendicativo,con il vento che canta
Il mare che urla in una rapsodia,
tendendo le onde schiumose dai torpori inebrianti.
Bisogna domare le lame di smeraldo
che tormentano i fondali ove il destino rapisce…
Alzarsi dall’acqua, con uno slancio doloroso
per attingere l’azzurro, Eden inaccessibile,
chimera satinata di spettri vaporosi,
sulle ali del tempo, e sognare l’impossibiile !
Marcia verso la luce
Il sole e i suoi riflessi
sulla tua pelle dorata.
I tuoi grandi occhi andalusi
e il tuo accento fiero.
La tua lunga capigliatura
nasconde i tuoi seni drizzati.
L’Andalusia affonda
nel tuo cielo sì azzurro.
E la Poesia uccide il torero sì orgoglioso.
I riflessi di luce
ti guidano.
Io ti seguirò
dalla pelle di un toro.
All’ombra di una quercia
Ho bussato alla porta e tu non c’eri.
Ho aperto e ho trovato il buio
(finestre e balconi chiusi)
E nel buio il tuo ricordo svanito.
Buscamente, la luce.
dall’odore dei vecchi vestiti
( camicette e gonne svasate)
ha vibrato la tua voce.
L’effemeride so è ricomposto di tutti i suoi fogli
andati via.
Ho messo i passi del mio ritorno
nei tuoi. Ti ho ritrovata
sul sentiero delle vipere :
la stessa all’ombra di una quercia
ove i nostri cuori incisi si erano cancellati
I miei sogni
Ho posto i miei sogni
sul tepore della sera,
negli anfratti della mia solitudine ,
per seminare le fonti della notte
in un in bozzolo di tenerezza
e seguire in lontananza
tutti gli uccelli selvaggi.
Ho rischato la mia vita
Per le vili sirene
avendo lavorato invano per piacere.
All’incrinatura dell’alba
ho perso i miei sogni
su un lembo di memoria
senza aver raggiunto
l’estuario delle belle addormentate.
Splendori di zaffiro
Splendori di zaffiro,
le rive, si estendono,in lontananza,
Vibrano,
sospirano,
fremono le canne al vento,
scorrono, onde chiare,
i canti segreti dell’acqua.
Splendori di zaffiro,
i cieli stellati,
si estendono,
alle canzoni mute
degli uccelli.
Scaccia la tempesta!
Se la vita vi ferisce, scaccia il dolore!
Se rinnegate tutto ciò che trovate bello,
scaccia ciò che è brutto!
Se vi si fa cadere, scaccia la schiuma della rabbia!
Al limite del tempo, scaccia le ore”
Se vi si umilia, scaccia l’offesa!
Quando tutto è troppo calmo, scaccia la tempesta!uam