Alle origini dell’auto nel Regno della Due Sicilie
Nel 1836 era stato firmato il primo “accordo di una privativa” in nel Sud nel nostro Paese, nel Regno delle Due Sicilie, precisamente “per l’introduzione in Sicilia di una vettura a vapore senza bisogno di rotaje”.
C’è stata un’epoca in cui il Mezzogiorno d’Italia non è rimasto indietro. Anzi, era all’avanguardia. Prima della questione meridionale, prima dell’Unità d’Italia. Prima delle automobili, quando – per intenderci – dopo il carro di Cugnot venivano sperimentate le prime “semoventi” a vapore, tra il XVIII ed il XIX secolo, e i primi prototipi venivano realizzati nel lontano Regno Unito.
Allora le automobili erano un concetto che il pensiero comune considerava solo lontanamente. Eppure nel 1836 era stato firmato il primo “accordo di una privativa” nel Sud nel nostro Paese, nel Regno delle Due Sicilie, precisamente “per l’introduzione in Sicilia di una vettura a vapore senza bisogno di rotaje”.
Il documento che lo prova lo potremmo definire una fonte di archeologia automobilistica ed è conservato nella Collezione delle leggi e dei decreti reali del 1836, I semestre, edita presso la reale stamperia di Napoli. Si tratta del decreto n° 3337 con il quale si accorda una privativa – oggi si direbbe una concessione in monopolio – ai signori Giuseppe Natale e Tommaso Anselmi per l’introduzione in Sicilia di vetture a vapore senza bisogno di rotaie in ferro.
Una locomotiva senza binari, in sintesi, che altro non era se non l’antenata di un’automobile. A Capodimonte, il 14 marzo 1936, Ferdinando II, sovrano del regno delle Due Sicilie e di Gerusalemme (e già duca di Parma, Piacenza e Castro e principe ereditario di Toscana) in base al rapporto del Luogotenente generale dei “domini aldilà del Faro”, al parere della Consulta e alla proposta del Ministro per gli affari della Sicilia, sentito il Consiglio di Stato, decreta di accordare a Natale e ad Anselmi per cinque anni la privativa da loro richiesta “per l’introduzione delle vetture a vapore senza bisogno di strade in ferro”.
La concessione viene però data con un vincolo stringente: Natale e Anselmi “si intenderanno decaduti dalla patente se, entro un anno dalla consecuzione della medesima, non sarà messo in esecuzione l’oggetto per il quale è stata accordata la privativa”.
Il decreto costituisce comunque una fotografia di un Mezzogiorno che era molto avanti sui tempi: anche la locomotiva Bayard, prima locomotiva italiana, è stata costruita per la ferrovia Napoli-Portici, a sua volta prima linea ferroviaria costruita sul territorio italiano, inaugurata nel 1839. Ancora più a Sud, già qualche anno prima, si immaginava un mondo a misura di automobile.
Elisa Latella
fonte
[Storia] Alle origini dell’auto nel profondo Sud – Ruoteclassiche (quattroruote.it)