Alta Terra di Lavoro

già Terra Laboris,già Liburia, già Leboria olim Campania Felix

ANTONELLA GIANGRANDE E IL SUO “CAPUT MUNDI”….CHE FU

Posted by on Mar 30, 2020

ANTONELLA GIANGRANDE E IL SUO “CAPUT MUNDI”….CHE FU

Roccasecca è una località che ha contribuito a dare grande lustro alla Terra di Lavoro e al Regno di Napoli che il mondo ricorda soprattutto per aver dato i natali a San Tommaso d’Aquino ma in molti non sanno ,che è anche il luogo di nascita dei fratelli Amati che, per motivi diversi, sono state delle eccellenze planetarie del Regno di Napoli, della Terra di Lavoro e di Roccasecca.

Anche Severino Gazzelloni nasce a Roccasecca quando era ancora inserita nella provincia di Terra di Lavoro e pur se non piu Napolitano ma Italiano, è comunque figlio della grande tradizione artistica e culturale del Regno; il legame di Roccasecca con Napoli emerge anche nelle opere teatrali di Eduardo Scarpetta e nei film di Totò

Con il passare degli anni il legame di Roccasecca con la Capitale Napoletana s’è persa quasi del tutto, tracce sono rimaste nell’urbanistica, nell’architettura e nella lingua parlata, sia nella memoria collettiva che nella mancata produzione di eccellenze che operano nel mondo delle professioni e della cultura, eccezion fatta per lo storico Laborino della porta accanto, Fernando Riccardi, l’intellettuale che pensa in napoletano ma parla in italiano.

Da qualche tempo però un’altra piccola luce, che ricorda il glorioso passato di Roccasecca, è venuta fuori e porta il nome Antonella Giangrande salita alle luci della ribalta per gli studi e le ricerche effettuate sulle tradizioni popolari, sui i costumi e sui carnevali di Roma da quando era l‘Urbe fino a quando è stata la capitale dello Stato Pontificio, il più antico stato d’Europa nato per donazione da parte di Pipino il Grande, con il Papa che deteneva anche il potere temporale oltre che a quello spirituale.

La Terra di Lavoro per secoli s’è trovata a metà dell’asse Roma-Napoli che per un paio di Millenni è stato il centro del Mondo quindi le tradizioni, i costumi e le feste delle due città erano simili tra loro e per una studiosa di Roccasecca, Antonella Giangrande, scrivere qualcosa su Roma non è stata una cosa inusuale o sorprendente.

Il1 marzo 2020 presso la sala San Tommaso del Comune di Roccasecca è stato presentato, grazie alla volontà dell’Associazione P.A.M.A. che ha anche coinvolto l’Ass. Id. Alta Terra di Lavoro, il saggio “Caput Mundi” scritto dalla Giangrande dove vengono descritte le tradizioni e le origini del popolo Romano.

Non ho la patente di critico, mi mancano le credenziali e la capacità per pretenderlo, ma se un libro appartiene a chi lo legge e non a chi lo scrive mi assumo la responsabilità di affermare che Antonella ha scritto un piccolo grande capolavoro adatto a tutti, adatto a chi vuole leggere un testo leggero ma dai contenuti importanti ed inediti e adatto a chi ha deciso di approfondire studi sui costumi e sulle tradizioni popolari romane, ormai smarrite, e troverà nel testo una valida guida.

Nella scrittura di Antonella si nota come la tradizione classica napolitana, che è stata anche un humus per il pensiero di San Tommaso, è presente nel suo Dna infatti il testo è molto semplice da comprendere è fruibile a tutti, è asciutto, sintetico ed essenziale pur trattando argomenti non semplici, un “modus operandi” tipico di una persona colta.

L’impronta classica nella sua impostazione letteraria la si nota dalla forte oggettività del testo, Antonella descrive i rituali senza dare delle opinioni personali fa parlare solo i fatti permettendo a tutti di crearsi un pensiero, un’idea e diventare i veri protagonisti del testo, quando ognuno di noi si sente padrone del libro che sta leggendo certifica automaticamente il successo dello stesso e dell’autore.

Questa caratteristica del testo Antonella lo ha più volte ripetuto nel convegno dove alla fine tra i presenti c’è stato chi ha voluto dire qualcosa, voleva confrontarsi e raccontare i propri ricordi e i propri pensieri, il metodo didattico classico napolitano elaborato come metodo da San Tommaso d’Aquino che portò in tutta Europa su cosa si basa?

Il testo, corredato di un cd, è un lavoro consiglio a tutti di leggere per i motivi sopraelencati ma anche per quelli espressi dai protagonisti del convegno con in testa Fernando Riccardi che ha fatto una chiacchierata con l’autrice incuriosendo i presenti per l’attenzione dimostrata nel leggerlo e per aver divulgato i suoi ricordi d’infanzia riaccesi nella lettura. Da apprezzare anche l’appassionato intervento del Pres. del P.A.M.A. Cristiana Martini, quello affettuoso della cara amica Patrizia Delli Colli e di chi è voluto intervenire, come già accennato, per parlare dei propri ricordi riscoperti grazie ai temi descritti da Antonella Giangrande.

Nel titolo del presente articolo ho scritto “che fu” perché leggendo il saggio di Antonella, oltre al piacere di conoscere 2000 anni di tradizioni popolari e di rinfrescare ricordi d’infanzia, mi ha fatto sorgere un’amara riflessione di come Roma ,dal 300 a.c. fino al 1870, dall’essere l’Urbe, il centro dell’universo, è voluta trasformarsi in una città di provincia.

Mentre Mazzini sognava la terza Roma, che Gramsci ha inesorabilmente disintegrato, nella realtà da Caput Mundi è oggi capitale d’Italia, una regione periferica di un SubContinente cancellando 2000 anni di storia, cancellando una storia che ha civilizzato ed evangelizzato il mondo. Roma dopo essere stata sede Imperiale è stata sede del Papa, oggi si minimizza sulla figura del Vicario di Cristo ma per due millenni era un onore avere la sede della figura più importante dopo quella di nostro Signore. La Roma Imperiale e la Roma Cattolica, espressione della fusione tra la civiltà greca e quella romana, ha “inculturato”, non soltanto civilizzato, il pianeta mentre oggi esprime solo un provincialismo culturale che si manifesta, nell’arte, nella letteratura, nell’architettura, nei costumi e nella cultura in genere.

Roma ha cancellato la propria identità, la propria centralità e la propria tradizione sottomettendosi alla dittatura del progressismo, del politicamente corretto e del pensiero unico. Un’operazione, partita da lontano ma materializzatasi subito dopo la breccia di Porta Pia. per volontà soprattutto del Sindaco Ernesto Nathan.

Sotto il governo del Sindaco Ernesto Nathan è stato cancellato il Carnevale Romano, era tra i più importanti al mondo come anche Dumas ha scritto nel “Conte di Montecristo”, con la scusa che si assisteva alla presa in giro e al disprezzo degli Ebrei, come avveniva in moltissimi Carnevali.  La suddetta motivazione è stata solo una banale motivazionie perché bastava soltanto eliminare il deprecabile e offensivo rituale contro gli Ebrei e il Carnevale poteva tranquillamente continuare, oggi non si sarebbe parlato soltanto di quello di Venezia.

Il vero motivo della soppressione è che le tradizioni popolari romanesche, compreso il Carnevale, rappresentavano un ostacolo ingombrante che bisognava rimuovere per accompagnare Roma nella modernità idealizzata da Giuseppe Mazzini nella Terza Roma, qualsiasi cosa che apparteneva al passato poteva ostacolare la sostituzione del Tradizionale Dio Cattolico con il nuovo dio chiamato progresso che non accoglie tutti nel grembo.

In questi giorni di angoscia e di preoccupazioni per la vicenda del covid 19 Roma è tornata ad essere il centro dell’Universo grazie all’orazione Urbi et Orbi e alla concessione Indulgenza Plenaria da parte di Papa Francesco officiata in una P.zza San Pietro deserta riuscendo a trasmettere un messaggio di forza e di speranza al mondo intero.

I nipotini della Repubblica Romana, di Mazzini, di Garibaldi, di Cavour, di tutti i padri della patria, che sono in bella mostra al Gianicolo e di tutto il mondo ateo ed apostata sono stati offuscati e sono spariti mischiandosi con il nulla e con il niente, son tornati a vivere nell’ombra seguendo la loro vera natura, quella settaria.

Vedrete che quando tutto finirà e tornerà la calma il mondo “gnostico” si servirà dei soliti sapientoni accademici, quelli che ancora pensano e si illudono di insegnare che i Francesi nel 1799 invasero l’Italia per portare libertà, uguaglianza e fratellanza, per spiegare attraverso l’ideologia, la pscanalisi ed ecc. ecc. i comportamenti di massa, del subinconscio e con i soliti ecc. ecc. per spiegare razionalmente la forza del messaggio Papale. Carissimi professoroni “la storia non siamo noi” ma appartiene a Dio e segue il tragitto da lui creato e che a noi, piccoli esseri agli occhi dell’umanità ma grandi ai Suoi, non ci resta con umiltà di cercare intercettare e comprendere il suo messaggio che attraverso questa surreale vicenda ci sta inviando.

Tornado ad Antonella Giangrande e al suo libro “Caput Mundi”, posso affermare che certamente non è una storica ma è sicuramente una valida ricercatrice e valente studiosa dotata di virtù letterarie che le permettono di arrivare a tutti i tipi di lettori, a quelli mordi e fuggi e a quelli abituali, speriamo di poter leggere presto altri suoi lavori.

Di seguito vi invito a vedere tutti gli interventi del convegno dove noterete come Antonella è intervenuta poco facendo parlare il suo libro attraverso i relatori e il numeroso pubblico presente. Colgo l’occasioane per ringraziare l’Associazione P.A.M.A. per averci regalato un bel pomeriggio tra amici, eravamo in tanti, e per aver coinvolto l’Ass.Id. Alta Terra di Lavoro.

Claudio Saltarelli      

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