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Antonio Di Fazio , uno scrittore  dalla capacità intellettuale assai acuta di Alfredo Saccoccio                                          

Posted by on Mag 13, 2022

Antonio Di Fazio , uno scrittore  dalla capacità intellettuale assai acuta di Alfredo Saccoccio                                          

 L’impegno culturale di Antonio Di Fazio è ammirevole. Di recente, è apparso “Ernesto o della Rivoluzione”, un romanzo storico, che ci ha fortemente  coinvolti per la limpidezza, la profondità e la costante tensione del testo.

L’autore, direttore della prestigiosa rivista storica “Annali del Lazio meridionale”, in questa opera, edita per i tipi di Odisseo di Itri, ha dimostrato di possedere una capacità intellettuale assai acuta e, quello che più vale, di serbare una visione complessiva chiara e precisa di tutto il vasto e complicato romanzo. Fin dalle prime pagine del saggio, abbiamo la certezza che chi scrive ha davanti alla sua mente, visti contemporaneamente, con un solo colpo d’occhio, i luoghi, i tempi, le situazioni dell’interna struttura narrativa e i personaggi che vi appaiono, vi scompaiono o vi restano fino all’ultima pagina con i loro spessori spirituali e culturali.   

Antonio Di Fazio affianca ai lavori creativi un’intensa attività saggistica. In questo campo ha già messo a frutto una vasta produzione (saggi, biografie, prefazioni, recensioni), che percorre narrativa, storia, filosofia, linguistica).

   Il libro si articola in diciassette capitoli e in un epilogo, con ampi e precisi riferimenti al gruppo terroristico tedesco Baader–Meinhof, di ispirazione rivoluzionaria, capeggiato da Andreas  Baader e da Ulrike Meinof, che, arrestati nel 1972,si “suicidarono” in carcere : la seconda  nel 1976  nel carcere-fortezza di Stammheim, il primo  l’anno dopo, assieme ad altri  due componenti del gruppo, Gudrun Ensslin e Jan-Carl Raspe.

Con sofferte meditazioni, l’autore rielabora diaristicamente e scava dentro di sè.  La verità di quegli anni terribili in terra tedesca viene filtrata attraverso le tappe fittamente insanguinate del gruppo terroristico. I fatti sono vissuti in prima persona e grondanti di autenticità, rielaborati a lume di lunghe e feconde sedimentazioni storico-culturali. Ciò che piace poi di più sono i momenti in cui il narratore, scrittore di razza, si oggettiva in personaggi, uscendo dalla propria individualità ed imponendosi alla nostra attenzione in atti elevabili a simboli del verificarsi storico.

Il pregio del libro sta nell’abilità raffigurativa, che eleva maggiormente la statura del narratore: nell’introdurre in azione i suoi “eroi”, piccoli e grandi, Antonio Di Fazio sa colorire di umore e di commozione  situazioni e personaggi, caratterizzati                                                                                                                             con energici tratti, dal nome ai profili fisici, dai gesti agli umori, dalle scelte morali all’amore, alle parole, alle capacità di gioire e patire i passaggi dell’ora. Il tessuto espressivo spande un velo di tenerezza anche sui momenti tristi e dolorosi. Anche la morte, che subisce un’aerea coloritura di levità, discorporata dalla sofferenza e dai suoi aspetti fisici, diviene meno mostruosa.

Una figura si impone, in primo piano, durante gli avvenimenti e i rivolgimenti narrati: Ernesto, che si serve delle armi della “libertà” e  della “verità”, non come categorie a sè, ma come il fondamento primo ed ineliminabile di una coscienza critica. Rintracciabili nel libro tracce autobiografiche (umanissime esperienze vissute in prima persona, come  la rivolta di Fondi, del 3 febbraio 1969, e la  calda amicizia instaurata con la Meihof), a testimonianza di un leggibile viaggio del cuore e dell’animo del suo autore, che confessa l’amara verità: la sconfitta della “Rote Armee Fraktion” e del movimento rivoluzionario tedesco ed italiano, oltre al “dramma esistenziale”di Ernesto e di Ulrike, costretti ad abbandonare legami ed affetti personali.

   In “Ernesto o della Rivoluzione ” il prof. Di Fazio parla di “affabulazione critica”, seguendo le tracce della scrittrice afro-americana Saydiya Hartman.

   In ultima analisi, possiamo dire che nel testo vi sono pagine in cui si addensano gamme di sensazioni, di passioni, di emozioni, di concetti e di riflessioni, che, a volte, hanno una successione rapida, vorticosa.

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